20 Dicembre 2025

La Giornata diocesana del gioco e dello sport

Sport, musica e condivisione nella seconda edizione della Giornata diocesana del gioco e dello sport, organizzata da due Uffici della diocesi di Roma, quello per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport e quello per la pastorale giovanile, con la collaborazione di tante realtà associative impegnate con i ragazzi: dal Csi all’Us Acli, dall’Azione cattolica al Cor. Tutti uniti per passare una giornata indimenticabile di musica e sport insieme a oltre 35 Federazioni sportive.

Il 22 aprile, nell’ambito del Villaggio per la terra, l’appuntamento – a ingresso libero e gratuito – è dalle 9 alle 19 nella grande area del Galoppatoio di Villa Borghese, per provare a praticare diversi sport arrampicata sportiva, badminton, basket, canottaggio, pallavolo, judo, tennis… Spazio anche alla musica, poiché a partire dalle 16 saliranno sul palco i “Korban” e i “C.A.P. 148” due band musicali composte da ragazzi e ragazze provenienti da diverse parrocchie romane. Presentatori dell’evento saranno Matteo Maio e Tommaso Arpino, dell’équipe diocesana di pastorale giovanile. «È un esempio di Chiesa in uscita, un modo per abitare uno spazio caro ai giovani», osserva il direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile don Alfredo Tedesco.

Il Csi e l’Us Acli allestiranno un’area di gioco per i bambini, giovani e per le famiglie della diocesi di Roma, dove tutti i partecipanti potranno cimentarsi in un circuito costituito dal gioco della dama e degli scacchi giganti, dal lancio del vortex, dal dodgeball, dal tiro con l’arco, dal ping-pong, dal basket, dallo shuttlecock, dal tiro al bersaglio con le freccette e dal gioco del calcio.

«Essere presenti a Villa Borghese – osserva don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport – nell’ambito delle attività per la Giornata della terra è per noi importante, sia perché si tratta di una preziosa occasione di interazione tra le diverse realtà sportive e oratoriali della diocesi, sia perché è un modo di conoscere e farsi conoscere da famiglie e ragazzi che diversamente sarebbe più difficile intercettare. I temi dell’ambiente sono poi molto cari alla nostra Chiesa e in particolare a Papa Francesco che, oltre ad aver pubblicato nel 2015 la Laudato si’, l’enciclica sociale sulla cura della casa comune, ha partecipato proprio a questa manifestazione nel 2016. Per cui siamo felici di poter dare il nostro contributo il 22 aprile con la Giornata diocesana del gioco e dello sport».

17 aprile 2023

La Giornata diocesana degli infermieri al Policlinico Umberto I

Foto Gennari

“Le mani che curano, il cuore che ama” il tema della Giornata diocesana degli infermieri, che si terrà giovedì 13 novembre, indetta dall’Ufficio per la pastorale della salute del Vicariato di Roma. Momento di riflessione e spiritualità nella cappella “Giovanni Paolo II” del policlinico Umberto I per onorare gli infermieri come “Testimoni della misericordia di Dio”, nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di santa Agostina Pietrantoni, patrona degli Infermieri d’Italia. Angelo Pochini, caposala al San Camillo Forlanini, definisce la sua professione «uno stile di vita».

Nonostante le sfide attuali, come «modelli di lavoro vecchi che non riconoscono la piena autonomia professionale», sottolinea «il potenziale umano enorme. Il Covid ci ha insegnato che la vera forza del nostro lavoro è l’umanità». L’infermiere, spiega, è l’unica figura a cui è affidata la «presa in carico totale del paziente». Pochini evangelizza in corsia attraverso «piccoli, semplici gesti nel quotidiano», promuove la celebrazione delle Messe nei periodi forti dell’anno e momenti di preghiera come la Via Crucis.

La coordinatrice infermieristica del setting domiciliare dell’unità cure palliative del Policlinico Gemelli, Isabella Ferruzzi, si sofferma sull’importanza dell’approccio territoriale. «La nostra è una missione – afferma, evidenziando che a domicilio – l’infermiere entra in casa gestendo situazioni spesso complesse non solo del paziente ma anche della famiglia. È una presa in carico a 360° gradi». L’aspetto umano è quindi preponderante. «Non è solo una professione di assistenza tecnica. L’empatia, il tempo di relazione e il tempo di cura sono fondamentali – aggiunge -. Di fronte al dolore, l’evangelizzazione è difficile. A volte anche le domande che ci fanno sono complicate, ma un supporto spirituale è importantissimo».

