19 Dicembre 2025

L’Avvento nella diocesi di Roma: la lettera del cardinale vicario Angelo De Donatis

La proposta della preghiera in famiglia con i “Momenti della luce”. La novena di Natale nelle parrocchie. E la raccolta straordinaria di pandori e panettoni per i detenuti di Rebibbia. Il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai parroci in occasione dell’Avvento, che inizierà domenica 27 novembre, e offre alcuni spunti su questo tempo di preparazione al Natale 2022.

«Domenica prossima inizieremo un nuovo anno liturgico – scrive il porporato –. Un’occasione nuova per riscoprire la bellezza sorgiva della liturgia. Un rinnovato stimolo a ricentrare la vita di fede ponendo l’azione liturgica a fondamento di ogni esperienza di vita cristiana».

Poi cita le varie iniziative che accompagneranno l’Avvento: i momenti di preghiera da proporre alle famiglie, pensati dall’Ufficio catechistico e Servizio per il catecumenato, perché «questo tempo forte è un’occasione propizia per far riscoprire la forza ed il valore della liturgia domestica». Ancora, lo schema per la Novena di Natale preparato dall’Ufficio liturgico, perché «è un segno che ci invita a rallentare, a fermarci, a cogliere “il sempre nuovo” del mistero dell’Incarnazione».

«In più i cappellani di Rebibbia – prosegue il cardinale De Donatis – in occasione delle festività natalizie promuovono una raccolta di panettoni e/o pandori per gli oltre 2.000 detenute e detenuti dei 4 Istituti di Rebibbia. Se la tua comunità vorrà aderire a questa iniziativa, per coordinare la consegna dei panettoni devi contattare il cappellano don Stefano Rulli».

Il testo integrale della lettera del cardinale
Momento della luce: lettera ai genitori
Momento della luce: testi, domande e traccia
Momento della luce: schema
Lo schema per la Novena di Natale

21 novembre 2022

L’Avvento in famiglia, scaricabile il sussidio diocesano

Un sussidio per vivere in famiglia il tempo di Avvento, riscoprendo la preghiera tra le mura domestiche. Frutto del lavoro coordinato di alcuni uffici pastorali del Vicariato – liturgico, catechistico, famiglia, Caritas – è scaricabile cliccando qui.

«Abbiamo vissuto una Quaresima e una Pasqua del tutto particolare – scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis nella lettera che accompagna il sussidio –, che ha segnato profondamente noi, i fedeli delle nostre parrocchie e tutte le persone che abitano nei nostri quartieri; e ora ci aspetta un tempo di Avvento e un Natale ancora difficili da immaginare. Viviamo un “camminare a vista” che potrebbe metterci nel cuore un senso di incertezza». Allo stesso tempo, riflette il vicario del Papa per la diocesi di Roma, «stiamo cercando di trasformare questo momento in un’occasione di crescita. Ci concentriamo sull’essenziale, che è la fede nell’incarnazione del Figlio di Dio, puntando a valorizzare la celebrazione del Mistero nelle case, magari attraverso la contemplazione del presepe». Ecco, allora, l’invito «a tutte le famiglie – esorta De Donatis – a scoprire la bellezza di ritrovarsi insieme per pregare e per parlare ai figli del Natale».

Di qui l’idea del sussidio per la preghiera in casa, chiamato, non a caso, “Natale tempo di speranza”. I momenti di preghiera proposti sono legati al Vangelo della domenica e permettono attraverso, alcune parole chiave, di riscoprire gli aspetti più autentici dell’Avvento e del Natale. Vegliare, preparare la via, gioire, fidarsi, trovare, ringraziare, meravigliarsi, ripartire: sono alcuni dei termini che siamo tutti chiamati ad approfondire, non solo con tracce di preghiera ma con gesti concreti di solidarietà. Anche questi sono suggeriti nelle pagine del libretto: una telefonata a un vicino anziano, la spesa a una famiglia in difficoltà.

