20 Dicembre 2025

E’ entrato nella luce della Resurrezione padre Lorenzo Rossi

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

annunciano che ieri, 2 gennaio,
è entrato nella luce della Resurrezione

il Rev.do
Padre Lorenzo Rossi, C.R.I.C.
di anni 85

Collaboratore parrocchiale presso la Parrocchia della Natività di Maria
dal 2013 e Parroco della stessa Parrocchia dal 1981 al 2013

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

I funerali, presieduti da S.E. Mons. Benedetto Tuzia,
si svolgeranno mercoledì 4 gennaio 2023, alle ore 15.00,
presso la Parrocchia della Natività di Maria
(Via di Bravetta, 633)

 

3 gennaio 2023

Il cammino di Pietro, il via a Santa Cecilia

In una Roma opulenta, corrotta e sfrontata, giunge l’apostolo Pietro per compiere il volere di Gesù fino a subire il martirio per decisione di Nerone, ma non prima di realizzare la sua missione: la fondazione della Roma cristiana. I luoghi che recano nell’Urbe un segno tangibile delle vicende umane e spirituali del Pescatore di Galilea disegnano una vera e propria geografia con le tappe della sua permanenza e del suo ministero. Il parroco della basilica di San Pietro in Vaticano, fra Agnello Stoia, sostenuto dalla volontà di camminare insieme all’insegna dell’apostolo Pietro dei due vicari del Santo Padre, l’uno per la diocesi di Roma, il cardinale De Donatis, l’altro per il Vaticano, il cardinale Gambetti, ha sviluppato con la collaborazione di altri confratelli presbiteri della diocesi un pellegrinaggio in sette tappe dal titolo “Il Cammino di Pietro”. Obiettivo del percorso, che è iniziato il 29 dicembre scorso nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere, è quello di riscoprire le tracce dell’apostolo e, come suggerito da monsignor Marco Frisina, di «restituire alla nostra epoca, e soprattutto ai romani, una maggiore consapevolezza della figura di Pietro per ispirare una vera e propria identificazione nel suo messaggio e nella sua vicenda umana».

Monsignor Frisina, che di Santa Cecilia è rettore, ha così spiegato il senso dell’evento: «Pietro arrivò a Roma con la nave al Porto di Ripa Grande, a pochi passi da Santa Cecilia, in un quartiere all’epoca abitato dagli ebrei. Abbiamo voluto ricostruire il significato che Pietro ha avuto per la Città Eterna, come patrono e come martire insieme a san Paolo, ma anche ciò che l’apostolo visse nella Capitale. Un legame miliare per tutta la Chiesa».

Ha poi proseguito: «I due brani di Matteo 16 e di Giovanni 21 ci aiutano a comprendere il legame tra l’Apostolo e la sua Chiesa, in essi possiamo vedere tematiche fra loro complementari: da una parte la radicalità della sequela di Cristo, dall’altra l’amore assoluto nei suoi confronti. Nello stesso tempo questi temi ci allontanano da una visione trionfalistica della Chiesa per sottolineare invece il significato dinamico del suo cammino, di cui Pietro è segno di unità e fondamento; egli infatti è chiamato a sostenere la fede dei credenti e a testimoniare con il suo amore la risurrezione di Gesù».

«Il pellegrinaggio chiede ai fedeli e a chiunque desideri avvicinarsi alla Chiesa di mettersi in cammino per scoprire la volontà di Dio – ha concluso monsignor Frisina –, nel rispetto del cammino sinodale della Chiesa». Le tappe successive di questo straordinario percorso, suggellato dalla lettera scritta a quattro mani dai due cardinali, toccheranno il 29 gennaio alle 19.30 la basilica di San Giovanni in Laterano, martedì 28 febbraio la basilica di Santa Francesca Romana, mercoledì 29 marzo la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami al Carcere Mamertino, sabato 29 aprile la basilica di Santa Pudenziana, lunedì 29 maggio la chiesa del Domine Quo Vadis sull’Appia Antica e infine mercoledì 28 giugno, alla vigilia della solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, piazza San Pietro per la preghiera della veglia finale.

