20 Dicembre 2025

L’ordinazione episcopale di don Attilio Nostro

Si terrà sabato 25 settembre alle ore 17 la Messa per l’ordinazione episcopale di don Attilio Nostro, nominato vescovo della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea. A presiedere la celebrazione sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis; conconsacranti saranno monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria – Bova, e monsignor Francesco Massara, arcivescovo di Camerino – San Severino Marche e vescovo di Fabriano – Matelica. La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Telepace e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. La Messa per l’ingresso del vescovo nella nuova diocesi è prevista invece per la settimana seguente, sabato 2 ottobre alle 17 nella cattedrale di Mileto.

Nato a Palmi (Reggio Calabria) il 6 agosto 1966, don Attilio Nostro è stato alunno del Pontificio Seminario Romano Maggiore. Ha conseguito il Baccalaureato in Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana e la Licenza in Studi su Matrimonio e Famiglia presso la Pontificia Università Lateranense. È stato ordinato sacerdote da san Giovanni Paolo II il 2 maggio 1993 per la diocesi di Roma. Tra i servizi prestati nella diocesi del Papa, quelli di vicario parrocchiale a Santa Maria delle Grazie al Trionfale (1993-1995); di vicario parrocchiale a Gesù Divin Lavoratore (1995-2001); di parroco a San Giuda Taddeo (2001-2014); infine di parroco a San Mattia nonché di insegnante di religione cattolica presso l’Istituto scientifico Nomentano.

17 settembre 2021

L’ordinazione di monsignor Feroci e l’incontro sull’enciclica “Fratelli tutti”: due iniziative nella diocesi di Roma per la Giornata mondiale dei poveri

Sono due le iniziative che la diocesi di Roma organizza per la Giornata mondiale dei poveri, il prossimo 15 novembre 2020. La prima, alle ore 15, sarà l’ordinazione episcopale di monsignor Enrico Feroci, parroco di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva e rettore del Seminario della Madonna del Divino Amore, già direttore della Caritas diocesana di Roma. A presiedere la liturgia, che si terrà al Santuario Nuovo, sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis; conconsacranti l’arcivescovo Claudio Maria Celli e monsignor Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni. Nel rispetto delle normative per il contenimento della pandemia di Covid-19, l’ingresso sarà consentito a un numero limitato di persone; per concelebrare o per partecipare alla celebrazione è dunque necessario un apposito biglietto gratuito che si ritira nella portineria del Vicariato dal 9 al 13 novembre dalle ore 9 alle ore 12.30, fino a esaurimento dei posti disponibili. Monsignor Feroci sarà creato cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del prossimo 28 novembre.

La seconda iniziativa pensata per la Giornata è invece un incontro di approfondimento e riflessione sull’enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, sulla fraternità e l’amicizia sociale. L’appuntamento è per domenica prossima alle ore 18.30 nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense. In questo caso, nel rispetto della normativa vigente, non è prevista la presenza di pubblico; l’incontro sarà pertanto trasmesso in diretta televisiva su Telepace (canale 73 e 214 in hd; 515 su Sky) e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. Una replica, inoltre, andrà in onda lunedì 16 novembre alle ore 21 sempre su Telepace.

La serata sarà aperta dal saluto del cardinale De Donatis; seguiranno la lettura di alcuni brani del testo, quindi gli interventi di Stefania Falasca, giornalista di Avvenire su “L’enciclica ‘Fratelli tutti’ nel magistero di Papa Francesco”; del cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, su “I nuclei tematici dell’enciclica”; infine di padre Fabio Baggio, sottosegretario della Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, su “Le sfide odierne della comunità ecclesiale alla luce di ‘Fratelli tutti’”.

Quella che si celebra domenica 15 novembre è la IV Giornata mondiale dei poveri, in quanto è stata istituita dal Santo Padre alla fine del Giubileo straordinario della Misericordia. Il tema scelto è “Tendi la tua mano al povero” (cfr Sir 7,32).