La seconda parte del sussidio, quella catechetica (“momento della luce”), è destinata alle famiglie con bambini, soprattutto quelli che frequentano la catechesi di iniziazione cristiana; la prima parte, dedicata alla preghiera, è adatta a tutti, anche se contiene comunque delle indicazioni per far partecipare anche i più piccoli. In ultima pagina il sussidio contiene una “Preghiera di Affidamento a Maria Immacolata in questo tempo di coronavirus”, che le famiglie possono recitare insieme l’8 dicembre.

Leggi il messaggio del cardinale vicario alle famiglie e la Preghiera di affidamento a Maria

Leggi la lettera del cardinale vicario ai parroci

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Leggi la proposta di ritiro spirituale

24 novembre 2020

L’augurio per una Gmg feconda: la Messa del cardinale De Donatis con i giovani diretti a Lisbona

Con il conferimento del mandato e la consegna della piccola croce del pellegrino in legno di ulivo della Terra Santa – facente parte del kit degli italiani –, è ufficialmente iniziato oggi pomeriggio, 1° agosto, il pellegrinaggio dei 600 giovani romani in partenza per la Giornata mondiale della gioventù di Lisbona. Dalla basilica di San Giovanni in Laterano, Madre e Capo di tutte le Chiese, alla capitale del Portogallo per essere Chiesa in uscita e in comunione. Aderendo al programma della Pastorale giovanile diocesana i ragazzi, appartenenti a varie parrocchie di Roma, sono «pronti a mettersi in cammino e a compiere più di 11 chilometri rispetto ai discepoli di Emmaus, non tristi nel cuore come loro, ma gioiosi» ha detto il cardinale vicario Angelo De Donatis che ha presieduto la celebrazione, invitandoli a chiedersi cosa si aspettano da queste giornate. «Mettete a fuoco il desiderio vero che avete nel cuore» il suo suggerimento.

I ragazzi sono arrivati nel Palazzo Lateranense intorno alle 15.30, accolti dai dipendenti del Vicariato, che hanno organizzato tutte le pratiche per la partenza, registrando i partecipanti e smistandoli nei vari pullman, pronti sulla piazza. Quindi la Messa nella cattedrale e poi, appunto, la partenza in pullman alla volta di Civitavecchia, dove poi i giovani si sono imbarcati diretti a Barcellona.

In tutto, staranno fuori per nove giorni al termine dei quali, ha affermato il cardinale De Donatis durante la Messa, rientrati a Roma, i ragazzi renderanno la «città più ricca» perché potrà contare sul loro «sì generoso, affidabile. Roma aspetta la vostra gioia e la vostra decisione di donare senza trattenere, di perdere tutto. Tornate per arricchire la nostra città e la nostra Chiesa della vostra autentica e limpida gratuità. Da Lisbona – ha proseguito il vicario – maturino sì definitivi, luminosi e dal vostro dono riconosceremo ancora una volta Gesù che spezza il pane per tutti».

Oltre agli zaini in spalla, i ragazzi portano con sé un carico misto di timore e felicità. Come Rossella, della parrocchia Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo al Quarticciolo. «Ho un po’ di ansia perché devo mettere dei punti sul passato – dice –. Ma sono anche serena, voglio vivere questa esperienza al meglio». Contabile amministrativa in una azienda, non sa se in futuro sarà possibile condividere un cammino simile con i suoi coetanei. «L’età che avanza, le responsabilità che aumentano, gli impegni di lavoro e di famiglia, forse non lo consentiranno – afferma –. Per questo parto con il desiderio di prendere tutto il bello che la Gmg potrà donarmi».

Per dissipare ogni possibile timore, da parte del cardinale De Donatis non sono mancati suggerimenti ai giovani e ai loro accompagnatori per una Gmg feconda. Ai primi l’incoraggiamento ad aprirsi con chi li avvicinerà lungo il tragitto per raccontarsi, che sia «un sacerdote, una consacrata, un animatore, un amico o addirittura uno sconosciuto». E ancora l’invito a spalancare gli occhi davanti a colui che porge l’orecchio per ascoltare. «È il Signore che si è avvicinato a voi – le parole del vicario – e ancora una volta vi accoglie con tenerezza e comprensione, con tenace dolcezza e certa misericordia».