di Onelia Onorati

3 gennaio 2023

Ebrei e cristiani, il cammino comune per riscoprire la Parola di Dio

Prosegue, in questo 2023, il cammino di fraternità per riscoprire la Parola di Dio, partito lo scorso novembre e organizzato da Comunità Ebraica di Roma e diocesi di Roma, grazie a un’idea del vescovo ausiliare per il settore Centro monsignor Daniele Libanori e al rabbino capo della Comunità ebraica di Roma rav Riccardo Di Segni.

“Comprendere il tempo alla luce della bibbia ebraica” è il tema che fa da filo conduttore ai diversi incontri in programma; il prossimo si terrà lunedì 9 gennaio dalle ore 18 alle ore 19.15 nella Sala Baldini di piazza Campitelli 9. Interverranno il rav Ariel Di Porto e il cardinale José Tolentino de Mondonça, che si confronteranno su “Particolarismo – Universalismo: insieme, ma diversi”.

Per il vescovo Libanori, è importante «restituire al popolo di Dio la Parola del suo Signore. Viviamo in un tempo nel quale è assolutamente urgente rimettere al centro la Parola, perché è dalla Parola la fede, ed è la Parola che convoca la comunità dei credenti. Ci sono dei millenari custodi della Parola che vivono in mezzo a noi: gli ebrei, nostri “fratelli maggiori nella fede”. Per questo è importante mettersi in ascolto del loro modo di leggere il messaggio di Dio nella storia».

3 gennaio 2023

Benedetto XVI: il testamento spirituale

Scritto il 29 agosto 2006, è stato diffuso dopo la morte del Papa emerito il suo testamento spirituale. Un testo che pubblichiamo integralmente.

Il mio testamento spirituale

Se in quest’ora tarda della mia vita guardo indietro ai decenni che ho percorso, per prima cosa vedo quante ragioni abbia per ringraziare. Ringrazio prima di ogni altro Dio stesso, il dispensatore di ogni buon dono, che mi ha donato la vita e mi ha guidato attraverso vari momenti di confusione; rialzandomi sempre ogni volta che incominciavo a scivolare e donandomi sempre di nuovo la luce del suo volto. Retrospettivamente vedo e capisco che anche i tratti bui e faticosi di questo cammino sono stati per la mia salvezza e che proprio in essi Egli mi ha guidato bene.

Ringrazio i miei genitori, che mi hanno donato la vita in un tempo difficile e che, a costo di grandi sacrifici, con il loro amore mi hanno preparato una magnifica dimora che, come chiara luce, illumina tutti i miei giorni fino a oggi. La lucida fede di mio padre ha insegnato a noi figli a credere, e come segnavia è stata sempre salda in mezzo a tutte le mie acquisizioni scientifiche; la profonda devozione e la grande bontà di mia madre rappresentano un’eredità per la quale non potrò mai ringraziare abbastanza. Mia sorella mi ha assistito per decenni disinteressatamente e con affettuosa premura; mio fratello, con la lucidità dei suoi giudizi, la sua vigorosa risolutezza e la serenità del cuore, mi ha sempre spianato il cammino; senza questo suo continuo precedermi e accompagnarmi non avrei potuto trovare la via giusta.

Di cuore ringrazio Dio per i tanti amici, uomini e donne, che Egli mi ha sempre posto a fianco; per i collaboratori in tutte le tappe del mio cammino; per i maestri e gli allievi che Egli mi ha dato. Tutti li affido grato alla Sua bontà. E voglio ringraziare il Signore per la mia bella patria nelle Prealpi bavaresi, nella quale sempre ho visto trasparire lo splendore del Creatore stesso. Ringrazio la gente della mia patria perché in loro ho potuto sempre di nuovo sperimentare la bellezza della fede. Prego affinché la nostra terra resti una terra di fede e vi prego, cari compatrioti: non lasciatevi distogliere dalla fede. E finalmente ringrazio Dio per tutto il bello che ho potuto sperimentare in tutte le tappe del mio cammino, specialmente però a Roma e in Italia che è diventata la mia seconda patria.

