14 Agosto 2025

Presiede la processione sul fiume Tevere della “Madonna Fiumarola”

Presiede la processione sul fiume Tevere della “Madonna Fiumarola”.

E’ tornato alla casa del Padre Giuseppe Cataldo, papà di don Giovanni Matichecchia

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,

il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,

sono vicini al dolore di Don Giovanni Matichecchia,

Cappellano ospedaliero presso gli Istituti fisioterapici ospedalieri I.F.O. – Istituto nazionale tumori Regina Elena –

Istituto dermatologico San Gallicano,

già Addetto del Centro per la Pastorale Sanitaria del Vicariato dal 2018 al 2020,

per la morte del suo caro papà

Giuseppe Cataldo

di anni 90

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,

ricco di misericordia, perché conceda a Giuseppe Cataldo

il premio della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

I funerali si svolgeranno lunedì, 26 luglio 2021, alle ore 16.30,

presso la Parrocchia Santa Maria delle Grazie

(Carosino, TA)

 

25 luglio 2021

Nella Basilica Vaticana concelebra nella liturgia eucaristica presieduta dal Santo Padre in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni

Nella Basilica Vaticana concelebra nella liturgia eucaristica presieduta dal Santo Padre in occasione della Giornata Mondiale dei Nonni.

Gli anziani nelle parrocchie: la scoperta di un tesoro

Anziani che aiutano i loro coetanei in difficoltà, sono di supporto alle famiglie e rappresentano un punto di riferimento fondamentale nelle comunità parrocchiali della diocesi di Roma. È quanto emerge dalla ricerca “La scoperta di un tesoro” che la Caritas diocesana presenta in occasione della prima Giornata mondiale dei Nonni e degli Anziani promossa da Papa Francesco. Si tratta di un’indagine svolta nelle tredici comunità parrocchiali che hanno aderito al programma Quartieri Solidali con iniziative che prevedono il coinvolgimento attivo del territorio nella pastorale per la Terza età.

«Amore, riconoscenza e gratitudine sono i sentimenti che ci legano agli anziani – scrive il cardinale Angelo De Donatis, vicario per la diocesi di Roma, nel presentare l’iniziativa – e per questo il nostro Vescovo Papa Francesco ha voluto istituire la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani nella quarta domenica di luglio, vicino alla festa liturgica dei santi Gioacchino e Anna. In un’epoca in cui l’invecchiamento della popolazione viene presentato come una serie minaccia alla nostra società e alla vita delle comunità cristiane, grazie all’iniziativa del Papa e all’emersione delle tante testimonianze delle parrocchie, possiamo trovare negli anziani quel contesto necessario per la riscoperta della fede e dei valori che ci fanno cristiani. Tra questi vi sono la solidarietà tra generazioni e tra le famiglie».

Nell’introduzione della ricerca, il cardinale evidenzia come «ben 280 volontari che hanno superato i 65 anni di età si dedicano ad altre persone, più di 300, che hanno bisogno di compagnia, di aiuto per le incombenze domestiche, di accompagnamento per il disbrigo di pratiche amministrative e visite mediche. Ma non è solo questo. Sono di supporto alle loro famiglie, soprattutto dove ci sono nipoti da accudire e, grazie al loro coinvolgimento nelle comunità parrocchiali, diventano il perno per le attività liturgiche e per la catechesi dei ragazzi. I gruppi di Quartieri Solidali sono inoltre il punto di incontro della parrocchia con il quartiere: con i centri sociali anziani, con le scuole, con le associazioni di volontariato».