6 novembre 2020

L’oratorio “Aquerò” per la Pastorale sanitaria

«Tra i tanti segni lasciati da monsignor Armando Brambilla nella Pastorale della salute di Roma c’è il premio Buon Samaritano, un’occasione annuale per raccontare e far conoscere storie belle nella nostra diocesi a servizio dei malati». Così monsignor Paolo Ricciardi, vescovo delegato del Centro per la pastorale sanitaria nella diocesi di Roma, annuncia l’iniziativa in programma domenica prossima presso la chiesa Gesù Maestro in via Portuense, 739, alle ore 15.30.

Un momento di preghiera e di ascolto, che vedrà l’esecuzione dell’oratorio sacro “Aquerò”, dedicato a santa Bernardette Soubirous, da parte del coro Fideles et Amati.

16 maggio 2019

L’Opera Romana in Turchia sui passi di san Paolo

Antiochia, l’antica “regina dell’Oriente”. Tarso, città natale di san Paolo. Istanbul, con il Topkapi, la Moschea Blu, Santa Sofia. E un incontro inaspettato con il presidente della Cei, il cardinale Matteo Maria Zuppi. Un gruppo di sacerdoti, operatori dell’Opera Romana Pellegrinaggi e di giornalisti si trova in questi giorni in Turchia, per un itinerario alla scoperta del territorio e dei suoi legami con la fede cristiana, sui passi di San Paolo. Il capodelegazione è monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Orp; il gruppo è ospitato dal 𝐓𝐮̈𝐫𝐤𝐢𝐲𝐞 𝐓𝐨𝐮𝐫𝐢𝐬𝐦 𝐏𝐫𝐨𝐦𝐨𝐭𝐢𝐨𝐧 𝐚𝐧𝐝 𝐃𝐞𝐯𝐞𝐥𝐨𝐩𝐦𝐞𝐧𝐭 𝐀𝐠𝐞𝐧𝐜𝐲, dall’𝐄𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐮𝐫𝐢𝐬𝐦𝐨 𝐭𝐮𝐫𝐜𝐨 Go Türkiye con la collaborazione della Turkish Airlines.

La prima tappa è stata ad 𝐀𝐧𝐭𝐢𝐨𝐜𝐡𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐎𝐫𝐨𝐧𝐭𝐞, dove padre 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐨 𝐁𝐞𝐫𝐭𝐨𝐠𝐥𝐢, frate cappuccino e in passato responsabile della comunità cristiana di Antiochia, ha parlato della piccola realtà in cui è stato parroco e vive da 35 anni. Quindi il gruppo ha partecipato alla 𝐒anta 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐚 nella 𝐋𝐚𝐭𝐢𝐧 𝐊𝐚𝐭𝐨𝐥𝐢𝐤 𝐊𝐢𝐥𝐢𝐬𝐞𝐬𝐢, la parrocchia latina, presieduta dal v𝐢𝐜𝐚𝐫𝐢𝐨 a𝐩𝐨𝐬𝐭𝐨𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐝’𝐀𝐧𝐚𝐭𝐨𝐥𝐢𝐚, 𝐢𝐥 𝐯𝐞𝐬𝐜𝐨𝐯𝐨 𝐠𝐞𝐬𝐮𝐢𝐭𝐚 𝐏𝐚𝐨𝐥𝐨 𝐁𝐢𝐳𝐳𝐞𝐭𝐢, e concelebrata dal cardinale Zuppi.

«Un viaggio simile scava 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐫𝐚𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐚», commenta monsignor Chiavarini.

10 novembre 2022

L’Opera Pia di Ponte Rotto nella casa di Santa Francesca Romana

di Domenico Rocciolo

Con il titolo «S. Francesca Romana a Ponte Rotto», Mariano Armellini, autore nel 1891 dell’opera Le Chiese di Roma dal secolo IV al XIX (la prima edizione uscì nel 1887), scrisse: «è la cappelletta situata nella pia casa d’esercizi detta di Ponte Rotto in via dei Vascellari. Quivi sorgeva il palazzo dei Ponziani, alla cui famiglia apparteneva il marito di s. Francesca Romana». Ancora oggi, in via dei Vascellari 61 c’è la bella cappella che ricorda la santa romana e il luogo dove dalla fine del Settecento tanti fanciulli poveri si prepararono a ricevere la Prima Comunione.