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La Giornata diocesana contro la tratta di persone

Foto di Cristian Gennari

«Io ero una ragazza per bene, andavo a scuola con la divisa. Ho fatto anche la maturità. Poi sono dovuta scappare per dei problemi personali. Quando ho scoperto che l’amica che mi ha aiutato a scappare dalla Nigeria mi aveva venduto, ho pianto per una settimana. Poi non ero più io. Ero come svuotata. Facevo quello che mi chiedevano di fare e basta. In Libia la madame mi diceva che se guadagnavo tanto mi liberava. E così sono arrivata in Italia. Ma anche qui qualcuno mi aspettava per sfruttarmi. Quando esci la sera per andare sulla strada non sai mai se tornerai a casa: ti può accadere di tutto. Gli uomini ti fanno delle cose orribili. Poi mi ha preso la polizia e così ho potuto incontrare la mia nuova madre in Italia. Mi ha dato fiducia e oggi sono una donna perbene».

La toccante testimonianza di Blessing (il nome è di fantasia) è stata scelta dal Coordinamento diocesano antitratta per la Giornata diocesana contro la tratta di persone, che ricorre ogni anno il 14 maggio. Le parole di questa giovane nigeriana potranno essere lette durante le celebrazioni, o ancora stampate e distribuita tra i fedeli che partecipano alla Messa, sia sabato che domenica.

I suggerimenti arrivano dal vescovo Benoni Ambarus, delegato per la carità e i migranti. «Purtroppo anche nella nostra città molte persone vengono sfruttate nella prostituzione e nei lavori più umili, perdendo la propria libertà – riflette –. Alcune di loro le possiamo vedere seminude sulle nostre strade, altre sono chiuse nelle case, nascoste ai nostri occhi. Sono vittime di un sistema criminale che toglie loro la libertà e la dignità. Uscire da questa schiavitù, perché di questo si tratta, è possibile, ma non senza un aiuto». Su questo fronte sono impegnate la diocesi e tante realtà e associazioni, ma è importante che ci sia una sensibilità diffusa sul tema della tratta. «È fondamentale – prosegue infatti il vescovo Ambarus – che questa richiesta di aiuto trovi ascolto e terreno fertile in una comunità attenta e sensibile, capace di uno sguardo di misericordia e non di giudizio, capace di gesti di solidarietà».

Dalla sensibilizzazione può nascere poi anche la voglia di conoscere meglio il fenomeno e dare in concreto una mano alle vittime; in tal caso si potrà contattare il Coordinamento diocesano antitratta, disponibile per incontri nelle parrocchie: segreteria.mcm@diocesidiroma.it.

13 maggio 2022

La Giornata diocesana contro la tratta

Verrà celebrata venerdì 14 maggio la Giornata diocesana contro la tratta; “La dignità NON tratta” è il tema scelto per accompagnare i diversi eventi in programma. In particolare la mattina, a partire dalle 10, si terrà un incontro on line (sulla piattaforma Zoom) per le scuole romane, su “Si tratta di uguaglianza e dignità”. A dare il benvenuto ai partecipanti sarà l’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma; quindi Francesca Romana Cocchi, dell’Associazione Slaves No More, illustrerà il fenomeno della tratta. Seguirà la proiezione del video “Io sono Joy”, tratto dal libro di Mariapia Bonanate con la prefazione di Papa Francesco, che racconta la vera storia di una giovane arrivata dalla Nigeria in Italia con la promessa di un futuro migliore e finita poi a lavorare sulle strade di Castel Volturno. Infine spazio alle testimonianze di una ex vittima di tratta e di alcuni volontari delle unità di strada.

Nel pomeriggio l’appuntamento è invece alle 16.30 a Santa Maria in Ara Coeli. Dapprima, sulla scalinata davanti alla chiesa, è previsto un momento di riflessione sulla Giornata con gli interventi dell’arcivescovo Palmieri; del vescovo ausiliare Benoni Ambarus, delegato diocesano per la Carità; del prefetto di Roma Matteo Piantedosi. Si proseguirà poi con un momento di preghiera all’interno della basilica di Santa Maria in Ara Coeli, dove potranno però entrare al massimo 200 persone, nel rispetto della normativa per il contenimento della pandemia di Covid-19. A fianco dell’altare centrale sarà posto un dipinto raffigurante santa Giuseppina Bakhita; l’attrice Claudia Conte leggerà alcuni brani dal libro “Io sono Joy”; verranno simbolicamente spezzate le catene e accese candele, mentre verrà letta una preghiera a santa Bakhita; tutto accompagnato dai canti di alcuni membri della Comunità di Sant’Egidio. L’artista Giovanni de Gara eseguirà un’istallazione artistica nell’ambito del progetto “Eldorato”, utilizzando le coperte termiche con cui viene dato un primo conforto ai migranti soccorsi in mare. Le coperte dorate, simbolo della salvezza di tanti uomini donne e bambini che giungono stremati sulle nostre spiagge dopo un viaggio infernale, ricopriranno il portone di ingresso della basilica di Santa Maria in Ara Coeli. Per partecipare all’evento del pomeriggio è necessario inviare l’iscrizione a direzione@caritasroma.it.