La Caritas di Roma ha svolto un sondaggio tra quanti sono coinvolti in Quartieri Solidali per conoscere l’impatto della pandemia sulle loro vite. Sono stati intervistati 87 anziani, in tredici parrocchie, in rappresentanza dei circa 600 che aderiscono alle iniziative promosse nelle comunità. Si tratta soprattutto di donne (81%) di età superiore ai 75 anni (66%), prevalentemente vedove (51%), che vivono sole (49%) e con un’istruzione medio alta (62% diploma o laurea). Durante il periodo della pandemia, quasi il 70% delle persone anziane già assistite dal progetto si è messa a sua volta a disposizione offrendo un qualche servizio di aiuto. In modo specifico il 30% ha offerto un servizio per un familiare, il 24,1% per le persone della parrocchia e il rimanente 27,5% per persone con cui hanno relazioni o contatti (12,6% amici, 11,5% vicini di casa, 3,4% conoscenti). Solo il 31% delle persone dichiara di non avere potuto essere di aiuto a nessuno. Il dato è molto significativo e dimostra che l’età anziana è contrassegnata certamente da diverse fragilità ma anche da variegate possibilità di mettersi a servizio degli altri, con un atteggiamento di apertura, di disponibilità e di prossimità pur nella separazione fisica.

La metà degli intervistati (il 60,9%) è riuscito a mantenere stabili le sue amicizie, mentre nel 25,3% dei casi esse sono diminuite e nel 10,3% hanno visto un certo aumento. Gli strumenti di comunicazione maggiormente utilizzati dalle persone anziane assistite risultano essere nel 56,3% dei casi le telefonate e nel 25,3% gli Sms o le chat WhatsApp. Pur avendo potuto compensare il distanziamento con i mezzi di comunicazione, l’insostituibilità della relazione di contatto appare come la richiesta più urgente. L’avvento della pandemia e del distanziamento forzato ha di fatto impedito la prosecuzione degli incontri in luoghi diversi dall’abitazione che molte persone vivevano anche in maniera informale, nella quotidianità delle loro abitudini. Infatti, se il 73,6% riferisce che nel periodo antecedente la pandemia aveva la parrocchia come luogo di riferimento per gli incontri nel proprio quartiere, un altro 32,2% utilizzava anche parchi o giardini, un 12,6% i bar di zona e il 10,3% centri ricreativi o di intrattenimento e il 3,4% indica la piazza come luogo aggregativo. Per questo, il 39,1% afferma che il bisogno maggiormente percepito durante il periodo della pandemia è stato proprio quello della compagnia, a cui succedono quelli di carattere più materiale: aiuto per fare la spesa (10,3%), supporto per le tecnologie informatiche (10,3%), aiuto per bisogni sanitari (9,2%), aiuto nella mobilità (2,3%), supporto amministrativo (2,3%). Il 25,3% ha però dichiarato di non aver avuto alcun bisogno specifico.

Invitati a riflettere sui cambiamenti intervenuti nel periodo pandemico relativamente all’aspetto della solitudine, il 48,3% dichiara di non avere notato cambiamenti di grande rilievo, la metà circa lamenta un aggravamento della sua condizione (46%) o afferma che già in precedenza soffriva una condizione di isolamento (4,6%) non dissimile da quella provocata dalla pandemia.

Quartieri Solidali è un progetto promosso dalla Caritas di Roma e finanziato con i fondi 8xmille della Conferenza episcopale italiana. Rivolto alle comunità parrocchiali, il progetto presenta nuove opportunità di animazione e di cura pastorale rivolte alle persone anziane e alle loro famiglie attraverso lo stare accanto alle storie di solitudine. L’iniziativa prende vita formalmente a partire da dicembre 2013. L’idea ispiratrice è sostanzialmente quella di ricostruire i rapporti “naturali” e sostenere le persone nel proprio quartiere mediante nuove forme di vicinanza, in modo complementare alla famiglia. Una ricostruzione della rete di aiuto possibile grazie alla creazione di un modello organizzato che faccia diventare soggetto la comunità e non il singolo. L’iniziativa propone di cambiare punto di osservazione, ossia considerare l’anziano non solo come destinatario di servizi e interventi, ma soggetto portatore di esperienza, competenze, capacità pratiche e teoriche; come risorsa per sé stesso e per la comunità. Significa quindi restituire dignità e riconoscere quel valore che fa di ogni persona l’identità e l’immagine del creatore. In particolare, sono coinvolte le parrocchie Santa Bernadette Soubirous, San Giuseppe al Trionfale, San Luca Evangelista, Nostra Signora di Lourdes, San Saturnino, Sant’Ugo Vescovo, Santa Maria Ausiliatrice, Santa Maria Maddalena De’ Pazzi, San Pio V, Santissima Annunziata, Santissimo Sacramento, San Tommaso D’Aquino, San Giuseppe al Nomentano.