A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto, chiedo di cuore perdono.

Quello che prima ho detto ai miei compatrioti, lo dico ora a tutti quelli che nella Chiesa sono stati affidati al mio servizio: rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere! Spesso sembra che la scienza — le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l’esegesi della Sacra Scrittura) dall’altro — siano in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Ho vissuto le trasformazioni delle scienze naturali sin da tempi lontani e ho potuto constatare come, al contrario, siano svanite apparenti certezze contro la fede, dimostrandosi essere non scienza, ma interpretazioni filosofiche solo apparentemente spettanti alla scienza; così come, d’altronde, è nel dialogo con le scienze naturali che anche la fede ha imparato a comprendere meglio il limite della portata delle sue affermazioni, e dunque la sua specificità. Sono ormai sessant’anni che accompagno il cammino della Teologia, in particolare delle Scienze bibliche, e con il susseguirsi delle diverse generazioni ho visto crollare tesi che sembravano incrollabili, dimostrandosi essere semplici ipotesi: la generazione liberale (Harnack, Jülicher ecc.), la generazione esistenzialista (Bultmann ecc.), la generazione marxista. Ho visto e vedo come dal groviglio delle ipotesi sia emersa ed emerga nuovamente la ragionevolezza della fede. Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita — e la Chiesa, con tutte le sue insufficienze, è veramente il Suo corpo.

Infine, chiedo umilmente: pregate per me, così che il Signore, nonostante tutti i miei peccati e insufficienze, mi accolga nelle dimore eterne. A tutti quelli che mi sono affidati, giorno per giorno va di cuore la mia preghiera.

Benedictus PP XVI

Benedetto XVI: le indicazione per i sacerdoti che desiderano concelebrare i funerali

Giovedì 5 gennaio 2023, alle ore 9.30, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Francesco presiederà la Messa esequiale per il defunto Sommo Pontefice Emerito Benedetto XVI.

L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha comunicato che i presbiteri potranno concelebrare muniti di apposito biglietto da richiedere sul sito biglietti.liturgiepontificie.va/ e si dovranno trovare, entro le ore 8.30, direttamente nel settore loro riservato in Piazza San Pietro, dove indosseranno l’amitto, il camice, il cingolo e la stola rossa che avranno portato con sé.

Per tutti gli altri fedeli l’accesso in Piazza San Pietro sarà libero non essendo previsto un biglietto.

2 gennaio 2023

Al Te Deum la «gratitudine» per Benedetto XVI e l’elogio della «gentilezza»

Foto di Cristian Gennari

Gratitudine e gentilezza. Due parole chiave hanno caratterizzato il Te Deum di fine anno di Papa Francesco, questo pomeriggio (31 dicembre). La gratitudine va al suo predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI, morto a 95 anni questa mattina nel Monastero Mater Ecclesiae, in Vaticano.

Riferendosi della virtù della gentilezza, «come stile di vita che favorisce la fraternità e l’amicizia sociale», il Santo Padre ha affermato: «Parlando della gentilezza, in questo momento, il pensiero va spontaneamente al carissimo Papa emerito Benedetto XVI, che questa mattina ci ha lasciato. Con commozione ricordiamo la sua persona così nobile, così gentile (…). Sentiamo nel cuore tanta gratitudine», ha proseguito Papa Francesco: «Gratitudine a Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo; gratitudine a lui, per tutto il bene che ha compiuto, e soprattutto per la sua testimonianza di fede e di preghiera, specialmente in questi ultimi anni di vita ritirata».