La Giornata è promossa dal Coordinamento pastorale diocesano contro la tratta, nato due anni fa, di cui fanno parte numerose realtà ecclesiali: Caritas diocesana, Usmi, Comunità di Sant’Egidio, Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione Slaves No More, Fondazione Arché, oltre alle quattro unità di strada che svolgono il loro servizio in diversi luoghi della città. Su iniziativa del Coordinamento, a gennaio 2021 è partito un percorso di formazione aperto a tutti, per approfondire il fenomeno della tratta e della rete cittadina di contrasto.

«Vogliamo ridare slancio all’impegno ecclesiale – sottolinea monsignor Palmieri –, farlo diventare più capillare, coinvolgendo non solo gli addetti ai lavori, ma le parrocchie, gli operatori pastorali, le associazioni e i movimenti». Perché «deve essere sempre più chiaro – aggiunge con forza – che dietro alla prostituzione di minori, donne e trans c’è una moderna forma di schiavitù e un vero crimine contro l’umanità. E i clienti devono essere sempre più consapevoli che non stanno chiedendo “prestazioni” a una donna compiacente, ma che la prostituzione, per usare le parole di Papa Francesco, è “torturare una donna”».

«Questa Giornata vuole essere un momento di presa di coscienza – riflette suor Rita Giaretta, delle suore orsoline del Sacro Cuore di Maria – con il quale la diocesi di Roma si propone di parlare ai giovani, con l’evento della mattina, e a tutta la città, con l’evento del pomeriggio. Vogliamo fare informazione su questo dramma, che ci deve far vergognare, essere un pugno nello stomaco per ciascuno di noi, e accogliere davvero l’invito di Papa Francesco a essere sempre più Chiesa in uscita». Suor Rita Giaretta è da anni impegnata contro la tratta: ha operato per oltre venticinque anni a Caserta, dove ha fondato Casa Rut. A Roma, invece, è di quale mese fa la nascita della Casa del Magnificat, presso la parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata. «È un luogo di gioia e di speranza, dove le ragazze si aiutano nel loro cammino di rinascita – prosegue suor Rita –. Per ogni realtà devono essere sempre percorsi di resurrezione».

7 maggio 2021

La Giornata di spiritualità per gli operatori di pastorale sanitaria

È in programma per domenica 20 marzo la Giornata di spiritualità per gli operatori della pastorale della salute dal tema “Non stancatevi di fare il bene”.

Pensata per cappellani, religiose, medici, infermieri, operatori socio sanitari, volontari e ministri straordinari della comunione, prenderà il via alle ore 9 nella Sala Tiberiade del Pontificio Seminario Romano Maggiore e sarà guidata dal vescovo Paolo Ricciardi, delegato diocesano per la pastorale sanitaria. Previste le lodi mattutine, una meditazione, un momento di preghiera personale e comunitario. Alle ore 11.30 ci sarà la condivisione seguita, alle 12.15, dalla celebrazione della Messa.

Per partecipare è richiesta la prenotazione entro le ore 13 di venerdì 18 marzo presso il Centro per la pastorale sanitaria: 06.69886227/86414; segreteria.sanitaria@diocesidiroma.it.

15 marzo 2022

La Giornata di preghiera per la pace promossa dalla diocesi di Roma

San Benedetto al Gazometro

“Annunciamo il Vangelo della Pace”. Questo è il tema scelto per la Giornata di preghiera promossa dalla diocesi di Roma, in programma il prossimo 11 luglio. Per l’occasione verrà celebrata una Santa Messa nella parrocchia di San Benedetto al Gazometro (via del Gazometro, 23) alle ore 18.30, nella memoria liturgica di san Benedetto da Norcia, patrono d’Europa, che sarà presieduta dal vicegerente della diocesi, il vescovo Baldo Reina.

«Di fronte al bagno di sangue che inonda l’Europa orientale e non solo – osserva monsignor Reina – la Chiesa che è in Roma non si rassegna e desidera esprimere nella preghiera il Vangelo della Pace. Intendiamo farci interpreti dell’impegno del Santo Padre per scongiurare una catastrofe mondiale. Per questo pregheremo per le vittime e per i carnefici».