Il Dossier realizzato dalla Caritas è scaricabile a questo link: https://tinyurl.com/za5a74b2

23 luglio 2021

Il rococò romano di Santa Maria Maddalena

Articolo a cura delle Missionarie della Divina Rivelazione

Nel mese di luglio, oltre a altre belle ricorrenze, celebriamo la Festa di Santa Maria Maddalena che, in modo ancora più speciale, abbellisce il calendario liturgico. Il 22 luglio la Chiesa ricorda particolarmente l’Apostola degli Apostoli che in tutto il mondo è associata all’amore misericordioso di Cristo, che senza guardare il passato, perdona i peccati degli uomini e ridona la speranza.

Maria Maddalena, che la tradizione identifica con la pubblica peccatrice riportata dai Vangeli, ha una piccola chiesa dedicata a lei nel centro storico di Roma. La chiesa di Santa Maria Maddalena, situata nell’omonima piazza voluta da Papa Urbano VIII, non è molto grande, ma è un’importante gemma che compone l’immensa gamma di pietre preziose della tradizione architettonica romana. Si tratta di uno dei pochi esemplari dello stile rococò romano, che riempie lo sguardo dei pellegrini che la visitano in un concentrato di splendore tipico dell’eredità barocca del Seicento.

Di origini seicentesche, la chiesa, costruita su una cappella del Trecento, è stata affidata, come attestano i documenti, alla prestigiosa Arciconfraternita del Gonfalone. Nell’anno 1586 è stata concessa al sacerdote abruzzese Camillo de Lellis, fondatore del nascente Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi, oggi conosciuti in tutto il mondo come i padri camilliani. Secoli dopo, questa chiesa diventerà anche il sacrario che conserva le spoglie di San Camillo, la cui memoria si celebra ugualmente nel mese di luglio.

La facciata, conclusa dall’architetto Giuseppe Sardi nel 1735, trasmette già l’idea della necessità di rendere visibile la gloria delle realtà divine attraverso la bellezza architettonica, in un periodo di grande contrasto con il progredito illuminismo. Con una decorazione inusuale per il contesto dell’epoca, ha ricevuto dai critici l’appellativo di “chiesa di zucchero” per lo stile, appunto, carico di elementi. Sotto la croce, che sta al centro della facciata, troviamo l’iscrizione: “O CRUX AVE SPES UNICA PIIS ADAUGE GRATIAM”: “Salve o Croce, unica speranza, accresci ai devoti la grazia”.

La chiesa presenta un’unica navata, che ospita sei cappelle laterali armoniosamente disposte al suo interno e una notevole cupola di raffinata bellezza. Il fedele, quando entra, passa sotto lo splendido organo del Settecento, situato nella controfacciata e decorato in oro e figure di stucco. Il fedele che lo osserva sente già che la sua anima si eleva alla contemplazione.

Il soffitto ligneo, opera di Michelangelo Cerruti, è affrescato con la risurrezione di Lazzaro e la scena, sospesa in alto, sembra sostenuta dai diversi angeli che la toccano con delicatezza o la guardano con la dolcezza propria di questi spiriti celesti.

Subito a destra si trova la cappella di San Francesco di Paola che ospita il dipinto raffigurante il santo mentre risuscita un bambino. In seguito, si trova la cappella che contiene un bellissimo dipinto della Vergine col Bambino, di autore ignoto, che è molto venerata dai fedeli da quando, nel 1619, è stata intronizzata. In origine si trovava  nell’altare maggiore.

