20 Dicembre 2025

La Giornata delle arti nel Palazzo Lateranense

Assistere a una performance teatrale nella Sala della Conciliazione e una esibizione di danza nella Sala degli Imperatori, ascoltare le note dei violini nella Sala degli Apostoli e ammirare un’installazione artistica nella Sala di Daniele. Per il secondo anno il Palazzo Lateranense spalanca le sue porte per la Giornata delle arti, iniziativa dell’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma in collaborazione con Accademia d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, Accademia Nazionale di Danza, Conservatorio di Musica Santa Cecilia e Accademia di Belle Arti di Roma. Sabato 15 febbraio, in coincidenza con il Giubileo degli artisti e in occasione della festa del Beato Angelico, che ricorre il 18 febbraio, dalle ore 16, sarà possibile accedere gratuitamente al Palazzo che per l’occasione ospiterà le esibizioni degli studenti.

La manifestazione sarà aperta dai saluti di monsignor Andrea Manto, vicario episcopale, e di don Gabriele Vecchione, coordinatore dell’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma. «Siamo felici di dare l’opportunità ai giovani allievi delle Accademie che studiano per diventare artisti professionisti di potersi esibire nella Casa del Vescovo di Roma, in occasione della II Giornata delle Arti – dichiara don Vecchione –. Per la diocesi e in particolare per il nostro Ufficio, nutrire i sogni e le speranze dei nostri giovani è una vera e propria missione, che siamo, appunto, felici di compiere». Prendendo ispirazione dal tema giubilare, «abbiamo pensato di declinare il tema della speranza con un verso dell’Undicesimo Canto dell’Odissea, “Ma tu torna presto alla luce” – sottolinea il sacerdote –, che è l’invito che Anticlea rivolge al figlio Ulisse mentre egli è nell’Ade. L’arte non è necessariamente elusione estetica, ma attraversamento delle tenebre, possibilità di non permanervi. L’arte è libera, non collude non la dinamica dominante della prestazione, che lascia sul campo vincitori (pochi) e vinti (tanti), ma è introspezione, attenzione, espressione, espressione anche del male di vivere e, in quanto sua espressione, prima emancipazione».

Le esibizioni verranno ripetute quattro volte nel corso del pomeriggio: alle 16, alle 17, alle 18 e alle 19. “Oltre quello che c’è” è il titolo della drammaturgia curata da Francesco d’Alfonso, dell’Ufficio diocesano, che verrà messa in scena dagli allievi del primo anno di Recitazione dell’Accademia “Silvio d’Amico”. «Sarà la prima esibizione pubblica per questi ragazzi – sottolinea d’Alfonso – ed è bellissimo pensare che è la Chiesa a farsi promotrice e lanciare questi giovani in scena per la prima volta, in una cornice bellissima. La cultura e l’arte possono essere pop e questo non vuole dire sminuirne il significato, anzi, è giusto renderle accessibili a tutti».

10 febbraio 2025

La Giornata della carità nelle parrocchie romane

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Domenica 21 aprile nelle parrocchie di Roma verrà celebrata la Giornata della carità con la colletta delle Messe dedicata alle opere promosse dalla Caritas diocesana. «La domenica del Buon Pastore – scrive il vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma, nella lettera indirizzata ai parroci –, insieme alla preghiera per le vocazioni e alla gioia per le nuove ordinazioni presbiterali, dedicheremo la nostra giornata anche alla carità con una colletta per le opere e per i servizi della nostra Caritas diocesana. La Giornata della carità, infatti, che solitamente celebriamo in Quaresima, quest’anno è stata spostata a questa data per il sovrapporsi della colletta proposta dalla Conferenza episcopale italiana per la Terra Santa».

Per il vicegerente «la colletta per le opere diocesane di carità rappresenta un segno concreto di vicinanza verso quei fratelli più fragili e lontani: persone che la nostra Chiesa incontra nelle comunità parrocchiali, a partire da quelle dotate dei centri di ascolto, nei centri di ascolto diocesani per italiani e stranieri, nelle mense, nei cinque empori della solidarietà, negli ostelli e negli altri luoghi di accoglienza e nei servizi di cura, rivolti soprattutto ad anziani, a donne con bambini e ai minori».