La scelta di quel luogo altamente simbolico fu fatta da don Gioacchino Michelini, prete romano, che divenuto parroco di S. Salvatore a Ponte Rotto nel 1793, cominciò ad aiutare le famiglie povere e a togliere dalla strada i loro figli. Per la sua opera decise di avvalersi dell’aiuto dei suoi confratelli del clero diocesano. Già membro della Pia Unione di S. Galla, entrò a far parte della Pia Unione di S. Paolo Apostolo, che si occupò di edificare opere di apostolato nelle chiese della città.

L’arrivo dei francesi nel 1798 lo costrinse a interrompere la sua missione, ma una volta caduta la Repubblica romana (1799), riprese le sue attività e stabilì le adunanze dei giovanetti della sua parrocchia nei cameroni adibiti a granai di proprietà del principe Altieri, detti granai di s. Francesca Romana (un tempo palazzo Ponziani). Qui sorse l’Opera Pia di Ponte Rotto sotto l’invocazione di Gesù Redentore, riconosciuta ufficialmente dal Cardinale Vicario Giulio Maria Della Somaglia il 25 agosto 1807.

Dopo l’occupazione napoleonica conclusasi nel 1814, egli tornò ai suoi impegni di educatore e nella casa di Ponte Rotto accolse gli adulti. Organizzò anche gli esercizi spirituali per le donne ricorrendo alla collaborazione delle Maestre Pie, successivamente sostituite dalle religiose della Divina Provvidenza. In modo particolare curò la cappella dedicata a s. Francesca. Nel 1816 istituì il ramo femminile della sua opera. Morì il 22 gennaio 1825. Si può dire, che la sua vita e il suo apostolato si legarono inscindibilmente alla memoria di s. Francesca Romana. La straordinaria attività formativa, che si svolse nella casa di via dei Vascellari 61, fece dire all’Armellini: «è incredibile il bene spirituale» che vi ricevettero tanti giovanetti poveri.

 

Il luogo della morte di Santa Francesca Romana nella casa di Via dei Vascellari 61, a Trastevere

L’omaggio del mondo del lavoro all’Immacolata

Anche il mondo del lavoro renderà omaggio all’Immacolata, nella giornata dell’8 dicembre. Alle ore 9, nella chiesa della Santissima Trinità dei Monti (civico 3 della piazza omonima), si terrà la Messa presieduta da monsignor Daniele Libanori, vescovo ausiliare del settore Centro e concelebrata da monsignor Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale, del lavoro e della custodia del creato, con i cappellani.

Al termine della liturgia inizierà la processione verso piazza Mignanelli, dove i vari rappresentanti del mondo del lavoro recheranno il proprio omaggio floreale alla statua della Vergine Maria e la reciteranno l’atto di affidamento alla Madonna.

4 dicembre 2023

L’itinerario di formazione per le confraternite

Prosegue il percorso di formazione per i membri delle confraternite della diocesi di Roma. Il prossimo appuntamento è per lunedì 6 marzo alle ore 19.00, come sempre on line. Protagonista dell’incontro sarà il vicegerente della diocesi, il vescovo Baldo Reina, che affronterà il tema “Confraternite e devozione popolare”.

Si tratta dell’ultimo appuntamento previsto on line; il successivo, infatti, si terrà in presenza sabato 27 nella basilica di San Giovanni in Laterano e concluderà l’itinerario formativo per questo anno pastorale.

2 marzo 2023

L’istituzione dei nuovi catechisti e l’assemblea diocesana

Duecentottantaquattro catechisti verranno istituiti nella Messa di domenica prossima, 21 gennaio, alle ore 17.30. Il cardinale vicario Angelo De Donatis, che presiederà la celebrazione eucaristica, pronuncerà la preghiera di benedizione e consegnerà loro la croce.

I catechisti istituiti, come stabilito dalla Cei e come ricorda il direttore dell’Ufficio diocesano per la catechesi, don Andrea Cavallini, «svolgeranno un ruolo di coordinamento degli altri catechisti che già prestano servizio nelle parrocchie e manterranno i rapporti con l’Ufficio diocesano». Subito dopo il conferimento del Ministero, infatti, i catechisti riceveranno dai Vescovi ausiliari di Settore il Mandato, a seguito del quale – continuando a svolgere il loro servizio – inizieranno ad esercitare il Ministero nella loro parrocchia.