La terza cappella alla destra, dedicata originalmente alla Vergine Assunta, è il luogo scelto per ricevere le spoglie di San Camillo; si tratta di una cappella degna di stupore per la maestosità del suo complesso marmoreo riccamente decorata con elementi in lapislazzuli, alabastro e diaspro sanguineo, incoronati da un meraviglioso affresco attribuito a Sebastiano Conca che rappresenta la gloria di San Camillo fiancheggiato dalle virtù. L’altare di San Camillo, invece, è opera di G. Francesco Rosa e Franceso Nicoletti.

Prima di arrivare alla cappella del Crocifisso, che espone il miracoloso Crocifisso di San Camillo, passando davanti alla cappella delle reliquie, si trova il passaggio antistante dove si conserva la statua lignea della Maddalena del secolo XV. Una statua, anch’essa miracolosa e che mantiene vivo un racconto interessante: si dice che durante la piena del Tevere del 1598 la statua fu vista galleggiare nella chiesa invasa dalle acque e miracolosamente ha raggiunto l’altare maggiore conservandosi intatta, nonostante quella calamità. Molti sono i fedeli che per secoli hanno venerato questa immagine con grande devozione.

Di fronte all’altare maggiore il fedele contempla il grande quadro di Santa Maria Maddalena in preghiera e la croce camilliana portata in cielo dagli angeli, del giovanissimo artista Michele Rocca (all’epoca aveva solo ventitré anni). Questo bellissimo altare, scolpito in marmo e pietre preziose, invita a volgere lo sguardo verso l’alto e, mentre si guarda in alto, l’occhio incontra l’armonioso gruppo marmoreo composto da un angelo, un angioletto e putti che abbracciando e indicando la croce ricordano la sorgente dell’amore che ha chiamato sia Santa Maria Maddalena che San Camillo de Lellis a intraprendere una nuova strada. Ai lati dell’altare, due bassorilievi illustrano due dei momenti più importanti della vita della santa: la visita al sepolcro di Cristo e il Noli me tangere, l’incontro con Gesù risorto.

Le cappelle che si vedono sulla destra sono quelle dedicate a San Nicola da Bari, con la bella palla d’altare di Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccio, a San Lorenzo Giustiniani e alla Vergine Maria Assunta in cielo, con il quadro che si trovava nella cappella che oggi è dedicata a San Camillo.

Uno speciale accenno va fatto alle statue messe in alto lungo le pareti della navata che hanno un notevole interesse iconografico in quanto raffigurano le virtù della buona Confessione: Humilis, Secreta, Simplex, Verecunda, Fidelis, Lacrymabilis. Queste statue propongono a chi le guarda l’opportunità di disporsi alla preghiera e alla scoperta dell’amore divino per mezzo del Sacramento.

La cupola della chiesa non è meno apprezzabile e suscita anche lei un sospiro di ammirazione quando la si guarda incastonata tra i quattro archi che compongono la crociera. Nella cupola, da molti attribuita a Carlo Fontana, sono affrescate la gloria della Santissima Trinità, la Vergine Maria e i Santi, nei pennacchi i dottori della Chiesa, opera del pittore Stefano Parrocel, conosciuto come “il romano”.

Infine, questa chiesa si vanta di avere una sacrestia ritenuta tra le più belle di Roma ed è uno dei pochi esemplari del suo stile, il barocchetto romano. Situata dove prima era il refettorio dei padri camilliani, ha una bellezza speciale. Ha sei armadi di legno con dipinto marmorizzato e bordi dorati conclusi da bussole angolari. Il soffitto è affrescato con la gloria di san Camillo, insieme a san Filippo Neri, che contemplano la Vergine Santissima. Tutto l’ambiente appare gaio e armonioso, quasi fosse in continuità con la chiesa.