«Questa sera vorrei riproporre la gentilezza anche come virtù civica, pensando in particolare alla nostra diocesi di Roma», ha detto ancora Papa Francesco. «La gentilezza – ha spiegato – è un fattore importante della cultura del dialogo, e il dialogo è indispensabile per vivere in pace, da fratelli, che non sempre vanno d’accordo – è normale – ma che però si parlano, si ascoltano e cercano di comprendersi e di venirsi incontro».

Ha poi proseguito: «Pensiamo solo a che cosa sarebbe il mondo senza il dialogo paziente di tante persone generose che hanno tenuto unite famiglie e comunità», l’invito del Papa: «Il dialogo perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio». E ancora: «La gentilezza fa parte del dialogo. Non è solo questione di galateo; non è questione di etichetta, di forme galanti… No, non è questo che intendiamo qui parlando di gentilezza. Si tratta invece di una virtù da recuperare e da esercitare ogni giorno, per andare controcorrente e umanizzare le nostre società».

31 dicembre 2022

Indicazioni circa l’esposizione e le esequie del papa emerito BenedettoXVI

Come si apprende da una comunicazione della Sala Stampa della Santa Sede, le spoglie del Papa Emerito Benedetto XVI riposeranno presso il Monastero Mater Ecclesiae fino alla prima mattina di lunedì 2 gennaio; non sono previste visite ufficiali o preghiere pubbliche. Nello stesso giorno, a partire dalle ore 9, la salma verrà esposta per la visita dei fedeli nella Basilica di San Pietro. Lunedì la Basilica resterà aperta dalle 9 alle 19, martedì e mercoledì dalle 7 alle 19. I funerali presieduti dal Santo Padre verranno celebrati in Piazza San Pietro giovedì 5 gennaio alle ore 9.30. Per la partecipazione non sono previsti biglietti. Chi desidera concelebrare potrà rivolgersi all’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Le Delegazioni ufficiali presenti saranno quelle della Germania e dell’Italia

Il 5 gennaio 2023, alle ore 9.30, sul Sagrato della Basilica di San Pietro, il Santo Padre Francesco presiederà la Santa Messa esequiale per il defunto Sommo Pontefice Emerito Benedetto XVI

Al termine della Celebrazione Eucaristica avranno luogo l’Ultima Commendatio e la Valedictio. Il feretro del Sommo Pontefice Emerito sarà portato nella Basilica di San Pietro e quindi nelle Grotte Vaticane per la tumulazione.

Leggi il comunicato stampa

31 dicembre 2022

Benedetto XVI: il cordoglio della diocesi di Roma

Di seguito il testo della lettera che il cardinale vicario Angelo De Donatis ha scritto ai sacerdoti, ai diaconi, alle religiose, ai religiosi e a tutto il popolo di Dio della diocesi di Roma

Carissimi fratelli e sorelle,
ho appreso con grande dolore, questa mattina, del ritorno alla Casa del Padre del nostro amato Papa emerito Benedetto XVI. Vi scrivo esprimendo il cordoglio mio e dell’intero Consiglio episcopale, unito ai sentimenti di gratitudine e amore per la sua persona e per il suo ministero. Proprio ieri sera ci siamo riuniti nella nostra cattedrale per accompagnarlo con la nostra preghiera e per sostenerlo con il nostro affetto. Da sacerdote, da teologo, da vescovo, da Papa, Benedetto XVI ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità. Nella vecchiaia e nella malattia ha continuato a sostenere l’umanità con l’offerta di sé stesso, divenendo segno del volto bello della Chiesa che riflette la luce del volto di Cristo.

Vogliamo pensare che questa mattina, Dio si è avvicinato a questo nostro fratello nel sonno della morte, Cristo e sua Madre sono venuti a prenderlo con loro e a condurlo nel Paradiso, dove il sogno di una vita è già diventato la realtà dell’eternità.