In maggioranza donne adulte, tra i quasi trecento che riceveranno il Ministero domenica, non mancano, comunque, i giovani e gli uomini. «Sono stati candidati dai rispettivi parroci a novembre del 2022 – ricorda don Cavallini – e hanno seguito un percorso di formazione di un anno, all’interno del quale era inserito anche uno stage di quattro giorni ad Assisi».

«Il loro ministero – scrive il consiglio episcopale della diocesi di Roma – si colloca a pieno titolo nel cammino sinodale che il nostro vescovo, Papa Francesco, ha promosso e sostenuto per tutta la Chiesa: con i catechisti istituiti infatti il “carisma laicale” dell’educare alla vita cristiana a partire dalla sua iniziazione, viene riconosciuto come ministero di cui la Chiesa, così come tutti coloro che chiedono di farne parte, ha bisogno. Essi potranno coadiuvare i parroci nel coordinare il gruppo dei catechisti, saranno un “ponte” fra Ufficio catechistico diocesano e parrocchia e questo non solo permetterà una più agevole comunicazione ma anche favorirà certamente la diffusione di tutte le iniziative di formazione che l’Ufficio vorrà promuovere per i catechisti della diocesi».

Infine, per tutti i catechisti è in programma sabato 27 gennaio l’Assemblea diocesana: un appuntamento dedicato alla sinodalità, dalle 9.30 alle 12.30 nell’Aula Magna della Pontificia Università Lateranense, che vedrà anche la partecipazione del vicegerente, monsignor Baldo Reina.

 

17 gennaio 2024

L’invito del vicario a pregare per le vocazioni e per i sacerdoti

«Roma ha bisogno di preti e di preti santi! Abbiamo bisogno di sacerdoti che siano testimoni credibili e affidabili della Gioia del Vangelo». Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive una lettera ai parroci della diocesi di Roma invitandoli a pregare per le vocazioni e per i sacerdoti. E istituisce una giornata speciale, il giovedì, per presentare al Signore queste particolari intenzioni.

«Se per ciascun cristiano – si legge nella missiva – la preghiera è il respiro dell’anima, per una diocesi essa rappresenta il respiro di una città intera che, anche inconsapevolmente, ha necessità del Soffio di Dio per vivere». Poi riflette sul numero delle vocazioni, in calo anno dopo anno: «Siamo tutti consapevoli che andiamo incontro a tempi in cui i sacerdoti saranno sempre meno. Rimaniamo tutti amareggiati quando sappiamo che un sacerdote è in crisi o abbandona il ministero. Spesso ci lamentiamo che in seminario sono in pochi, che mancano i preti, o che non hanno tempo per tutti. Ma quanto preghiamo per loro? Ti chiedo allora di pregare con me, con tutto il presbiterio diocesano e con tutta la tua comunità affinché il Signore ci renda sacerdoti innamorati del Vangelo e perché mandi nuovi operai per la sua messe». L’iniziativa di preghiera arriva in coincidenza con il centenario della nascita di san Giovanni Paolo II: «Questo santo vescovo di Roma – scrive il cardinale vicario – ci ha sempre testimoniato la bellezza dell’intimità con Dio e la gioia di essere sacerdote secondo il Suo cuore».

Ai parroci viene inviato anche uno schema preciso di preghiera. «Il primo giovedì del mese è il giorno in cui da tanto tempo, a partire da una tradizione del Seminario Romano Maggiore, si prega per le vocazioni – ricorda il cardinale De Donatis –, dedicando anche il tempo della notte tra il giovedì e il venerdì con l’adorazione eucaristica (o altre forme di preghiera) per questa intenzione. Il secondo giovedì del mese vi invito a pregare per i sacerdoti anziani e per quelli malati, rendendo grazie al Signore per la testimonianza che ci hanno donato e che ci continuano a dare, anche con l’offerta delle loro sofferenze. Il terzo giovedì del mese vi invito a pregare per la santificazione dei sacerdoti. Il quarto giovedì del mese pregheremo per i sacerdoti che vivono un momento di prova e di difficoltà». L’invito non è solo per i pastori, ma per le comunità tutte, per «i singoli fedeli e in particolare i malati, ad offrire la recita del quinto mistero della luce per queste intenzioni».

