4 Agosto 2025

E’ tornato alla casa del Padre Giuseppe, padre di don Gabriele Bruscagin

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,
sono vicini al dolore di don Gabriele Bruscagin,
Parroco del Sacro Cuore a Ponte Mammolo
per la morte del suo caro papà

Giuseppe

e, assicurando preghiere di suffragio, invocano Dio Padre,
ricco di misericordia, perché conceda a Giuseppe il premio
della vita eterna e dia conforto ai suoi familiari.

15 aprile 2020

Nei centri di ascolto Caritas il sostegno per richiedere i buoni spesa

I centri di ascolto Caritas aiutano nella compilazione delle domande per richeidere i “buoni spesa” del Comune. Roma Capitale ha infatti indetto un un avviso pubblico per l’assegnazione del contributo economico a favore di persone o famiglie in condizione di disagio economico e sociale causato dalla situazione emergenziale in atto. Possono richiedere il contributo economico le persone e le famiglie in condizione di assoluto o momentaneo disagio.

La platea dei beneficiari sarà individuata tra i nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica da virus Covid-19, per soddisfare le necessità più urgenti ed essenziali, con priorità per quelli non già assegnatari di sostegno pubblico. Possono beneficiare del contributo anche i cittadini non residenti impossibilitati a raggiungere il proprio luogo di residenza.

Ogni beneficiario potrà richiedere i “buoni spesa” per l’acquisto dei generi alimentari e/o di prima necessità, in forma cartacea, con consegna all’indirizzo indicato nella domanda, oppure con accredito sul proprio cellulare/smartphone installando l’app fornita dalla società Edenred.

I centri di ascolto della Caritas sono a disposizione per fornire consulenza nella presentazione della domanda entro il 16 aprile. I cittadini italiani e stranieri – residenti e non residenti – possono contattare i Centri di ascolto telefonicamente: Centro di ascolto diocesano per italiani, 06.88815250, serviziopsicosociale@caritasroma.it; Centro di ascolto diocesano per stranieri, 06.88815300, centro.stranieri@caritasroma.it; Centro di ascolto di Ostia, 06.56347328, cdaostia@caritasroma.it.

14 marzo 2020

La lettera ai catechisti: occasione per «riscoprire il nostro rapporto con Dio» e «ripensare la catechesi»

«Nessuno di noi ha mai vissuto una Pasqua così povera di liturgia e di segni della festa. Eppure, sappiamo per fede che è la Pasqua che il Signore ha voluto per noi. Sembra che quest’anno tutta l’Italia, credente e non credente, sia stata costretta a vivere la Quaresima, il tempo austero della privazione. Raramente capita di vivere un’esperienza collettiva così forte, che coinvolge tutti indistintamente». Inizia così la lettera che l’Ufficio catechistico diocesano ha scritto a tutti i catechisti della diocesi in occasione della Pasqua.

Il direttore don Andrea Cavallini, la responsabile del catecumenato suor Pina Ester De Prisco, e i collaboratori Maria Teresa e Domenico firmano la missiva che dà indicazioni pratiche sulla «catechesi in questo tempo» e «su cosa puntare». A tutti, scrivono, «chiediamo di fare attenzione a due atteggiamenti estremi, che sono da evitare: quello di non fare nulla e quello di fare troppo. Qualcuno potrebbe prendere questo tempo come una “vacanza”. Qualcun altro potrebbe, al contrario, cercare di trasferire totalmente in forma digitale quello che è un normale periodo di catechesi in parrocchia, lasciandosi prendere dalla frenesia delle attività, proponendo in continuazione spunti, preghiere, video, pagine da leggere o riempire, ecc., rischiando di intrattenere più che educare».

«La catechesi – si legge ancora – non è un’attività o una somma di attività, ma una relazione educativa nella fede, una relazione di guida e fraternità con le persone che vi sono affidate. Questa che stiamo vivendo è certamente una grande occasione di conversione e di evangelizzazione. Potete aiutare le persone a leggere con occhi cristiani questo tempo particolare. Potete aiutarli ad ascoltare se stessi, il cuore, lo Spirito, rileggendo l’esperienza che vivono restando a casa. Potete aiutare qualcuno a imparare a pregare, a leggere la Scrittura o a fare gesti di semplice carità. Nel venir meno dell’ordinario abbiamo tutti tanto da scoprire del nostro rapporto con Dio».