Agli accompagnatori ha invece chiesto di avvicinarsi «a ciascuno di questi ragazzi accogliendoli senza giudizio: allargate l’orecchio del cuore e ascoltateli, aiutateli a riconoscere in loro l’azione meravigliosa e stupenda dello Spirito Santo».

Guidati e sorretti dalla Parola di Dio, desiderosi di far parte uno della vita dell’altro, giovani e accompagnatori comprenderanno che il dono di sé è il fine ultimo di ogni pellegrinaggio. «Mentre spezzate il pane e celebrate la vita – ha concluso cardinale –, scoprirete tutti che ogni pellegrinaggio raggiungerà la sua meta quando deciderete, in fretta, di lasciare tutto e tornerete a gridare che avete visto il Signore vivo e che l’unico modo stupendo e degno di vivere la vita è quello di donarla, no di trattenerla. Vi auguro di tornare a Roma con la decisione ferma di donare a Lui ogni giornata».

Animata dal coro della diocesi di Roma, la Messa è stata concelebrata dai quattro vescovi ausiliari (Reina, Salera, Gervasi, Ricciardi) e dai sacerdoti che accompagnano i ragazzi alla Gmg. Tra questi don Alfredo Tedesco, direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile della diocesi il quale ha ricordato la tappa a Fatima del 3 agosto. «Affideremo a Maria le intenzioni della diocesi – ha detto nel suo saluto iniziale. Come la Vergine ha generato il Figlio di Dio, noi presentiamo questi ragazzi come figli della Chiesa».

di Roberta Pumpo

2 agosto 2023

L’augurio al Santo Padre nel giorno di san Francesco d’Assisi

“O Padre, che hai concesso a san Francesco [d’Assisi] di essere immagine viva di Cristo povero e umile, fa’ che, camminando sulle sue orme, possiamo seguire il tuo Figlio e unirci a te in carità e letizia”. (Dalla colletta della Messa di oggi)

Nelle Messe che si celebrano nelle parrocchie di Roma, oggi, memoria liturgica di san Francesco d’Assisi, i fedeli pregano per il Santo Padre. La comunità diocesana di Roma affida al Signore il ministero del suo vescovo Papa Francesco, per intercessione di san Francesco, affinché configurandosi sempre più a Cristo, possa confermare i fratelli nella fede.

4 ottobre 2022

L’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: in preghiera tutta la diocesi di Roma

Foto Vatican Media

Domani, venerdì 25 marzo, in occasione della solennità dell’Annunciazione del Signore, la diocesi di Roma si unirà spiritualmente a Papa Francesco «per pregare insieme con lui l’Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria», come sottolinea il cardinale vicario Angelo De Donatis in una lettera indirizzata ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, ai diaconi permanenti e a tutti la comunità diocesana.

La preghiera si può recitare alla fine della celebrazione eucaristica, dopo la benedizione, oppure dopo la celebrazione della Liturgia delle ore. L’assemblea si congederà con la formula “Benediciamo il Signore”, a cui si risponde “Rendiamo grazie a Dio”. I fedeli che sono impossibilitati a prendere parte alla celebrazione comunitaria, possono pregare l’Atto di Consacrazione personalmente, in comunione con tutta la Chiesa.

Di seguito il testo.

ATTO DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te. Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore. Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani. Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo. Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune. Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi. E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!
Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità. Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.
Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione. In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci. Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?” Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.
Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.
Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace, ottieni al mondo la pace.

Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe. Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese. Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.

Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia. In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.
Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina. Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà. A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.
Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”. Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione. Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.