Il presule ricorda come «lo scorso anno sono state seguite più di 13 mila famiglie, quasi 50 mila persone, molte delle quali bambini e giovani. La Caritas diocesana svolge inoltre una intensa attività di informazione e di formazione rivolta specificatamente agli animatori della carità».

«Nella domenica in cui riflettiamo sull’amore compassionevole del Signore verso il suo gregge – conclude il vescovo –, desidero allora esortarti a unirti nella promozione di un appello alla carità che possa portare conforto e sollievo a coloro che si trovano nel bisogno. Come pastore della tua comunità, sei chiamato a seguire l’esempio del Buon Pastore nel prenderti cura del gregge affidatoti. In questa luce, ti invito a promuovere l’iniziativa durante le celebrazioni».

Le offerte raccolte dovranno essere versate entro il 20 maggio sul conto corrente intestato a Vicariato di Roma – Caritas diocesana IBAN IT47S0503403257000000002143: nella causale va specificato: Giornata della carità – Caritas Roma, oppure presso la cassa del Vicariato.

16 aprile 2024

La Giornata contro la tratta

La locandina della Giornata

“Economia senza tratta di persone” è il tema della settima Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone che si celebra lunedì 8 febbraio 2021, memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita. La piaga della tratta di persone a scopo di sfruttamento lavorativo, sessuale, per l’accattonaggio o per la vendita di organi non è relegata al passato, ma ancora oggi molte persone, generalmente appartenenti alle classi più povere e, in modo particolare, ai paesi del sud del mondo, sono ridotte in schiavitù e sfruttate come se non fossero esseri umani e non avessero diritti. In occasione della Giornata mondiale di quest’anno, vista la situazione pandemica, i promotori (le Unioni delle Superiore e dei Superiori Generali degli Istituti religiosi) hanno organizzato una maratona internazionale on line, che si terrà dalle 10 alle 17. Sarà una maratona di sette ore in cinque lingue con voci, preghiere e testimonianze dalle varie realtà che si occupano di tratta.

La maratona si potrà seguire sul canale YouTube https://www.youtube.com/c/preghieracontrotratta. All’interno della maratona ci sarà un videomessaggio di Papa Francesco e la testimonianza dell’arcivescovo Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma, che ricorderà la figura di santa Bakhita. Nel mondo sono oltre 40 milioni le vittime di tratta. Tra queste circa il 72% sono donne, il 23% minori. Fra le principali finalità della tratta vi sono lo sfruttamento sessuale (più della metà) ed il lavoro forzato (oltre un terzo) per un giro di affari che è intorno ai 150 miliardi di dollari annui. In questi ultimi anni il fenomeno della tratta è cambiato anche in Italia, specialmente per quanto riguarda la prostituzione coatta. Inoltre – anche a causa della pandemia – si è ulteriormente spostato dalla strada all’indoor e all’online, rendendo le vittime ancora più invisibili, inavvicinabili e vulnerabili.

La diocesi di Roma – lo ricordiamo – ha attivato un Coordinamento diocesano contro la tratta delle persone e il sostegno delle vittime, coordinato dalla Caritas diocesana e del quale fanno parte USMI, Comunità di Sant’Egidio, Slave No More, Papa Giovanni XXIII, Arché e le quattro unità di volontari che tutte le settimane scendono in strada per incontrare le ragazze.

7 febbraio 2021

La formazione per gli insegnanti di religione

Nel presentare il percorso formativo proposto per quest’anno scolastico agli insegnanti di religione cattolica della diocesi, Rosario Chiarazzo, direttore dell’Ufficio scuola del Vicariato, sottolinea «l’importanza della relazione, nella molteplicità dei risvolti psico-pedagogici e didattici e nell’ottica del cammino sinodale della diocesi di Roma».