A colei che fu la prima testimone del Risorto e la prima messaggera che annunciò agli apostoli la risurrezione del Signore, chiediamo l’intercessione per essere anche noi annunciatori del Risorto con la vita e la parola.

 

22 luglio 2021

A Fatima il pellegrinaggio diocesano di fine estate

Il pellegrinaggio diocesano di fine estate è confermato: destinazione Fatima, con la guida del cardinale vicario Angelo De Donatis. Per partecipare è necessario essere in possesso del Green Pass e compilare il modulo di localizzazione digitale dei passeggeri dell’Unione europea (PLF – Passenger Locator Form); l’Opera romana pellegrinaggi, che cura l’organizzazione tecnica, supporta i partecipanti anche nella compilazione del documento. «Siamo in costante contatto sia con il ministero della Salute italiano che con quello portoghese – assicura don Savino Lombardi, assistente spirituale dell’Orp –. Le frontiere non sono chiuse, ci si può spostare in sicurezza rispettando le condizioni richieste sia dall’Italia che dal Paese di destinazione».

I fedeli attendono con fiducia la partenza, il 28 agosto: «Al momento abbiamo circa duecento iscritti e nessuno si è ritirato o si è mostrato preoccupato», aggiunge il sacerdote. Anche perché tutti i pellegrini sono coperti con garanzia Covid-19. «Questo significa – spiega Pietro Antonelli, responsabile del Settore pellegrinaggi di Orp – che se fosse necessario un prolungamento del soggiorno per fermo sanitario, che può essere una quarantena, una positività o anche la chiusura delle frontiere, c’è la copertura assicurativa totale, quindi il pellegrino non spende un soldo dei suoi». Ancora, aggiunge Antonelli, «eventuali chiusure del Paese di destinazione sono causa di annullamento del viaggio con il rimborso totale di quanto versato, ad eccezione della quota della biglietteria aerea per la quale la compagnia aerea potrebbe emettere voucher nominativo di pari importo spendibile nei mesi successivi».

Si partirà dunque il 28 agosto, con volo di linea, alla volta di Lisbona; in programma una visita della città, con il Monastero Dos Jeronimos, realizzato in stile “manuelino”, fatto costruire da Re Manuele I per celebrare il ritorno del navigatore Portoghese Vasco de Gama (qui sepolto); la Torre di Belem, simbolo della città; la cattedrale, costruita intorno al 1150 per il primo vescovo di Lisbona, sul terreno di una vecchia moschea; la chiesa di Sant’Antonio da Padova, costruita sulla sua casa natale. In serata lo spostamento a Fatima, con la recita del Rosario e la fiaccolata alla Cappella delle Apparizioni. Il giorno successivo, il cardinale De Donatis presiederà la Messa internazionale e terrà una catechesi; mentre la giornata di lunedì sarà aperta dalla Via Crucis a Os Valinhos, luogo della prima e della terza apparizione, e alla visita di Aljustrel, villaggio natale dei tre pastorelli. Il 31 la Messa e poi il rientro a Roma. Possibile anche anticipare la partenza a giovedì 26 e visitare, nei primi due giorni di pellegrinaggio, Santiago de Compostela guidati dal vescovo ausiliare Dario Gervasi, nell’anno del Giubileo compostelano, che viene celebrato solo poche volte in un secolo.

«Nel 1917 da Fatima la Vergine Maria annunciò la fine della Grande Guerra, in un momento in cui sia il Portogallo che l’Europa erano ancora nel pieno dei combattimenti – riflette monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato di Orp –. Mi piace vedere questa correlazione: Fatima è il posto giusto dove andare per prendere la forza di combattere contro la pandemia, con la certezza ci sono tempi nuovi che ci aspettano».