L’invito è quindi a cogliere questo tempo anche come un’occasione propizia per rivedere alcuni aspetti della catechesi: «Sarebbe davvero miope, come cristiani e come uomini, vivere questo tempo semplicemente aspettando che passi, nell’attesa di riprendere a vivere come vivevamo prima. Per quel che riguarda la catechesi, sarebbe triste perdere l’occasione di ripensarla».

14 aprile 2020

E’ entrato nella luce della Resurrezione don Sanin Becerra Perez

Il Cardinale Vicario Angelo De Donatis,
il Consiglio Episcopale e il Presbiterio della Diocesi di Roma,
annunciano che il 12 aprile
è entrato nella luce della Resurrezione

don Sanin Becerra Perez,
alunno del seminario Redemptoris Mater di Roma, ordinato presbitero l’11 maggio 2003,
già vicario parrocchiale a Santa Maria Regina dei Martiri a Dragona,
attualmente in missione nella diocesi di Bucaramanga in Colombia,

e, ricordandone il generoso e fecondo servizio pastorale,
lo affidano all’abbraccio misericordioso di Dio
e alla preghiera di suffragio dei fedeli,
invocando la pace e la gioia del Signore.

13 aprile 2020

Lunedì dell’Angelo

Lunedì dell’Angelo

Nel messaggio Urbi et Orbi il «contagio della speranza» della Buona Notizia

Non è questo il tempo dell’«indifferenza», dell’«egoismo», delle «divisioni», della «dimenticanza». Sia invece un tempo in cui «tutto il mondo deve ritrovarsi unito nel fronteggiare la pandemia», in cui porre «finalmente termine alla guerra in Siria, al conflitto in Yemen e alle tensioni in Iraq». Commuovo le parole di Papa Francesco nell’Urbi et Orbi, pronunciate per la prima volta nella basilica di San Pietro vuota, dove ha appena finito di celebrare la Messa di Pasqua. Con lui il Crocifisso di San Marcello al Corso e l’icona di Maria Salus Populi Romani. Un rito essenziale, trasmesso in diretta televisiva e in streaming sui social (anche sulla pagina Facebook della nostra diocesi) in questo tempo di emergenza sanitaria.

«Il mio pensiero va soprattutto a quanti sono stati colpiti direttamente dal coronavirus», dice Papa Francesco con il pensiero alle centinaia di migliaia di malati sparsi nei cinque continenti, a quanti hanno perso la vita a causa della pandemia, ai loro familiari. «Per molti – scandisce il Santo Padre –è una Pasqua di solitudine, vissuta tra i lutti e i tanti disagi che la pandemia sta provocando, dalle sofferenze fisiche ai problemi economici. Questo morbo non ci ha privato solo degli affetti, ma anche della possibilità di attingere di persona alla consolazione che sgorga dai Sacramenti, specialmente dell’Eucaristia e della Riconciliazione. In molti Paesi non è stato possibile accostarsi ad essi, ma il Signore non ci ha lasciati soli! Rimanendo uniti nella preghiera, siamo certi che Egli ha posto su di noi la sua mano, ripetendoci con forza: non temere!»

Parole di «affetto» e di «gratitudine» anche per i medici e gli operatori sanitari, per tutti coloro che lavorano per garantire i servizi essenziali, per le forze dell’ordine. Un pensiero per «i fratelli più deboli, i poveri: non facciamo loro mancare i beni di prima necessità, più difficili da reperire ora che molte attività sono chiuse».

Per i politici, che abbiano davvero a cuore il bene comune. «Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persona». Allora, lo «speciale pensiero» di Papa Francesco va all’Europa, un continente che, dopo il secondo conflitto mondiale, è «potuto risorgere grazie a un concreto spirito di solidarietà». E ancora: «Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni».

Ma lo sguardo di Francesco abbraccia il mondo intero. Parla delle guerre dimenticate, della situazione in Venezuela, del traffico di armi, dei migranti e dei rifugiati «molti dei quali sono bambini, che vivono in condizioni insopportabili», del debito internazionale. Per tutti, Cristo è risorto. In questo mondo «già alle prese con sfide epocali ed ora oppresso dalla pandemia», serve «un altro “contagio”, che si trasmette da cuore a cuore, perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia. È il contagio della speranza: Cristo, mia speranza, è risorto!».