Continuiamo a pregare in tutte le comunità aggiungendo l’intenzione della preghiera dei fedeli, che troverete nel documento in allegato, da rivolgere al Signore nella santa Messa della solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Sarà opportuno, inoltre, nei prossimi giorni celebrare la messa in suffragio del papa emerito Benedetto XVI. Si può utilizzare uno dei formulari proposti dal Messale Romano per le Messe dei defunti «Per il Papa» (pp. 976-977). Nei testi si dovrà aggiungere la dicitura «il Papa emerito Benedetto XVI». Nella colletta dello schema B e nell’orazione sulle offerte dello schema A si dovrà dire «il tuo servo, il Papa emerito Benedetto XVI».

Il corpo del Papa emerito sarà nella Basilica di San Pietro in Vaticano per il saluto dei fedeli dal 2 gennaio 2023. Vi invito a partecipare ai funerali, presieduti da Papa Francesco, che si terranno giovedì 5 gennaio 2023 alle 9.30 in piazza San Pietro. Nei prossimi giorni vi indicheremo le modalità di partecipazione.

31 gennaio 2022

Benedetto XVI, vescovo di Roma

Da quando lasciò l’arcidiocesi di Monaco, Joseph Ratzinger visse a Roma come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un legame profondo con la città eterna che si rinsaldò ulteriormente una volta eletto Vescovo di Roma. Sono numerosi i momenti che si potrebbero ricordare in merito al legame tra Benedetto XVI e la sua diocesi, in particolare le numerose visite nelle parrocchie. Ma forse due eventi spiccano sugli altri.

Il primo è la presa di possesso della cattedra nella Basilica di San Giovanni in Laterano. L’insediamento ebbe luogo il 7 maggio 2005. Nell’omelia, parlando della centralità di Cristo (quel sabato era la vigilia, per la Chiesa italiana, dell’Ascensione), Benedetto ricordò che «il compito di tutti i Successori di Pietro» è «essere la guida nella professione di fede in Cristo, il Figlio del Dio vivente. La Cattedra di Roma è anzitutto Cattedra di questo credo. Dall’alto di questa Cattedra il Vescovo di Roma è tenuto costantemente a ripetere: Dominus Iesus – Gesù è il Signore». E concluse così il suo discorso: «Cari Romani, adesso sono il vostro Vescovo. Grazie per la vostra generosità, grazie per la vostra simpatia, grazie per la vostra pazienza! In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani. Con le parole del salmo 87, un inno di lode a Sion, madre di tutti i popoli, cantava Israele e canta la Chiesa: “Si dirà di Sion: L’uno e l’altro è nato in essa…”. Ugualmente, anche noi potremmo dire: in quanto cattolici, in qualche modo, siamo tutti nati a Roma. Così voglio cercare, con tutto il cuore, di essere il vostro Vescovo, il Vescovo di Roma. E tutti noi vogliamo cercare di essere sempre più cattolici – sempre più fratelli e sorelle nella grande famiglia di Dio, quella famiglia in cui non esistono stranieri. Infine, vorrei ringraziare di cuore il Vicario per la Diocesi di Roma, il Cardinale Camillo Ruini, e anche i Vescovi ausiliari e tutti i suoi collaboratori. Ringrazio di cuore i parroci, il clero di Roma e tutti coloro che, come fedeli, offrono il loro contributo per costruire qui la casa vivente di Dio».