Alla celebrazione parteciperà anche monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale, del lavoro e della custodia del Creato della diocesi di Roma. «La Pace non è un’utopia – riflette monsignor Pesce, che ricopre anche la carica di cappellano della Camera dei Deputati – e non può essere intesa come semplice strategia. È piuttosto una vocazione per ogni uomo e donna del nostro tempo. Anche perché la posta in gioco è alta: senza pace non c’è futuro per nessuno».

Una cosa è certa: come ha dichiarato Papa Francesco, in una missiva al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, «è venuto il tempo di affermare che non le guerre sono giuste ma che solo la Pace è giusta».

6 luglio 2023

La Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri nella diocesi di Roma

Foto diocesidiroma/Gennari

Oggi, 24 marzo, si celebra la trentunesima Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri, dal tema “Di me sarete testimoni”. Di seguito la riflessione di padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio diocesano per la cooperazione missionaria tra le Chiese

Ogni anno il 24 marzo si celebra la trentunesima Giornata di preghiera e digiuno per i missionari martiri. Infatti, è l’anniversario della morte dell’arcivescovo di San Salvador, sant’Oscar Arnulfo Romero, ucciso brutalmente nel 1980 mentre celebrava Santa Messa. Per la Chiesa di Roma, edificata da Nostro Signore grazie alla straordinaria testimonianza dei santi martiri fondatori Pietro e Paolo, è certamente un’occasione privilegiata per fare memoria della missione. D’altronde anche in tempi recenti il sangue versato dal nostro sacerdote don Andrea Santoro è stato motivo di edificazione per le nostre comunità parrocchiali.

L’inaugurazione, ieri pomeriggio, del Memoriale dei Nuovi Martiri del XX e XXI presso la basilica di San Bartolomeo all’Isola, alla presenza del cardinale vicario Angelo De Donatis, ne costituisce la conferma eclatante. Ringraziando ancora una volta la Comunità di Sant’Egidio per lo sforzo profuso nell’allestire questa esposizione ispirata alla Martyria, è evidente che la nostra comunità ecclesiale è invitata ad affermare nella fede un sussulto di missionarietà.

Quest’anno lo slogan scelto dal Servizio Giovani della Fondazione Missio, organismo pastorale della Cei, è chiaro e diretto: «Di me sarete miei testimoni». Queste parole del Maestro (Atti 1,8) trovano ampia risonanza nella testimonianza di coloro che nel nostro tempo hanno fatto la scelta di stare dalla parte degli ultimi, in quelle che Papa Francesco chiama le periferie del mondo. Secondo le informazioni raccolte dall’agenzia Fides, nel 2022 sono stati uccisi nel mondo 18 missionari/e: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. La ripartizione continentale evidenzia che il numero più elevato è stato registrato in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose), seguita dall’America Latina, con 8 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 1 seminarista, 1 laico) e quindi dall’Asia, dove è stato ucciso 1 sacerdote.

Tra i caduti in Africa figura anche una nostra connazionale, suor Maria De Coppi, missionaria comboniana, uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nella provincia mozambicana di Nampula, nella notte tra il 6 e il 7 settembre. Gli assalitori, di matrice jihadista, hanno distrutto e saccheggiato le strutture della missione. Suor Maria, in Mozambico dal lontano 1963, è stata colpita da un proiettile alla testa, morendo all’istante. Le sue consorelle la ricordano come una donna sempre coerente nelle sue scelte, interpretando fedelmente quanto auspicato da Papa Francesco: stando permanentemente in periferia, dalla parte dei poveri.

E cosa dire di don Joseph Aketeh Bako, parroco della chiesa di San Giovanni a Kudenda, in Nigeria? Sequestrato da uomini armati che avevano assalito la sua canonica, è morto mentre era nelle mani dei suoi rapitori, tra il 18 e il 20 aprile. Emblematico anche il sacrificio di suor Marie Sylvie Kavuke Vakatsuraki, della Congregazione delle Petites Soeurs de la Présentation de Notre Dame au Temple di Butembo; è stata uccisa insieme ad altri civili, durante un assalto avvenuto nella notte tra il 19 e il 20 ottobre al villaggio di Maboya, nella provincia congolese del Nord Kivu. Altrettanto violenta è stata la morte di padre Michael Mawelera Samson, dei Missionari d’Africa, originario del Malawi, scomparso il 10 giugno 2022 dal centro giovanile della chiesa di Mbeya, in Tanzania. Il suo corpo è stato rinvenuto il giorno successivo sul greto del fiume Meta. A questi nomi vanno aggiunti quelli del nigeriano don Vitus Borogo, dei suoi connazionali don Christopher Odia Ogedegbe e don John Mark Cheitnum, del padre congolese Richard Masivi Kasereka e del congolese don Godefroid Pembele Mandon.