Leggi la lettera del cardinale vicario

7 febbraio 2020

L’invito del cardinale Zuppi ai giovani: «Essere discepoli di Gesù e operatori di pace»

Foto Gennari

«Al centro non c’è il nostro io. Al centro c’è sempre e solo Cristo, nostra speranza e pace». Si è propagata in tutta la piazza e ha raggiunto i cuori dei 40mila pellegrini italiani la voce del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna. «Cristo che rende l’altro, qualunque esso sia, il mio e nostro prossimo e non un estraneo o un nemico». È questo lo snodo imprescindibile da cui partono le strade della pace. Il porporato lo ha indicato senza mezzi termini. E la risposta dei giovani, che si sono riuniti, la sera del 31 luglio, per la Confessio fidei “Tu sei Pietro”, si è percepita nei loro sguardi e nello scambio di pace che si sono dati alla fine, su invito dello stesso cardinale. Gli stessi sguardi che hanno accompagnato le parole del cardinale Pierbattista Pizzaballa, che parlando della situazione in Terra Santa ha sottolineato in un videomessaggio che «anche in mezzo alla sofferenza, non mancano mai segni di vita e di speranza. Lo vedo ogni giorno. Dio non ci lascia mai soli». In questo mare incredibile di sfiducia e di odio- ha aggiunto – sono tante le persone che sono ancora capaci di mettersi in gioco per fare qualcosa per l’altro, perché non si arrendono a questa situazione di “io e nessun altro”, ma puntano sul “noi insieme”».

Sulla stessa scia l’omelia di Zuppi. «Siamo qui e questa nostra Madre – ha detto riferendosi alla Chiesa -, la mia e nostra casa dove tutti, tutti, tutti, siamo accolti come le braccia del colonnato ci stringono e ci definiscono, la vediamo addolorata sotto una croce ingiusta e terribile sulla quale è inchiodato suo figlio e i suoi figli. Sono croci costruite follemente dagli uomini che fabbricano armi per uccidere e distruggono quello che fa vivere». Oggi «si combattono tante inutili stragi, tante guerre. – ha aggiunto il cardinale -. Chi uccide un uomo, uccide il mondo intero! Come uccidere un bambino? Non possiamo mai abituarci a una sofferenza infinita. È un mondo che accetta di nuovo come normale pensarsi l’uno contro l’altro o l’uno senza l’altro, che in modo dissennato non ha paura della forza inimmaginabile degli ordigni nucleari». Nel nostro mondo, secondo Zuppi, «diventa normale l’uno sopra l’altro, gli uni contro gli altri, gli uni senza gli altri, e non crediamo più che siamo sulla stessa barca e che l’umanità deve porre fine alla guerra o la guerra porrà fine all’umanità».

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L’indulgenza plenaria con le Maestre Pie Filippini

Per il Pontificio Istituto delle Maestre Pie Filippini questo 2022 è un anno speciale: si festeggiano, infatti, i 350 anni della nascita della fondatrice, Madre Lucia Filippini. Per questa occasione la Penitenzieria Apostolica ha concesso il dono dell’indulgenza plenaria. «Siamo grate al Signore per la santità di Lucia donata alla Chiesa – commenta suor Virginia Iamele, superiora provinciale – e desideriamo che tutte le comunità cristiane prendano parte ai benefici spirituali concessi».

Lucia Filippini (Tarquinia, 13 gennaio 1672 – Montefiascone, 25 marzo 1732) è stata una religiosa italiana, fondatrice della congregazione delle Maestre Pie. Discepola del cardinale Marcantonio Barbarigo e collaboratrice di Rosa Venerini, fondò numerose scuole pie per fanciulle povere a Montefiascone, Bagnoregio, Tarquinia e molte altre, soprattutto nel Lazio e successivamente nell’intero Stato della Chiesa. È stata proclamata santa da Papa Pio XI nel 1930.

25 gennaio 2022

L’indizione della visita pastorale alla diocesi di Roma – La lettera del cardinale vicario

Foto Diocesi di Roma / Gennari

«Non solo “con voi”, ma “tra voi”». Usa questa formula, il cardinale vicario Baldo Reina per annunciare, in questo tempo di Avvento e in coincidenza con l’avvio del Giubileo della Speranza, la visita pastorale alla diocesi di Roma. Di seguito il testo integrale.