Il secondo è l’indimenticabile incontro con il clero romano tre giorni dopo l’annuncio della sua rinuncia, il 14 febbraio. Un appuntamento tradizionale, all’inizio della Quaresima, in cui il Pontefice incontra i sacerdoti della sua diocesi, che assunse un risvolto speciale. «È per me un dono particolare della Provvidenza che, prima di lasciare il ministero petrino, possa ancora vedere il mio clero, il clero di Roma. È sempre una grande gioia vedere come la Chiesa vive, come a Roma la Chiesa è vivente; ci sono Pastori che, nello spirito del Pastore supremo, guidano il gregge del Signore. È un clero realmente cattolico, universale, e questo risponde all’essenza della Chiesa di Roma: portare in sé l’universalità, la cattolicità di tutte le genti, di tutte le razze, di tutte le culture. Nello stesso tempo, sono molto grato al Cardinale Vicario (Vallini, ndr) che aiuta a risvegliare, a ritrovare le vocazioni nella stessa Roma, perché se Roma, da una parte, dev’essere la città dell’universalità, dev’essere anche una città con una propria forte e robusta fede, dalla quale nascono anche vocazioni. E sono convinto che, con l’aiuto del Signore, possiamo trovare le vocazioni che Egli stesso ci dà, guidarle, aiutarle a maturare, e così servire per il lavoro nella vigna del Signore». Come disse lo stesso Benedetto, non si trattò di un discorso ma di una «piccola chiacchierata sul Concilio Vaticano II». Cominciata con un aneddoto (il motivo per cui il cardinal Frings lo volle come suo esperto), fu in realtà una memorabile lezione sull’ermeneutica conciliare, concluso con la celebre affermazione secondo cui ci furono due Concili, quello dei Padri, vero, e quello “virtuale” dei media, che vedeva l’assise conciliare come una lotta di potere. «Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata … e il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale. Ma la forza reale del Concilio era presente e, man mano, si realizza sempre più e diventa la vera forza che poi è anche vera riforma, vero rinnovamento della Chiesa. Mi sembra che, 50 anni dopo il Concilio, vediamo come questo Concilio virtuale si rompa, si perda, e appare il vero Concilio con tutta la sua forza spirituale». Detto dall’ultimo Papa che ha partecipato personalmente al Vaticano II, appare come una potente dichiarazione profetica.

di Andrea Acali

31 dicembre 2022

Benedetto XVI: la biografia

Joseph Aloisius Ratzinger era nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo, a Marktl, in Baviera. Terzogenito di Maria Rieger e Joseph Ratzinger senior, fu battezzato lo stesso giorno. I due fratelli maggiori erano Maria (1921-1991) e Georg (1924-2020), a cui fu particolarmente legato fino alla fine, tanto che l’ultimo viaggio da Papa emerito fu per andare a trovare il fratello ormai in fin di vita.

Nel 1939 si iscrisse al seminario di Traunstein, chiuso nel 1942. Fu costretto a iscriversi alla Gioventù hitleriana per non ricevere sanzioni nelle tasse scolastiche ma grazie a un insegnante di matematica riuscì a non partecipare alle riunioni. A 16 anni fu arruolato nell’esercito tedesco, da cui disertò nelle ultime settimane di guerra, senza aver mai partecipato ad alcuna battaglia. Nel 1947 si iscrisse al seminario interdiocesano di Monaco. Il 29 giugno 1951, fu ordinato presbitero assieme al fratello Georg dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga.

Professore universitario, partecipò al Concilio Vaticano II prima come consulente teologico del cardinale di Colonia Frings, poi come perito. Il 24 marzo 1977 fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI. Fu consacrato il 28 maggio. Come motto episcopale scelse l’espressione Cooperatores veritatis.

Il 27 giugno 1977 Paolo VI lo creò cardinale, del titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino.

Nel 1978 partecipò ai due conclavi che elessero Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Quest’ultimo il 25 novembre 1981 lo nominò prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 27 novembre 2002 fu eletto decano del Sacro Collegio.

Fu eletto Pontefice il 19 aprile 2005. L’11 febbraio 2013, durante il concistoro per alcune canonizzazioni, annunciò la sua libera rinuncia al ministero petrino. Il 28 febbraio alle 20 si ritirò nel palazzo apostolico di Castelgandolfo, dando inizio alla sede vacante che portò all’elezione di Francesco.

31 dicembre 2022

La Chiesa piange Benedetto XVI

«Con dolore informo che il Papa Emerito, Benedetto XVI, è deceduto oggi alle ore 9.34, nel Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano». Il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni informa con queste parole della scomparsa del pontefice emerito, le cui condizioni di salute si erano aggravate nei giorni scorsi.