In primo luogo, infatti, il direttore evidenzia «la necessità che questi incontri, che avranno luogo da fine novembre a metà maggio, si svolgano in presenza» perché «è bene e importante curare prima di tutto la relazione tra i docenti dopo il tempo del Covid, che ha limitato la vita sociale», con in particolare l’intento di «pensare ad una “pedagogia della fraternità” più ampia, ossia da realizzarsi tra il mondo della scuola e la comunità ecclesiale, chiamando in causa anche tutte le altre realtà educa-tive». L’obiettivo, proprio in linea con l’attenzione alla dimensione fulcro del cam-mino sinodale della Chiesa, «è l’ascolto non solo degli studenti – spiega Chiarazzo – ma anche dei docenti delle altre discipline, cui la nostra proposta formativa pure si rivolge».

Organizzato in collaborazione con l’Istituto di Scienze religiose “Ecclesia Mater” e con alcuni docenti dell’Università Lateranense, il ciclo di incontri formativi tocca temi di ampio respiro. Dal Magistero della Chiesa in relazione all’educazione civica all’analisi sociologica del fenomeno religioso fino alla riflessione antropologica, psi-cologica e didattico-valutativa delle competenze non cognitive e sulle nuove forme di famiglia e sull’epoca post-moderna.

Spazio anche al tema dell’inclusione. «La formazione non è soltanto la semplice tra-smissione di conoscenze – dice ancora il direttore dell’Ufficio scuola diocesano –. Si tratta di trasmettere anche un’esperienza ed ecco perché un punto nevralgico in tal senso è la relazione, che è importante si rigeneri sempre, e lo è anche il valore dell’incontro, specie guardando ai nostri contesti ormai sempre più multietnici e multiculturali».

Il calendario completo è consultabile sul sito dell’Ufficio per la pastorale scolastica.

di Michela Altoviti da Roma Sette

28 novembre 2022

La formazione per gli animatori del Sovvenire

Martedì 19 dalle 11.30, in Vicariato, ultimo appuntamento del primo corso di formazione dedicato al sostegno alla Chiesa cattolica, promosso dal Servizio della diocesi di Roma per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica. Con don Graziano Donà, membro del Comitato Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa Cattolica, sarà incentrato sui valori del Sovvenire, sulla rendicontazione e presentazione dei progetti Cei 2024 rivolti alle parrocchie e sulle future iniziative diocesane in vista della prossima dichiarazione dei redditi.

L’incontro è aperto ai referenti parrocchiali del Sovvenire, ai parroci, ai vice parroci e ai volontari delle parrocchie (prevista la possibilità di poter accedere al parcheggio della Pontificia Università Lateranense).

15 marzo 2024

La formazione dei sacerdoti oggi: su Città Nuova l’intervista al cardinale Reina

Foto di Cristian Gennari

Di seguito il testo dell’intervista concessa a Città Nuova dal cardinale vicario Baldo Reina

Il cardinale Baldassare Reina, vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, ha ricoperto, per quasi un decennio, il ruolo di rettore del Seminario Maggiore di Agrigento. Nell’intervista Sua Eminenza ricorda gli anni trascorsi nella diocesi, affrontando il tema del sacerdozio, la responsabilità nel percorso di formazione dei seminaristi e dei loro aspetti spirituali e umani. Riflessioni, queste, approfondite in occasione della presentazione del libro di Chiara D’Urbano Vocazioni Felici (San Paolo 2025), tenutasi lo scorso aprile.

Nel corso della sua lunga esperienza di formatore dei futuri sacerdoti, quali sono stati gli obiettivi prioritari fissati e le difficoltà eventualmente incontrate?

Nell’espletamento dell’incarico di formatore, anche alla luce della mia esperienza di seminarista, mi sono subito reso conto che i tempi erano maturi per un cambio di paradigma: l’esperienza seminariale dei ragazzi non poteva essere volta soltanto a verificare la loro effettiva vocazione, ma doveva essere utile anche a incentivare il loro confronto con il mondo esterno. L’obiettivo primario è stato il tentativo di conciliare la concentrazione e il raccoglimento per il discernimento con l’apertura al mondo esterno che nel frattempo assiste a cambiamenti inediti. L’istituzione del Seminario segue lo stesso schema fin dal Concilio di Trento, avviare dunque dei cambiamenti non è stato facile. È stato particolarmente d’aiuto far seguire ai ragazzi esperienze pastorali in contesti ambientali diversi. Quando i ragazzi si aprivano a realtà esterne di missione e di sofferenza, come il carcere, i quartieri disagiati e le diverse forme di povertà, tornavano in Seminario diversi: diversa la qualità della preghiera, diverso lo studio, diverse le relazioni tra loro.