L’assemblea per gli animatori della carità con padre Albanese

Padre Giulio Albanese (foto Diocesi di Roma / Gennari)

«L’azione pastorale che noi svolgiamo nell’ambito della carità, che poi è amore, non può prescindere dalla teologia del Regno. Il senso forte della missione parte dalle parole di Gesù “Andate in tutto il mondo”, perché la missione è una ed è senza confini». A spiegarlo è padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma che, a questo proposito, interverrà nel corso dell’assemblea che la Caritas di Roma propone per gli animatori della carità. “Con la Speranza (è) Tutto un altro Mondo” è il titolo dell’incontro, che si svolgerà online il prossimo 26 settembre alle ore 17.30 e sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube di Caritas Roma.

Tre i temi cardine su cui si concentrerà il momento di dialogo-incontro: pace, mondialità e missione. «È importante che il concetto dell’universalità – afferma padre Albanese –, e conseguentemente della mondialità, entri a far parte nella pastorale ordinaria delle nostre chiese, che sono germe, segno e strumento del Regno di Dio. Allo stesso tempo, bisogna comprendere che i temi forti su cui incentrare l’educazione alla mondialità devono essere basati sui valori del Regno: pace, giustizia, solidarietà, carità, rispetto del Creato e del bene comune».

Sarà possibile seguire l’evento sul canale YouTube di Caritas Roma al seguente link: www.youtube.com/CaritasRoma

24 settembre 2024

L’assemblea diocesana dei catechisti istituiti

La parrocchia di San Tommaso Moro

Come far crescere la comunione con tutti i catechisti delle parrocchie e delle prefetture e come contribuire ad un annuncio più incisivo. Sono questi i temi che verranno affrontati durante l’assemblea diocesana dei catechisti istituiti, in programma per sabato 15 marzo dalle 10 alle 12.30, nella parrocchia di San Tommaso Moro (ingresso, con parcheggio, in via dei Ramni 40). Previsto l’intervento del cardinale vicario Baldo Reina, a cui seguiranno dei lavori di gruppo.

Dall’Ufficio diocesano per la catechesi, che promuove l’appuntamento, l’invito a partecipare: «Come catechisti sappiamo bene che i vostri cuori e le vostre menti sono presi in questi giorni dall’amore al Santo Padre, nostro Vescovo, e dalla preghiera per lui. Sappiamo bene che state coinvolgendo bambini, ragazzi e genitori in questa preghiera, perché anche la debolezza del Papa è un segno per tutti: abbiamo bisogno di Dio per essere forti, ma abbiamo ancor più bisogno di Lui quando la malattia e la vecchiaia ci impediscono di fare qualsiasi cosa. La catechesi deve sempre ricordare sia la grandezza, sia la piccolezza dell’uomo. Ma proprio l’amore che portiamo al Papa ci spinge ancora di più, in questi giorni, a dare il meglio di noi».

12 marzo 2025

L’ascolto degli indifferenti al centro dell’incontro formativo di sabato 12

Il quinto incontro formativo per i fedeli, le équipe pastorali e per i gruppi in cammino sinodale, si è tenuto sabato 12 marzo 2022, dalle 10 alle 11.

La trasmissione è condotta da don Stefano Cascio e verte sull’ascolto degli “indifferenti”. Il confronto in studio è animato da alcuni operatori dell’ambiente scolastico e della catechesi, come Sergio Ventura, insegnante di religione al liceo classico Torquato Tasso e membro dell’équipe sinodale diocesana. Inoltre don Fabio Rosini, a partire dai contenuti emersi, offre una riflessione biblica sul tema.

Saranno date inoltre ulteriori informazioni sulle modalità per l’ascolto di tutti. Il cardinale vicario Angelo De Donatis ci ricorda infatti che: «In questa prima Quaresima del cammino sinodale siamo invitati in particolare a chiedere a Dio il dono dell’ascolto di tutti».

10 marzo 2022

L’ascolto attivo e le relazioni autentiche: si conclude la seconda settimana in Val di Fassa

di Renzo Del Vecchio

Si conclude oggi, presso la casa di spiritualità Lum de Roisc, a Soraga, in Trentino, la settimana di fraternità e formazione che il cardinal vicario Angelo De Donatis ha voluto dedicare ai preti della diocesi di Roma che negli ultimi due anni sono stati chiamati a guidare una nuova comunità come parroci. Dopo vari slittamenti di date causati dalle restrizioni legate alla pandemia, il cardinale ha pensato di trascorrere qualche giorno insieme con loro per vivere un tempo di riposo e riflessione nella bellissima e suggestiva cornice della Val di Fassa.