22 luglio 2021

La Giornata mondiale dei nonni: l’invito dei vescovi Gervasi e Ricciardi

Mancano pochi giorni alla Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che si festeggerà domenica 25 luglio alle ore 10 con Papa Francesco. I vescovi ausiliari della diocesi di Roma monsignor Dario Gervasi e monsignor Paolo Ricciardi invitano a partecipare. I biglietti per la liturgia, completamente gratuiti, possono essere ritirati al secondo piano del Palazzo Apostolico Lateranense, presso il Centro per la pastorale sanitaria.

«La Giornata è stata voluta dal Santo Padre in prossimità della memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù – sottolinea il vescovo Ricciardi –. Il Papa tante volte ci ha richiamato all’attenzione agli anziani, soprattutto ha chiesto ai giovani, ai nipoti di essere vicini ai loro nonni così come i nonni sono vicini ai loro nipoti. Questa alleanza tra generazioni è il futuro dell’umanità».

Mentre il vescovo Gervasi definisce la festa di domenica prossima «un’occasione molto bella», «che scalda il cuore».

I video integrali sono disponibili sulla pagina Facebook della diocesi.

20 luglio 2021

L’Azione cattolica di Roma si prepara alla Festa dei nonni

L’Azione cattolica di Roma e in particolare il Settore Adulti diocesano parteciperà alla Messa delle ore 10 del 25 luglio, presieduta da Papa Francesco, con una rappresentanza tra soci e simpatizzanti di oltre 75 anziani e nonni insieme alle loro famiglie. Con loro anche il presidente Marco Di Tommasi, il segretario Chiara Sancin e i vice presidenti per il settore adulti Nunzia Mattiello e Gian Carlo Olcuire. Anche alcuni novantenni saranno presenti alla celebrazione, così come una rappresentanza del livello nazionale, vicepresidente e assistente nazionale Adulti e alcuni consiglieri nazionali.

«Vuole essere questo un modo per farsi missionari – sottolinea Chiara Sancin –, rispondendo all’appello della stessa diocesi di Roma di partecipazione a questa Santa Messa portando anziani e nonni ad un momento tutto dedicato a loro nell’anno dedicato alla famiglia. Nonni e anziani che rappresentato un tassello importante per la società e per una cultura di recupero del senso della famiglia».

In occasione della giornata, per una sensibilizzazione delle parrocchie e delle associazioni, l’Ac di Roma in queste settimane ha predisposto alcuni video autoprodotti disponibili sul canale YouTube dell’associazione, nonché una newsletter ad hoc.

20 luglio 2021

I giovani e le relazioni, il nuovo video sull’ascolto

Pubblicato sul canale YouTube del Servizio diocesano per la pastorale giovanile il nuovo video dedicato all’ascolto dei giovani. Al centro di questo troviamo la tematica delle relazioni.

L’obiettivo, spiegano dalla Pastorale giovanile, è far confrontare i ragazzi con argomenti che solitamente non vengono loro sottoposti, senza però indirizzarli verso una risposta precostituita o un’offerta formativa, ma limitandosi ad ascoltare i loro pensieri e i loro sentimenti; possono così emergere spunti utili, tali da permettere un dialogo nuovo, partendo proprio dalle stesse parole dei ragazzi che hanno partecipato al video. Lo strumento utilizzato, prevede l’intervista di un campione di ragazzi che sia espressione del target di riferimento, ovvero giovani (di età compresa tra i 14 e i 22 anni) provenienti dalle diverse aree di Roma e rappresentativi di ogni ceto sociale. Gli interventi dei ragazzi confluiscono poi nei video, mediante l’utilizzo di un montaggio che conferisce al prodotto finale la forma e il ritmo tipica dei prodotti social. Successivamente, attraverso le modalità del “focus group”, verranno fatti vedere questi video ai ragazzi e si raccoglieranno le loro spontanee osservazioni.