Quanto hanno influito nel suo percorso sacerdotale le origini siciliane? La conoscenza della cultura, delle tradizioni della terra in cui è nato e si è formato hanno favorito l’adempimento dei numerosi incarichi pastorali e apostolici svolti nella Diocesi agrigentina?

C’è sempre un’osmosi, un condizionamento, tra il contesto e le persone che lo vivono. Io ho attinto molto dal contesto di origine. Provengo da un paesino dell’entroterra agrigentino, San Giovanni Gemini. La mia è una famiglia di umili origini, mio papà lavorava in campagna, mamma era casalinga. Entrambi mi hanno fornito da subito l’amore all’essenziale, alla semplicità e alla dimensione del sacrificio. La mia famiglia è stata il mio primo Seminario. Anche il sentimento religioso era ed è particolarmente forte in Sicilia. Fin da piccolo mi sono nutrito di una spiritualità ancora molto sana. Ma ben sappiamo che la Sicilia vive anche un’altra triste realtà data dalla contaminazione di logiche malavitose che condizionano negativamente tutto il contesto territoriale e ti segnano, anche se non ti appartengono. Come formatore, dunque, ho cercato di aiutare i ragazzi a dialogare proprio con il territorio di appartenenza, a far maturare una coscienza critica nei confronti dello stesso, poiché il cambiamento è frutto di conoscenza e consapevolezza. Ho sollecitato i miei seminaristi a considerare l’incarnazione il principio cardine della fede cristiana. Dio si fa carne ed entra pienamente nella storia dell’umanità ed il presbitero è chiamato a rivivere nella sua persona e nel suo ministero il principio dell’incarnazione. Un presbitero che non diventa carne di una comunità, condividendone le gioie e i dolori, ha poco da dire.

Quanto le pregresse esperienze vissute incidono ora nello svolgimento di ministeri di maggiore complessità e responsabilità?

Aver lavorato tanti anni in Seminario mi aiuta nello svolgimento del mio attuale ministero, soprattutto nel rapporto con i sacerdoti. Quando parlo con un sacerdote ascolto attentamente il racconto della sua storia, non solo gli incarichi a lui assegnati, ma anche della sua formazione in Seminario. Inoltre, come già accaduto in Sicilia, sin dal mio arrivo a Roma, come Vescovo ausiliare, ho cercato di conoscere il territorio che mi era stato affidato. Per “territorio” intendo il termine nella sua accezione più ampia, perché non è la parrocchia che deve abbracciare il territorio ma è il territorio che al proprio interno ha anche la parrocchia. Quest’ultima è una parte che compone il territorio e deve necessariamente averne cognizione non per risolvere i problemi di tutti, ma per donare a ognuno una risposta di Vangelo.

Quali sono le dinamiche che caratterizzano la vita comunitaria all’interno di un Seminario per conciliare le opportunità di crescita spirituale e intellettuale di ciascuno con la promozione del senso di condivisione e fratellanza?

Chi entra in Seminario ha già elaborato un suo discernimento vocazionale e desidera diventare sacerdote. Una volta chiesi ai seminaristi di enunciare chi fosse il sacerdote. Diverse furono le riflessioni proposte: «È l’uomo di Dio; è l’uomo della gente; è l’uomo che insegna la verità; è l’uomo di carità». Il denominatore comune di tutte le giuste risposte date era solo uno: «È l’uomo». Spesso dimentichiamo che il sacerdote è in primo luogo un uomo ed è pertanto fondamentale prendersi cura della persona che ha maturato una scelta così importante. Importante è capire lo stato d’animo dei seminaristi e la loro dimensione affettiva e relazionale e solo successivamente valutare l’andamento degli studi e del resto. Prima di accogliere un ragazzo in Seminario parlavo con la sua famiglia per verificare l’eventuale esistenza di traumi. Come potrebbe un ragazzo, diventato sacerdote, farsi chiamare “padre” se con il suo di padre ha vissuto un rapporto conflittuale che non ha saputo o potuto gestire? Occorre valorizzare le scienze umane, la psicoterapia, le dinamiche di gruppo o i colloqui personali per analizzare con la dovuta delicatezza e attenzione le singole dimensioni umane. Questo obiettivo è stato certamente faticoso ma gratificante, poiché un giovane non consegna la propria e più intima sfera emotiva senza un rapporto di fiducia.