I parroci che hanno potuto rispondere all’invito formano un gruppo molto eterogeneo per età, anni di sacerdozio e appartenenze ecclesiali: don Gianni Di Pinto, parroco di Santa Paola; don Renzo Del Vecchio, Gran Madre di Dio; don Luca Angelelli, Santa Marcella; padre Stefano Liberti, Natività di Maria; padre Paolo Benedik, Santa Prisca; padre Ciro Sicignano, Santi Marcellino e Pietro; padre Massimiliano Chechile, Santi Sette Fondatori; don Giampiero Casolari, Sant’Alessio; don Giuseppe Costa, San Raimondo Nonnato; don José Fidel Medina, Santa Maria Assunta e San Michele a Castel Romano; padre Franco Sbarbati, San Giovanni Evangelista a Spinaceto; don Adolph Juanich, Sant’Agostino a piazza Navona. Con loro ci sono anche don Valerio di Palma, parroco di San Bruno, e don Marco Borraccetti, viceparroco a San Policarpo insieme al vescovo ausiliare Benoni Ambarus, al vescovo emerito Guerino Di Tora e al segretario generale monsignor Pierangelo Pedretti.

Le giornate seguono un ritmo disteso scandito dalla preghiera mattutina e dalla Messa serale, sempre arricchite dalle riflessioni sulla Parola da parte del cardinale, le passeggiate in montagna, i pasti generosi e nutrienti con i prodotti biologici della casa, le serate passate facendo due chiacchiere in compagnia o magari ritirandosi in camera per recuperare qualche ora di sonno. Il pomeriggio è il tempo pensato per l’approfondimento e la formazione che “don Angelo” ha scelto di dedicare all’ascolto, tema centrale sul quale le parrocchie hanno lavorato intensamente nell’ultimo anno nell’ambito del cammino sinodale.

Chiamato a guidare il gruppo dei sacerdoti e a fornire loro spunti di riflessione in merito al tema dell’ascolto, lo psicoterapeuta Carmelo Moscato il quale, partendo dall’icona evangelica di Marta e Maria, ha stimolato i partecipanti a mettere in gioco le loro esperienze personali per riflettere insieme sugli elementi necessari per approdare ad un vero ascolto, l’ascolto cosiddetto attivo. Contrariamente alle aspettative, il dottor Moscato ha posto l’attenzione sulla necessità e l’importanza di un ascolto di sé, a partire dai segnali che provengono dal corpo e dalla psiche, sensazioni fisiche ed emozioni in primis, segnali che a volte rischiano di essere bypassati rimanendo sullo sfondo rispetto alla dimensione spirituale. Coinvolgendosi in prima persona e condividendo il suo vissuto emotivo, evitando volutamente la modalità della lezione frontale per non ridurre il tutto a sterile teoria, Moscato ha invitato i sacerdoti a fare lo stesso proponendo loro di partire dalla messa in comune di alcune esperienze di ascolto vissute in prima persona. Il gruppo ha accolto la proposta mettendosi in gioco con grande disponibilità, scoprendosi piacevolmente coinvolto, aperto allo scambio e alla condivisione, e pronto ad accogliere i feedback forniti di volta in volta da Moscato, raccogliendo alla fine dei due incontri previsti una comprensione più concreta dei tre elementi che lo psicoterapeuta ha presentato come costitutivi dell’ascolto attivo: l’empatia, l’autenticità e l’accettazione incondizionata dell’altro.