Naturalmente il ricordo dei missionari/e martiri non si esaurisce nell’orazione e nel digiuno, ma esige da parte delle nostre comunità gesti concreti di condivisione con chi soffre in terre lontane la stessa vita di Cristo.

24 marzo 2023

La Giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza per la pace in Terra Santa

Papa Francesco ha indetto per venerdì 27 ottobre una giornata di digiuno, di preghiera e di penitenza per la pace in Terra Santa. Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive a sacerdoti, diaconi, religiose, religiosi, responsabili di gruppi, movimenti e associazioni invitando ad aderire all’iniziativa e a partecipare alla preghiera del Santo Padre. Il Papa, infatti, il 27 alle ore 18 nella basilica di San Pietro, presiederà un momento di preghiera per «implorare sui nostri giorni la pace, la pace in questo mondo». L’accesso in basilica sarà libero e non serviranno i biglietti.

«Sono invitati a partecipare anche – ricorda il cardinale De Donatis –, nel modo che riterranno opportuno, le sorelle e i fratelli delle varie confessioni cristiane, gli appartenenti ad altre religioni e quanti hanno a cuore la causa della pace nel mondo».

«Inquieta il possibile allargamento del conflitto, mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti – aveva detto Papa Francesco –. Tacciano le armi! Si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini! Fratelli e sorelle, la guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio e moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro. Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace; ma non a parole, con la preghiera, con la dedizione totale».

Il testo integrale della lettera del cardinale

24 ottobre 2023

La Giornata di Avvenire, una informazione «fedele alla verità dei fatti»

Il «primato della persona» nel suo lavoro, un’informazione «stimolante, fedele alla verità dei fatti», il servizio alle Chiese locali: sono alcuni aspetti dell’impegno di Avvenire messi in luce dal cardinale vicario Angelo De Donatis nella lettera per la Giornata diocesana dedicata alla sensibilizzazione al sostegno del quotidiano dei cattolici e al settimanale Roma Sette. Nel documento inviato ai parroci della diocesi, De Donatis invita a vivere la Giornata di domenica 11 novembre «come un’opportunità di riflessione sul valore dell’informazione, spesso limitata ai soli social network in particolare da parte dei giovani, in questo contesto sociale così frammentato». E ricorda che «il Papa, scegliendo il tema per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, ci invita a passare dalle “community” alle “comunità”, sottolineando l’importanza di restituire alla comunicazione una prospettiva ampia, fondata sulla persona». In questo senso, scrive ancora il cardinale vicario, «possiamo guardare all’impegno di Avvenire che del primato della persona ha fatto il cuore del suo lavoro, se pensiamo all’attenzione per le famiglie, per i minori, per i migranti, per il Sud del mondo e alle storie di bene che pone in evidenza».

Quindi De Donatis ricorda il 50° di fondazione del quotidiano e colui che ne ispirò la nascita, «l’amato santo Papa Paolo VI che lo volle fortemente come quotidiano nazionale». Avvenire, osserva il I cardinale nella sua lettera ai parroci, «è l’unico quotidiano italiano ad avere un numero consistente di abbonati alla versione cartacea, segno di una fedeltà consolidata nel tempo dai lettori. Lettori che evidentemente apprezzano un’informazione stimolante, fedele alla verità dei fatti anche dura» – e qui ricorda le recenti inchieste sul caporalato e sullo sfruttamento dei bambini – «e ricca di un patrimonio di memorie vive e forti che stiamo leggendo in questi mesi sulle sue pagine». «Nel dna di Avvenire – prosegue De Donatis – c’è anche l’apprezzato servizio alle Chiese locali che per la nostra diocesi si concretizza con l’uscita di Roma Sette come dorso domenicale. Articoli e notizie sulla vitalità delle tante espressioni della Chiesa locale e un impegno in ascolto del “grido della città”, cui si aggiungono quest’anno le rubriche di Tonino Cantelmi sui giovani e di suor Alessandra Smerilli sull’economia sostenibile». Proprio per quanto riguarda Roma Sette, il cardinale annuncia una novità che partirà nei prossimi giorni sulla linea degli orientamenti pastorali della diocesi da lui indicati nel settembre scorso. «Soprattutto per fare insieme memoria del cammino recente della Chiesa di Roma, Roma Sette proporrà dalla prossima settimana sulla testata on line Romasette.it le sue pagine più significative che racconteranno la vita della diocesi a partire dal 1974, anno di nascita del nostro settimanale e anno molto significativo per la Chiesa di Roma».