Carissimi,
vi raggiungo con questa lettera animato da un profondo desiderio di comunione e condivisione per essere non solo “per voi” ma “tra voi” (Mc 10,43) che sostanzia la qualità relazionale del servizio che il Maestro ha affidato a ogni comunità di discepoli perché non si ceda mai alla tentazione del potere ma si coltivi il desiderio di comunione per servire la Chiesa.

L’inizio del Giubileo e la scelta del Santo Padre di chiamarmi al delicato servizio di suo vicario per la Diocesi di Roma mi spingono a ricercare un rapporto di maggiore conoscenza con ogni realtà di cui si compone la Diocesi e di tutte le persone che l’arricchiscono, così da poter dare corpo al mistero di comunione che deve poter sempre trasparire dal santo popolo di Dio. La comunione in Cristo la si realizza nel segno del comune battesimo e della partecipazione di tutti in vista della missione per il Regno di Dio. Essere popolo missionario è credere e operare insieme per il Vangelo. Infatti siamo stati costituiti come unico corpo, e questa nostra chiesa si edifica attraverso il servizio alle realtà che in ogni forma esprimono bisogno di salvezza.
In questo momento mi afferra l’evidenza che nulla potrei fare senza i presbiteri e i diaconi, senza le associazioni, i gruppi di volontariato, gli operatori pastorali, i religiosi e le religiose. Tendo ora la mia mano per cercare le vostre dove riverbera quanto il nostro Signore Gesù continua a donare attraverso ciascuno. Il dono di Dio ci precede sempre e anche noi possiamo essere sorpresa del gratuito per chi incontriamo. Le sue parole –“questo è il mio corpo, mangiatelo” – non solo costituiscono la forma della Chiesa, una e in comunione di carismi e ministeri, ma vigilano permanentemente sul come essere chiesa.

Per chi come me inizia un’esperienza nuova è necessario darsi un tempo per conoscere e farsi conoscere. Tra le responsabilità che mi sono affidate c’è quella di custodire e di orientare una visione di chiesa, per cui è necessario elaborare i delicati processi che sostengono le decisioni. Sarebbe insensato pensare questo come una pratica solitaria. Il vescovo come i padri e le madri nella vita familiare hanno compiti che afferiscono alla loro condizione che spesso prevedono l’impossibilità di delega. E come si devono mettere in conto errori e incomprensioni, bisogna accettare anche la solitudine. Ma nell’esperienza pastorale dobbiamo imparare a non presumere di poter fare da soli, specialmente in questo tempo dove la complessità delle situazioni esistenziali deve distoglierci dall’illusione dell’autosufficienza. Così nei diversi territori che caratterizzano la nostra Diocesi dobbiamo essere capaci di riconoscere la dignità e il valore di ogni persona impedendo che le differenze, anche di fede, possano impedire la collaborazione.

Ho voluto scrivervi in questo tempo di Avvento, nell’imminenza di celebrare la nascita di Gesù, segno permanente della prossimità di Dio, per comunicarvi il mio bisogno e la mia attesa di incontrarvi, conoscervi, per dialogare, incoraggiarci, ringraziare, chiedere perdono, correggerci, aiutarsi a ricominciare. Con queste intenzioni desidero farvi sapere che a partire dal prossimo mese di gennaio inizierò la visita pastorale alla nostra Diocesi. È lo strumento che da secoli la Chiesa affida ai pastori affinché dedichino del tempo alla conoscenza delle singole comunità, ne ascoltino le gioie e i dolori, riconoscano i carismi e colgano i segni attraverso cui individuare insieme i passi di crescita da compiere. Unito alle necessarie scelte programmatiche ed organizzative di questa esperienza pastorale vorrei che avvertiste il mio desiderio di abbracciare ognuno fraternamente.

Nei prossimi giorni Vi comunicherò le modalità precise di tale visita; intanto Vi chiedo di accompagnarmi con la preghiera; implorate il Signore perché io possa vivere questo servizio con semplicità e gioia.

Consapevole delle fatiche di ognuno Vi accompagno costantemente con la preghiera affinché, insieme, possiamo edificare una comunità sempre più fedele al Vangelo per essere pellegrini e testimoni di speranza.

Baldo Card. Reina

21 dicembre 2024

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