Fare una esperienza, seppur circoscritta, di questo tipo di ascolto nel lavoro col dottor Moscato ha permesso ai sacerdoti di cogliere la bellezza e la fecondità di una relazione schietta e profonda quanto autentica e coinvolgente che, se vuole accogliere davvero l’altro non può prescindere dall’ascolto di sé e dall’integrazione delle tre dimensioni antropologiche del corpo, della psiche e dello spirito. Integrazione che il soggiorno a Soraga sta permettendo di sperimentare concretamente ai nuovi parroci nel vivere incarnato del quotidiano, all’interno del quale solo si può annunciare il Vangelo in maniera credibile e guidare le comunità come pastori che per primi cercano e imparano ad ascoltare e seguire la voce del Buon Pastore.

Significativa la visita a Canale d’Agordo, paese natale di Albino Luciani, arricchita dalla presenza di Stefania Falasca, vice postulatrice della causa di beatificazione di Giovanni Paolo I.

22 luglio 2022

L’ascolto al centro della veglia di Pentecoste a San Giovanni in Laterano

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

Perché l’ascolto, cuore del cammino sinodale della Chiesa, sia autentico «non basta ascoltare gli altri o ascoltarci tra di noi», ma occorre che «il Signore ci dia le coordinate per continuare a camminare» mediante «lo Spirito Santo, dall’alto». A indicare l’importanza di questa dimensione spirituale è padre Davide Carbonaro, coordinatore dell’équipe sinodale diocesana. Il sacerdote guarda alla Veglia di Pentecoste, che avrà luogo sabato sera, alle 19, nella basilica di San Giovanni in Laterano, come a «un momento di condivisione, di preghiera e di invocazione allo Spirito Santo, il grande protagonista della seconda fase del cammino sinodale, quella sapienziale».

Mettendo in luce come «il dono della Sapienza, come ci insegna la Scrittura, si chiede», il religioso spiega che «cammineremo insieme, chiedendo e invocando» perché «la fase sapienziale dell’ascolto, che interesserà il periodo da giugno di quest’anno a maggio del prossimo, è il tempo in cui metterci in ascolto di quello che lo Spirito dice alle Chiese» e anche «il tempo in cui lasceremo risuonare il sensus fidei, vincendo la tentazione di decisioni immediate». Carbonaro sottolinea come «il “passaggio” dalla fase narrativa, che ha interessato questi ultimi due anni del cammino sinodale della Chiesa di Roma, che si inserisce nel cammino della Chiesa italiana, non è qualcosa di meccanico» ma si tratta piuttosto «di avere acquisito uno stile» che rimane e si innesta nel percorso successivo, alla luce «dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium di Papa Francesco secondo cui “il tempo supera lo spazio”». Il passaggio che si vivrà sarà il proseguimento «di un processo e di un movimento generativo». Il referente spiega cioè che «a cambiare, alla luce del cammino sinodale, sarà il modo di ascoltarci, anche tra preti e fedeli, ad esempio», laddove «a partire dalla Parola di Dio, si apre una via nuova fatta di una proficua corresponsabilità, senza definire dei campi di azione per aprirsi al grande campo dello Spirito Santo».

di Michela Altoviti da Roma Sette

22 maggio 2023

L’arcivescovo Morandi presiede a Campitelli la festa del Voto

Sarà l’arcivescovo Giacomo Morandi, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, a presiedere l’annuale memoria del Voto che la città rivolse a Santa Maria in Portico durante la pestilenza del 1656 e lo sciame sismico del 1703. Ogni anno in occasione della festività liturgica della Presentazione al Tempio la comunità parrocchiale di Campitelli a nome della città rinnova la gratitudine a Maria per la liberazione e la salute pubblica.

«Ancor più in questo tempo di pandemia – sottolinea il parroco padre Davide Carbonaro – la parrocchia eleverà suppliche verso l’antica e venerata icona particolare protettrice dell’ Urbe nelle pubbliche e private avversità: Porto della Romana Sicurezza. Con questo titolo da secoli la Madre di Dio è invocata sulle rive del Tevere e ai piedi del Campidoglio». Martedì 2 febbraio alle 18.30 si terrà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo Morandi al termine il Te Deum di ringraziamento per i benefici concessi e quelli attesi per la liberazione dalla pandemia. Il Comune di Roma come da tradizione offrirà un omaggio floreale alla Madonna. La celebrazione sarà guidata dalla Cappella Musicale di Santa Maria in Campitelli e dall’Ensemble la Cantoria e trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook della parrocchia.