Vale la pena di ricordare infatti che in quell’anno si tenne il convegno diocesano sul tema “Responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e giustizia nella diocesi di Roma”, e proprio all’attuazione di questo evento sarà dedicato il primo articolo che sarà riprodotto on line, a firma di Luigi Di Liegro, storico fondatore della Caritas diocesana (datato 17 novembre 1974, primo numero di Roma Sette). Sempre in merito all’ambito della “memoria”, De Donatis segnala ai parroci la rubrica “Ritratti romani” on line su Romasette.it, affidata a uno storico, «che racconta storie di sacerdoti che hanno illuminato la Roma del ‘900: un omaggio ai tanti presbiteri che hanno speso la loro vita per la gente in questa città».

«C’è un prezioso lavoro del quotidiano dei cattolici e del settimanale diocesano – conclude la lettera il cardinale vicario – che ci aiuta a cogliere quel che, a volte, nel turbinio dei nostri impegni, può sfuggirci. Una narrazione di fatti e di storie mai disgiunti dall’amore per la verità e dal rispetto per le persone, valori che spesso fatichiamo a trovare nel vasto panorama informativo a disposizione».

da Roma Sette

5 novembre 2018

La Giornata delle comunicazioni sociali: incontro con Ruffini, Foa e Cazzullo. Il premio Paoline a monsignor Frisina

Nel contesto della 53ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – che sarà celebrata domenica 2 giugno – si terrà martedì 4 giugno, alle 18.30, nella basilica di Santa Maria in Montesanto (Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo), l’incontro di riflessione sul tema scelto per la Giornata, “Siamo membra gli uni degli altri. Dalle social network communities alla comunità umana”. L’appuntamento è organizzato dall’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma con Paoline Comunicazione e Cultura Onlus, con il patrocinio del Dicastero per la comunicazione, dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana e della Settimana della Comunicazione.

L’evento sarà aperto dal saluto di don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei; quindi interverranno Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Marcello Luigi Foa, presidente della Rai, e Aldo Cazzullo, giornalista del Corriere della Sera. Le conclusioni saranno affidate a don Walter Insero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma e rettore della chiesa degli artisti. A moderare l’incontro sarò la giornalista Benedetta Rinaldi.

«Prenderemo spunto dal messaggio del Santo Padre – anticipa don Insero – e rifletteremo sull’importanza del vivere e creare relazioni nell’odierno contesto comunicativo. Ci interrogheremo su come passare dall’essere in rete al fare rete, dalle communities alle comunità».

Durante l’incontro verrà conferito il Premio Paoline Comunicazione e Cultura 2019 a monsignor Marco Frisina, rettore della basilica di Santa Cecilia a Trastevere e compositore. Il riconoscimento va «a un artista – sottolinea suor Teresa Braccio, responsabile del Segretariato Internazionale di Comunicazione Figlie di San Paolo – che ha saputo donare il suo straordinario talento per una musica che unisce vita e spiritualità, favorisce l’incontro con il Signore e promuove la comunità umana come ambiente di relazione e prossimità». Durante l’incontro il Coro della Diocesi di Roma, fondato da monsignor Frisina nel 1984, eseguirà alcuni brani dell’autore. «Il Premio Paoline Comunicazione e Cultura – spiega suor Teresa – è inserito nelle iniziative della Settimana della Comunicazione. Viene conferito, con cadenza annuale a quelle persone o associazioni che si segnalano per aver dato la migliore espressione con la vita, con un’opera o una attività, al messaggio del Papa per la Giornata delle comunicazioni sociali».

31 maggio 2019

La Giornata delle comunicazioni sociali nella diocesi di Roma

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

Il corso di formazione, la Messa, la partecipazione all’Angelus. Si articolerà su due giornate e su diversi appuntamenti la celebrazione della 57esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali nella diocesi di Roma. A promuoverli e organizzarli, insieme, diverse realtà impegnate nel settore: l’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali innanzitutto, con Ordine dei giornalisti del Lazio, Ucsi Lazio, Paoline, Weca, Fisc Lazio.