Secondo la sua esperienza, la vocazione è il frutto di una chiamata divina o è il risultato di un ambizioso cammino di studio e ricerca interiore? E quanto pesa il contributo personale di un Rettore in tale scelta?

A volte c’è la tentazione dell’ambizione personale che fa intravedere nella vita sacerdotale la possibilità di una vita comoda. Nella realtà il cammino sacerdotale è tutt’altro che agiato. Il seminarista va immerso nella realtà, perché la vita del sacerdote è totalmente donata al prossimo senza concessioni alle ambizioni personali. Personalmente non sento di essere stato un modello per i seminaristi, ma ho sempre cercato di testimoniare ai ragazzi una via di autenticità. L’uomo/sacerdote autentico sa riconoscere i propri limiti: chiede perdono al Signore, al prossimo, alla Chiesa. Ho insegnato ai seminaristi a non farsi un’idea utopistica del sacerdote, dell’uomo immacolato esente da limiti e tentazioni solo perché prega. Egli è semplicemente un uomo comune che ha ricevuto una vocazione altissima. Ed è proprio dentro questo confronto, tra la povertà della propria natura e la ricchezza di Dio, che si scopre il fascino del Ministero. San Paolo, nella seconda lettera ai Corinzi scrive «quando sono debole è allora che sono forte». Il mio obiettivo primario verso i seminaristi non era farli diventare sacerdoti ma renderli “uomini felici”.

Ampliando la prospettiva, la storia dell’umanità non ha mai sperimentato una così veloce evoluzione dello sviluppo tecnologico, dei processi di globalizzazione, degli assetti geo-politici e della percezione di valori. In tale realtà, spesso destabilizzante, quale sfida attende la Chiesa Cattolica e la missione sacerdotale?

La mia visione della sfida che attende la Chiesa e la missione sacerdotale è quella di un ex formatore, perché chi è stato formatore non smette mai di esserlo. Oggi la sfida è conoscere le sfide del mondo. La Chiesa non deve contrapporsi alle altre realtà: la politica, la globalizzazione, la tecnologia, i social… La Chiesa deve analizzare tali realtà e attivarsi per acquisire il buono che esiste in esse. La Chiesa deve inoltre sollecitare le coscienze, perché è nella coscienza che avviene il discernimento e la comprensione di ciò che è bene e di ciò che non lo è. Occorre tentare una forma di conciliazione con le realtà che oggi affollano il nostro mondo. La missione che attende dunque la Chiesa rispetto ai sacerdoti è renderli consapevoli di queste sfide e fare in mondo che dentro queste sfide si entri con l’unico tesoro che abbiamo, che è il Vangelo.

26 settembre 2025

La festa patronale a San Gaspare del Bufalo

Iniziano venerdì 14 giugno alle 20 i festeggiamenti a San Gaspare del Bufalo (via Rocca di Papa) in occasione della festa patronale, con la proiezione del filmato sulla storia della parrocchia realizzato con interviste nel quartiere.

Sabato 15 alle 18 è in programma la Messa presieduta dal cardinale Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro. A seguire la processione per le vie del quartiere. Domenica 16 alle 17.30 la festa delle famiglie in oratorio.

13 giugno 2019

La Festa diocesana del gioco e dello sport

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Svago e musica, ma anche formazione e tutela dell’ambiente: torna ad aprile, con due appuntamenti, la Festa del gioco e dello sport, promossa dall’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport della diocesi di Roma all’interno del Villaggio per la Terra organizzato da Earth Day Italia dal 18 al 21 aprile.