19 gennaio 2021

L’arcivescovo di Tirana Dodaj: «La Chiesa albanese testimonia la Resurrezione»

È una notte d’estate del 1993 e Arjan Dodaj, sedicenne, sale su un barcone insieme a una quarantina di connazionali, pronto a lasciare l’Albania e raggiungere l’Italia. Arriva a Ostuni e poi si sposta a Cuneo, dove lavora come giardiniere, saldatore, muratore. Scopre la fede cattolica, che all’epoca, nel suo Pese, era vietata. Entra nella Fraternità dei Figli della Croce, viene ordinato sacerdote a Roma, da san Giovanni Paolo II. Da un paio d’anni è l’arcivescovo di Tirana-Durazzo e in questi giorni accompagna il gruppo della diocesi di Roma in pellegrinaggio in Albania e Macedonia del Nord.

«Questa visita è molto importante per ambedue le parti, sia per la Chiesa di Tirana che quella di Roma – dice l’arcivescovo –. È un modo di dire grazie da parte nostra alla Chiesa di Roma che ha contribuito, in questi trent’anni di post-comunismo, nella ricostruzione di una Chiesa che era stata non dico perseguitata, ma oserei dire annientata da cinquant’anni di comunismo. C’era davvero bisogno della Chiesa madre di tutte le Chiese. C’è un legame molto forte della Chiesa albanese con il vescovo di Roma, il Papa, che proprio per questo è stata perseguitata».

Il pellegrinaggio diocesano – organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi e guidato dal cardinale vicario Angelo De Donatis, a cui partecipano numerosi vescovi, sacerdoti e laici – si colloca subito dopo Pasqua. Un periodo significativo, per monsignor Dodaj. «La Chiesa in Albania è la testimonianza pasquale di una dimensione di vita che riprende, risorge – spiega –. La Chiesa albanese davvero è stata la Chiesa delle catacombe, perché tutti i segni visibili e pubblici della presenza di Dio erano stati totalmente distrutti o camuffati da altro. Questa Chiesa è venuta fuori dalla tomba. Questo è un popolo a cui era stata calpestata la coscienza, soffocata la libertà religiosa. Quella che si fa qui è veramente un’esperienza di resurrezione».

Lo testimoniano anche le parole di don Tommaso Morelli, sacerdote fidei donum della diocesi di Roma che da quattro anni è in missione in Albania. Il gruppo romano ha celebrato la Messa nella parrocchia che guida, alla periferia di Tirana, e qui ha piantato un albero di ulivo. Per ora non c’è una vera chiesa, ma solo piccolo prefabbricato. Un luogo sempre affollato di fedeli. «L’Albania è uno stato molto complesso, che vive su tanti livelli e tante dimensioni – spiega don Morelli –. Nella bandiera c’è quest’aquila che guarda un po’ a oriente e un po’ a occidente, ed è proprio così. Questo popolo ha vissuto quasi cinquant’anni sotto la dittatura comunista, che ha distrutto interiormente le persone. Rimane però un popolo molto religioso, e se da una parte il comunismo ha fatto tabula rasa, loro sono pronti ad ascoltare una parola di verità».

Nella giornata di mercoledì il gruppo della diocesi è stato a Ocrida, nella Macedonia del Nord, che ospitò antichissimi insediamenti Illirici e in seguito Greci, mentre la città divenne in età medievale uno dei centri culturali, religiosi e artistici più importanti della Penisola Balcanica e dell’Europa slava. Nel 1979 la città e il suo lago vennero dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’umanità. Oggi, invece, i trentadue pellegrini saranno accompagnati dal vescovo ausiliare Imzot Asti Zv Janullatos nella visita alla Chiesa della Resurrezione di Cristo, cattedrale della Chiesa Ortodossa Albanese, e incontreranno la comunità ortodossa di Tirana.

12 aprile 2023

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