Il primo appuntamento è per venerdì 19 maggio, dalle 10 alle 14, nella Sala Giubileo della Lumsa (via di Porta Castello, 44), con il corso di formazione «“Andare, vedere, ascoltare…. Parlare col cuore”. Le parole di Papa Francesco su come stare nell’informazione e nella comunicazione». Al centro il messaggio del Santo Padre per la Giornata mondiale, diffuso il 24 gennaio scorso, nel giorno della memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Ad aprire i lavori saranno: Francesco Bonini, rettore Lumsa; Guido D’Ubaldo, presidente Odg Lazio; don Stefano Cascio, consulente ecclesiastico Ucsi Lazio; Maurizio Di Schino, presidente Ucsi Lazio; Fabio Bolzetta, presidente WeCa; Angelo Zema, delegato Fisc Lazio. Interverranno poi nel corso della mattinata: Daniela de Robert, giornalista, componente del Collegio dell’Autorità Garante dei diritti delle persone private della libertà personale; Gustavo Eduardo Denis Desloges, giornalista venezuelano; Nazifa Mersa Hussain, mediatrice culturale afgana; Maurizio Lisanti e Gabriella Friozzi, “Gocce di Marsala” e “L’Osservatore di strada”; Flavia Rizza, testimonial contro bullismo e cyberbullismo; Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede; Walter Scarfò, artdirector Youtopia e facilitatore grafico; Michele Sorice, professore ordinario di Comunicazione alla Luiss; Maria Zegarelli, vicepresidente del Consiglio di disciplina nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Modereranno gli interventi: Francesco Spagnolo, Ufficio comunicazione Caritas italiana, componente direttivo Ucsi Lazio; Giulia Pigliucci, freelance uffici stampa e comunicazione, vicepresidente Ucsi Lazio.

Nel pomeriggio dello stesso giorno, alle ore 15, lo storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi riceverà il Premio Comunicazione e Cultura Paoline 2023; nella motivazione si sottolinea il suo «costante impegno a servizio di un’autentica cultura dell’incontro fondato sull’ascolto dell’altro, sulla partecipazione che elimina tutte le diversità». Il riconoscimento sarà consegnato da suor Anna Caiazza, superiora generale delle Figlie di San Paolo. A partire dalle ore 15, sempre nella Sala Giubileo della Lumsa, Riccardi dialogherà con padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Roma; modererà Maurizio Di Schino, presidente Ucsi Lazio.

Domenica 21 maggio, Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, giornalisti e operatori della comunicazione sono invitati a ritrovarsi insieme per la Messa alle ore 10 presso il Centro San Lorenzo (via Pfeiffer ,24), che sarà presieduta da padre Albanese. Al termine tutti i parteciperanno converranno in piazza San Pietro per pregare il Regina Coeli con Papa Francesco.

Riflette padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi: «Come dice Papa Francesco, comunicare con il cuore vuol dire che ci legge o ci ascolta viene portato a cogliere la nostra partecipazione rispetto a quanto sta avvenendo oggi sul palcoscenico della storia contemporanea. Giornalismo, dunque, inteso come capacità di rendere intelligibili i segni dei tempi in un mondo che cambia, con la grazia del cuore».

Osserva Maurizio Di Schino, presidente Ucsi Lazio: «Abbiamo voluto metterci alla scuola di Papa Francesco su come stare nella comunicazione e nell’informazione, riprendendo questi verbi dinamici che il Santo Padre ha utilizzato negli ultimi messaggi per le Giornate delle comunicazioni sociali. Sono verbi che indicano la dinamicità del nostro fare informazione. Ma allo stesso tempo c’è bisogno di formazione: per questo, insieme all’Ordine dei giornalisti del Lazio, abbiamo pensato a una proposta formativa per la categoria, che parte proprio da Roma. Una proposta con un approccio sinodale e comunitario, perché più realtà laiche ed ecclesiali si uniscono per essere al servizio della categoria, del Paese e della formazione continua».

12 maggio 2023

La Giornata delle Arti sabato al Palazzo Lateranense

Porte aperte nel Palazzo Lateranense, con possibilità di ammirarne affreschi e arazzi allietati dalle note di un tango, fermandosi ad assistere a esibizioni di danza e teatro. Sarà possibile nel pomeriggio di sabato 17 febbraio, grazie alla “Giornata delle arti. La via della Bellezza”, iniziativa organizzata in occasione della festa del Beato Angelico dall’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma, in collaborazione con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, l’Accademia Nazionale di Danza, il Conservatorio di Musica Santa Cecilia e l’Accademia di Belle Arti di Roma.