 

19 luglio 2021

Salute, quel divario che esclude

«Un servizio sanitario gratuito, che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo! E per questo occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti». Le parole pronunciate da Papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa dal Policlinico Gemelli introducono il rapporto “Salute e fragilità sociale in tempo di pandemia: un punto di vista”, curato dall’Area sanitaria e dall’Area studi e comunicazione della Caritas di Roma. Sintetizzano bene l’analisi offerta nel volume sulla sanità nazionale e regionale durante la pandemia, nell’ottica di coloro che sono ai margini dal Servizio sanitario nazionale.

Presentato venerdì pomeriggio, 16 luglio, nel salone della Cittadella della carità, il rapporto nella prima parte descrive il lavoro fatto nei 206 centri di ascolto coordinati dalla diocesi, che durante la pandemia hanno promosso 137 punti di distribuzione, 13 centri di stoccaggio per alimenti e potenziato il servizio dei 5 Empori della solidarietà, sostenendo 48.083 persone. La seconda parte invece mette in luce le disuguaglianze amplificate dal Covid-19. Migliaia di persone a Roma vivono in condizioni di grave marginalità e precarietà assoluta. I senza dimora, il cui censimento è fermo al 2015, sono 8mila e in pieno lockdown sono “scomparsi” dai decreti nazionali e regionali. Per i tanti privi di tessera sanitaria, di medico di base, di domicilio, è stato impossibile fare il tampone, il che ha reso più difficile l’accoglienza in sicurezza.

«Non da tutti gli attori pubblici e del privato sociale è stata compresa o accolta la proposta di istituire strutture ponte – si legge nel volume -. L’obiezione più frequentemente esplicitata si riferiva al fatto che, non essendo i centri di accoglienza a bassa soglia delle strutture chiuse, non avrebbe avuto senso isolare chi, a termine del periodo, sarebbe potuto uscire durante il giorno dal centro senza problemi. Tale obiezione non teneva conto né della grande fragilità degli ospiti già presenti nelle strutture né della portata, in termini di sanità pubblica, dell’innesco di possibili focolai all’interno di tali contesti». Il 60% delle strutture si è visto costretto a trovare soluzioni “fai da te” per la gestione dei contagiati. A maggio 2020, solo il 21% delle strutture aveva potuto beneficiare di una “soluzione istituzionale” mentre il 72% aveva dovuto risolvere il problema in autonomia.

«Disparità enormi» si sono verificate anche per accedere alla campagna vaccinale. «In una situazione complessa come quella della pandemia – prosegue il rapporto – chi si è impegnato, per lavoro o volontariato, nell’ambito sanitario in contesti già di per sé complessi, come quelli della marginalità sociale, ha potuto toccare con mano come, per tutelare i diritti di ogni persona, non siano sufficienti le iniziative di singole persone o singole associazioni e neanche del terzo settore in rete senza il supporto pubblico istituzionale. Si devono promuovere politiche a tutela di diritti già riconosciuti, mettendo in atto quella forma di carità che non è semplicemente rivolta a singole persone ma che si trasforma in carità sociale e politica, a tutela del bene comune». Per non lasciare solo nessuno, il Poliambulatorio della Caritas diocesana, anche in pieno lockdown (10 marzo-17 maggio 2020), ha seguito 436 persone ed effettuato 1.500 interventi di triage a beneficio di senza dimora.

Riconoscendo le potenzialità di un sistema capace di «mettersi in gioco rapidamente», l’organismo diocesano auspica maggiore disponibilità, qualità, servizi fruibili per tutti in egual modo. «Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) – si legge ancora -, con i provvedimenti che ne seguiranno, può essere una straordinaria occasione di cambiamento proprio alla luce di quanto abbiamo vissuto con la pandemia, che ha svelato gli errori fatti in termini di programmazione sanitaria, di priorità organizzative, di allocazione delle risorse e, in definitiva, di carenza di governance territoriale e nazionale».

di Roberta Pumpo da Roma Sette

19 luglio 2021

La Giornata mondiale dei nonni e degli anziani: l’invito da Pietro e Antonella

Aspettando la Giornata Mondiale dei Nonni e degli anziani con Papa Francesco, il 25 luglio a San Pietro, ecco l’invito di una coppia dei nonni, Pietro e Antonella. È già possibile ritirare i biglietti gratuiti per partecipare alla Messa con il Santo Padre, al secondo piano del Vicariato, presso il Centro per la Pastorale sanitaria della diocesi.