A ingresso libero, sarà ospitato come di consueto nel Galoppatoio di Villa Borghese. Con il patrocinio del Coni e del Cip (Comitato Italiano Paralimpico) e la partecipazione di oltre 30 tra federazioni, associazioni sportive e gruppi sportivi militari, il Villaggio Sport4Earth offrirà a tutti la possibilità di sperimentare gratuitamente un gran numero di discipline sportive, alcune anche molto originali, tra tornei, dimostrazioni e incontri con grandi campioni (https://villaggioperlaterra.it ).

La giornata di venerdì 19 aprile, per cui è prevista la collaborazione dell’Ufficio per la pastorale scolastica e Irc, sarà riservata in particolare alle scuole. L’animazione del pomeriggio di festa sarà a cura delle band musicali dei Korbàn e dei C.A.P. 148, che si esibiranno in un concerto al centro del Villaggio: dopo uno spazio dedicato ai più piccoli, sul palco saranno eseguiti moltissimi successi italiani e internazionali del momento.

Sabato 20 aprile sarà, invece, la volta delle parrocchie. In campo i Comitati provinciali degli Enti di Promozione Sportiva di ispirazione cristiana, ossia il Centro Sportivo Italiano (Csi), l’Unione Sportiva Acli (UsAcli) e le Polisportive Giovanili Salesiane (Pgs), oltre alla collaborazione del Centro Oratori Romani (Cor) e del gruppo romano dell’Anspi. Sarà presente quest’anno anche Scholas Occurrentes, la fondazione pontificia voluta da Papa Francesco, che proporrà la “Pelota de trapo”, il gioco della palla di pezza molto diffuso in Argentina. Insieme all’Isia (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) Roma Design si terranno laboratori e attività per la realizzazione della “pelota” e giochi animati dai nostri volontari.

Infine saranno ospiti dell’evento anche due realtà sportive che operano nel territorio della diocesi di Roma e che hanno una particolare attenzione ai giovani con disabilità, ossia l’associazione sportiva dilettantistica “K Project” e la cooperativa “Nuovi Orizzonti Onlus”. Gli aggiornamenti relativi ad orari e attività si possono consultare al seguente link: https://radiopiu.eu/festa-del-gioco-e-dello-sport-doppio-appuntamento-a-villa-borghese/

«Visto il successo dello scorso anno – evidenzia il direttore dell’Ufficio diocesano, don Francesco Indelicato – abbiamo pensato di potenziare la nostra presenza con una giornata ulteriore. L’occasione ci è stata offerta dagli organizzatori del Villaggio, che ci hanno chiesto di valorizzare il pomeriggio di festa musicale del venerdì. L’occasione di questo evento è opportuna per un momento di comunione tra tutte le realtà che in diocesi si occupano di gioco e sport, oltre che un importante spazio di Chiesa in uscita rivolto alle centinaia di famiglie che parteciperanno alle attività offerte dal Villaggio».

La Festa diocesana dei Fidanzati

Si terrà sabato 17 febbraio, dalle 15 alle 20, presso la parrocchia della Santissima Annunziata (via di Grottaperfetta 591) la Festa diocesana dei Fidanzati, promossa dall’Ufficio per la pastorale familiare della diocesi di Roma. L’invito a partecipare è rivolto non solo alle coppie di fidanzati, che frequentano i corsi prematrimoniali o stanno maturando con consapevolezza la scelta matrimoniale, ma anche a presbiteri e animatori.

Prima della tradizionale benedizione delle coppie presenti, verranno proposti dei laboratori tematici sul tema della relazione. Mentre le nostre coppie saranno impegnate nei laboratori, il vescovo Dario Gervasi avrà piacere di confrontarsi con i presbiteri e le coppie animatrici presenti sul tema dell’accompagnamento nei corsi di preparazione al matrimonio. Sarà presente anche padre Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della Famiglia. La conclusione con un momento di preghiera, durante il quale le coppie riceveranno la benedizione del vescovo.