Alle 17 di sabato, nell’Aula della Conciliazione, il saluto del cardinale vicario Angelo De Donatis aprirà l’evento. Per l’occasione i visitatori potranno accedere senza prenotazione e gratuitamente – dalle 17 alle 20.30 – alle sale del Palazzo Lateranense che, come detto, ospiteranno performance artistiche. Gli studenti delle quattro istituzioni accademiche saranno infatti impegnati in diverse esibizioni che verranno ripetute più volte nel corso del pomeriggio: nella Sala della Conciliazione gli allievi del I anno della Silvio d’Amico proporranno “Lì dov’è la nostra dimora”, drammaturgia di Francesco d’Alfonso da Scruton, Borges, Agostino d’Ippona, von Balthasar e Auden, che verrà proposta alle 17.15, alle 18 e alle 19; nella Sala degli Imperatori le allieve dell’Accademia Nazionale di Danza presenteranno uno studio coreografico sullo “Stabat Mater” di Pergolesi, alle 17.50, alle 18.30 e alle 19.30; nella Sala degli Apostoli i giovani musicisti di Santa Cecilia si esibiranno in brani di Manuel de Falla, Mario Castelnuovo-Tedesco e Astor Piazzolla, alle 18.20, alle 19 e alle 20. La Sala di Daniele, infine, ospiterà l’installazione artistica “…dai lacci del mondo si sciolse”, con opere realizzate dagli studenti della Scuola di Grafica d’arte dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

«L’evento nasce dal desiderio di celebrare la memoria di fra’ Giovanni da Fiesole, che venne soprannominato Beato Angelico perché già vedeva il mondo con gli occhi del Paradiso – spiega monsignor Andrea Lonardo, direttore dell’Ufficio diocesano –. A mio avviso è decisivo richiamare alla bellezza dell’arte in un mondo che, in seguito alle derive del marxismo, della psicanalisi e del nichilismo, si è abituato a pensarla come una sovrastruttura finta. Non solo la rivelazione dello sporco, ma soprattutto indicare il bello è la grande missione dell’arte. Papa Francesco in Evangelii Gaudium ha parlato nuovamente – a questo proposito – di via della bellezza. L’evento vuole essere un segno di fiducia e di stima verso gli studenti allievi delle Accademie universitarie di teatro, danza, musica e belle arti e un incontro con loro, che si stanno formando per diventare gli artisti del domani».

Gli studenti «sono i veri protagonisti di questo progetto, perché la storia delle arti non è soltanto storia di opere, ama anche storia di uomini e donne che “creano” per il bene comune. È la prima volta – sottolinea il direttore artistico della manifestazione Francesco d’Alfonso – che la Chiesa di Roma accoglie tutti gli aspiranti artisti nella sua casa, che sarà, per l’occasione il punto di convergenza dei vari linguaggi dell’arte. Speriamo che possa diventare un appuntamento annuale».

Felici di questa collaborazione le istituzioni accademiche coinvolte, come Daniela Bortignoni, direttrice dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”: «L’Accademia è felice di confermare la collaborazione ormai decennale con il Vicariato di Roma e, in particolare, con l’Ufficio per l’Università, con cui ha condiviso importanti iniziative, con la partecipazione di docenti e allievi dell’Istituzione. La Giornata delle arti, dedicata al Beato Angelico, che si celebra in questa occasione, è un momento fondamentale per ribadire l’impegno delle Istituzioni formative della Capitale per la ricerca artistica e la crescita culturale e sociale della comunità cittadina». Cecilia Casorati, direttrice dell’Accademia di Belle Arti di Roma, dichiara: «L’Accademia di Belle Arti è particolarmente lieta di partecipare alla Giornata delle Arti al Museo Lateranense. Un evento che intende evidenziare l’importanza della creatività come strumento di sviluppo sociale e il rapporto tra le diverse arti come elemento di scambio fecondo tra realtà differenti». Sulla stessa linea Anna Maria Galeotti, direttrice dell’Accademia Nazionale di Danza: «L’Accademia Nazionale di Danza è lieta di partecipare a questo importante progetto del Vicariato di Roma che riunisce le quattro storiche Accademie di Roma. Condividiamo con piacere questo percorso sulla “via della bellezza” nella spettacolare sede del Palazzo Lateranense immaginando in prospettiva future occasioni di dialogo e collaborazione». Mentre il maestro Leonardo De Angelis, che cura l’esibizione dei ragazzi del Conservatorio di Santa Cecilia, commenta: «È molto importante sia la ricorrenza sia questa forma di collaborazione – osserva –; i musicisti coinvolti stanno per laurearsi alla specializzazione, quindi hanno già esperienza concertistica e sono molto contenti di portare questo programma; anche la tipologia di performance è indicata, così come quest’alternanza con le altre forme di espressione, che mi sembra molto interessante».

13 febbraio 2024

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