Pietro e Antonella si conoscono da 51 anni e sono sposati da 43. Hanno cresciuto tre figli e adesso si prendono cura di 4 nipoti: Nicola, Caterina, Elena e Noemi. Domenica prossima anche loro parteciperanno alla Messa per i nonni con Papa Francesco, nella basilica di San Pietro. «Con i nostri nipoti ci divertiamo molto, giochiamo… Con i figli era diverso, ce li siamo goduti fino a un certo punto, presi anche dal lavoro e dalle incombenze quotidiane», racconta Antonella. Le fa eco Pietro: «Quando ho preso in braccio Nicola, il mio primo nipote, per la prima volta, ho provato una grande gioia, ma molta diversa da quella che provai con i miei figli. Ho sentito davvero che dovevo rispondere a una chiamata diversa, quella di essere nonno». La stessa emozione sentita quando hanno ricevuto la notizia che presto sarebbe arrivato un nipotino. «Ricordo che ci eravamo già messi al letto, erano le dieci di sera, quando all’improvviso suona il citofono – rievoca Pietro –. Era nostro figlio con la moglie, così ci siamo rivestiti e li abbiamo fatti salire a casa. Loro ci hanno dato la bella notizia e noi abbiamo aperto una bottiglia di prosecco… ne teniamo sempre una in fresco, perché c’è sempre un motivo per festeggiare».

19 luglio 2021

Oratori, la formazione per gli animatori

Foto di Cristian Gennari

Si chiama “Villaggio Oratorio” la proposta formativa del Centro oratori romani per quanti prestano servizio negli oratori, che si terrà dal 2 al 5 settembre al Pontificio Seminario Minore. Non il solito campo estivo come gli anni scorsi, sottolineano dal Cor, ma un progetto con una veste nuova, «per coinvolgere maggiormente gli interi oratori all’interno di un’unica grande esperienza formativa, che favorisca il confronto tra le diverse realtà, il contributo fattivo degli oratori alla realizzazione della proposta e la condivisione delle esperienze a valle di quest’anno così nuovo per tutti».

All’interno, infatti, ci saranno percorsi differenziati per fasce di età, dai 14 ai 25 anni, e momenti comuni per vivere in pieno la dimensione oratoriana intergenerazionale. Per i preadolescenti e adolescenti (14-18 anni) è previsto anche il pernotto, mentre per i giovani (19-25) si avrà il rientro serale alle proprie abitazioni. La proposta per tutti i catechisti over 25, per i responsabili di oratorio e per i sacerdoti è invece quella di tre “talk” serali (2/3/4 settembre) che prevedono un aperitivo insieme e l’incontro con un relatore.

Interverranno l’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, per un confronto sul documento “Antiquum Ministerium” – che ha istituito il ministero di catechista – e scoprire il senso di una ministerialità che è servizio alla comunità ecclesiale (giovedì 3 settembre). Ancora, don Armando Matteo, docente di teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana e sottosegretario aggiunto della Congregazione per la dottrina della fede, per approfondire la necessità di una leadership “adulta” ovvero capace di responsabilità e di accompagnare nella crescita (venerdì 4 settembre). E Francesca Busnelli, docente di pedagogia sociale presso l’Università Pontificia Salesiana, per scoprire la forza di una leadership che metta al centro la persona, attraverso la capacità di gestire gruppi di lavoro con un’attenzione peculiare a valorizzare il contributo di ciascuno secondo le proprie potenzialità ed attitudini (sabato 5 settembre).

Per ulteriori informazioni: https://www.centrooratoriromani.org/formazione/campus

19 luglio 2021

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