Per l’adesione compilare il form https://forms.office.com/e/ak427KHTxW

Per ulteriori informazioni: 06.69886211; famiglia@diocesidiroma.it

10 febbraio 2024

La festa di santa Rita

“Santa Rita, tra petali e spine”. Questo il titolo delle celebrazioni in programma nella chiesa di Santa Rita da Cascia alle Vergini per festeggiare la patrona. Per il triduo sono in programma una serie di meditazioni guidate da padre Simone Raponi, il 19, il 20 e il 21 maggio alle ore 18.30. Venerdì, alle 18, la Messa con la meditazione sarà preceduta, alle 18, dalla celebrazione della Via Lucis; sabato dalla recita del Rosario e delle litanie di santa Rita; domenica 21 dall’esposizione del Santissimo e dal canto dei vespri.

Lunedì 22 maggio, poi, nella festa di santa Rita, sono previste diverse celebrazioni: alle 6.30 presiede il rettore don Lorenzo Pelati; alle 8 monsignor Renzo Giuliano, parroco di San Marco al Campidoglio; alle 9.30 don Franco Amatori, rettore di Santa Maria in Via Lata; alle 11 padre Francesco Celestino, parroco dei Santi XII Apostoli. Alle 12 è prevista la recita della supplica a Santa Rita, dopo la quale riprenderanno le Messe: alle 12.30 presiede padre Massimo Marelli, vice direttore dell’Ufficio liturgico diocesano; alle 14 don Davide Picciano, alunno del Collegio Capranica; alle 15.30 monsignor Giulio Sembeni, rettore Collegio San Carlo Borromeo; alle 17 dom Benedetto Toglia, rettore di Santa Francesca Romana al Palatino. Alle 18.30 il solenne pontificale presieduto dal vescovo Guerino Di Tora; alle ore 20 la Messa con il rettore don Pelati.

15 maggio 2023

La Festa di Santa Maria della Consolazione

La chiesa di Santa Maria della Consolazione al Foro Romano, affidata all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, si appresa a vivere la festa dedicata alla Vergine a cui l’edificio di culto è intitolato.

Si comincia il 5 settembre, con la Messa di supplica per la pace. Il giorno seguente, domenica 6 settembre, alle ore 11, è invece in programma la Messa per la fraternità. Nella giornata di lunedì 7 si terranno invece le lodi alle 6.45; la Messa alle 7 e poi l’adorazione eucaristica dalle 7.30 fino alle 19 quando ci sarà la benedizione con il Santissimo Sacramento. La conclusione martedì 8, una giornata caratterizzata sempre dall’adorazione continua dalle 7.45 alle 19, orario in cui verrà celebrata la Messa solenne.

La chiesa di Santa Maria della Consolazione al Foro Romano è un luogo di preghiera sin dal 1470. Ogni giorno, dalle 6:30 alle 21, la chiesa è aperta per favorire la preghiera personale. L’ambiente interno è colmato del canto gregoriano che favorisce la preghiera e la meditazione.

2 settembre 2020

La festa di sant’Antonio Abate nella comunità di Sant’Eusebio

Niente animali in chiesa né benedizione sul sagrato, ma foto degli amici a quattro zampe e visite guidate. La pandemia modifica le tradizionali iniziative promosse dalla parrocchia di Sant’Eusebio all’Esquilino per la festa di sant’Antonio Abate: domenica 17 gennaio non si potrà quindi partecipare alle celebrazioni accompagnati dal proprio cucciolo – come tradizionalmente avveniva nella chiesa di piazza Vittorio – ma si potrà portare una sua foto; le immagini verranno raccolte in una cesta. Al termine di ogni celebrazione, verrà consegnato un depliant con la preghiera di sant’Antonio Abate e un simpatico gadget a ricordo della giornata.

Alle ore 15.30 sarà possibile effettuare la visita guidata della chiesa su prenotazione tramite mail all’indirizzo fmuleo@gmail.com (numero limitato di persone nel rispetto delle regole di distanziamento). Poiché i posti in chiesa sono limitati, inoltre, il consueto programma festivo delle Sante Messe è arricchito in questa ricorrenza con una celebrazione in più per facilitare una maggiore distribuzione delle presenze e dare a tutti la possibilità di essere accolti; le Messe si terranno dunque alle 9, 10.30, 12 e 18.30.

11 gennaio 2021

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