La comunità diocesana, che proprio ieri pomeriggio si era riunita in preghiera per lui con il cardinale vicario Angelo De Donatis, continua a pregare insieme alle Chiese di tutto il mondo per l’anima dell’amato vescovo emerito papa Benedetto XVI, ricordandolo con le parole pronunciate dal cardinale Angelo De Donatis.

“Benedetto XVI ha sempre mostrato una grande fiducia nella Provvidenza. Da sacerdote, a teologo, da vescovo, da papa, ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità di chi sa che, quando si sogna con Dio, i sogni diventano realtà. Come san Giuseppe, il nostro vescovo emerito ha sempre sottolineato il primato della Parola di Dio sulle nostre parole umane, ricordando il grande valore del silenzio e dell’ascolto. Anche lui ci ha fatto gustare, nel suo pontificato, il vino nuovo e buono dell’Amore. Pensiamo ad esempio alle prime parole dell’Enciclica “Deus Caritas est’. dove è scritto che all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensi l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte Benedetto XVI, umile operaio nella vigna del Signore, è testimone di questo Incontro. Rivestito di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, in profonda comunione con papa Francesco, il papa emerito è segno del volto bello della Chiesa che riflette la luce del volto di Cristo”.

Tutte le comunità parrocchiali, religiose e le cappellanie sono invitate a celebrare una santa Messa in suffragio dell’anima del papa emerito. Nella mattina del 2 gennaio, informano dalla Santa Sede, il corpo del Papa emerito sarà esposto nella basilica vaticana per ricevere l’ultimo saluto dei fedeli.

 

31 dicembre 2022

In preghiera per Benedetto XVI da San Giovanni in Laterano: «La gratitudine di tutta la diocesi che ha servito con disinteressato amore»

Foto di Cristian Gennari

«La festa della Santa Famiglia, quest’anno, si caratterizza dall’abbandono fiducioso dello Sposo di Maria e, con lui, di Benedetto XVI, il cui nome di battesimo è Giuseppe, in questo momento particolare della sua vita. Noi siamo qui per accompagnarlo con la nostra preghiera fiduciosa, per sostenerlo con tutto il nostro affetto, per esprimere a Dio la gratitudine di questa diocesi che lui ha amato tanto e servito con disinteressato amore». Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha spiegato, con semplici e toccanti e parole, il senso della celebrazione che ha presieduto ieri pomeriggio, 30 dicembre, nella basilica di San Giovanni in Laterano, dedicata in particolar modo a sostenere il Papa emerito Benedetto XVI, le cui condizioni di salute non sono buone.

Era stato proprio Papa Francesco, nei giorni scorsi, a chiedere a tutti di pregare per il suo predecessore. «Vorrei chiedere a tutti voi – aveva detto al termine dell’udienza generale – una preghiera speciale per il Papa emerito Benedetto, che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo, è molto ammalato, chiedendo al Signore che lo consoli, che lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa, fino alla fine». Il Santo Padre si era anche recato al monastero Mater Ecclesiae, dove Joseph Ratzinger risiede, per visitarlo.

Un invito prontamente accolto dalla diocesi di Roma. «Benedetto XVI ha sempre mostrato una grande fiducia nella Provvidenza – ha detto anche il cardinale De Donatis nell’omelia della Messa di ieri –. Da sacerdote, da teologo, da vescovo, da papa, ha espresso, allo stesso tempo, la fortezza e la dolcezza della fede, l’essenzialità e la semplicità di chi sa che, quando si sogna con Dio, i sogni diventano realtà. Come san Giuseppe, il nostro vescovo emerito ha sempre sottolineato il primato della Parola di Dio sulle nostre parole umane, ricordando il grande valore del silenzio e dell’ascolto. Anche lui ci ha fatto gustare, nel suo pontificato, il vino nuovo e buono dell’amore».

La celebrazione, animata dal Coro della Diocesi di Roma, si è conclusa con l’atto di affidamento del Papa emerito a Maria.

31 dicembre 2022

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