12 aprile 2020

Pasqua di Resurrezione

Pasqua di Resurrezione

«Permettiamo al Signore, mediante il suo amore misericordioso, di guarire le nostre infermità e di consolare le pene che portiamo nel cuore»

«Nessuno di noi può realmente preparare la Pasqua, senza riconoscere che in primo luogo, è Gesù a desiderare ardentemente di “fare Pasqua” con noi. Dobbiamo solo accogliere la grazia e entrare con la nostra vita nel Mistero pasquale di Cristo, “morto per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione”. Permettiamo al Signore, mediante il suo amore misericordioso, di guarire le nostre infermità e di consolare le pene che portiamo nel cuore. Contempliamo fiduciosi le ferite del Dio Crocifisso, nell’attesa della Sua Resurrezione!».

Nelle parole del cardinale vicario Angelo De Donatis gli auguri di buona Pasqua a tutta la comunità diocesana di Roma. Domani, alle ore 12, suoneranno a festa le campane di tutte le chiese per unirsi alla preghiera del Regina Coeli del Santo Padre.

«Ci sintonizzeremo per ascoltare il nostro vescovo Francesco che darà l’annuncio e la benedizione del Signore Risorto alla città di Roma e al mondo intero!», osserva don Walter Insero, portavoce della diocesi e direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. «Lasceremo che il suono prolungato delle campane – prosegue – di tutte le chiese di Roma suonate a festa, accompagni la preghiera del Regina Coeli, facendo risuonare in tutta la città un messaggio di resurrezione e di vita».

La veglia pasquale nella Notte Santa, presieduta da Papa Francesco all’Altare della Cattedra della basilica Papale di San Pietro alle ore 21 di sabato 11 aprile – naturalmente senza la presenza dei fedeli – sarà trasmessa in diretta su Rai 1, su Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre e canale 157 di Sky), su Telepace (canale 73 e 214 in hd, 515 su Sky), in streaming sul canale Vatican News e sulla pagina Facebook della diocesi di Roma. La celebrazione sarà trasmessa anche dalla Radio Vaticana e da Radio InBlu.

Anche le Messe della Domenica di Pasqua potranno essere seguite in streaming e in diretta televisiva. In particolare, alle ore 8.30, si potrà seguire la Messa dal Santuario del Divino Amore in diretta su Tv2000 e in streaming sulla pagina Facebook della diocesi di Roma; sarà presieduta da monsignor Enrico Feroci, rettore del Seminario della Madonna del Divino Amore e già direttore della Caritas diocesana di Roma. Alle ore 10, invece, la Messa al Divino Amore sarà trasmessa in diretta da Canale 5 e celebrata dal vescovo ausiliare del settore Est, monsignor Gianpiero Palmieri. Alle 11 Papa Francresco celebrerà all’Altare della Cattedra della basilica di San Pietro; al termine impartirà la benedizione “Urbi et Orbi”, con l’indulgenza plenaria. La celebrazione sarà trasmessa in diretta su Rai 1, su Tv2000, su Telepace, in streaming sul canale Vatican News e sulla pagina Facebook diocesana; sarà trasmessa anche dalla Radio Vaticana, da Rai Radio 1 e da Radio InBlu. Ancora, alle ore 19 la Messa al Santuario della Madonna del Divino Amore, presieduta da monsignor Giacomo Morandi, segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, sarà disponibile in diretta su Tv2000 e in streaming sul canale Vatican News e sulla pagina Facebook della diocesi.

11 aprile 2020

Il cardinale De Donatis dimesso dal Policlinico Gemelli

E’ stato dimesso dal Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli IRCCS nella mattinata di oggi, venerdì 10 aprile, il cardinale vicario Angelo De Donatis. Era stato ricoverato lunedì 30 marzo in quanto positivo al coronavirus.

Continua la sua convalescenza a casa, riconoscente e grato al Signore, e unisce la sua preghiera a quella di tutta la comunità cristiana in questo triduo pasquale. Prima di congedarsi, ha salutato e ringraziato medici, infermieri e operatori sanitari che lo hanno accompagnato in questi giorni.

10 aprile 2020

Venerdì Santo. Via Crucis guidata dal Santo Padre

Venerdì Santo. Via Crucis guidata dal Santo Padre.

A Pasqua campane a festa in tutte le parrocchie

Alle ore 12, in coincidenza con la preghiera del Regina Coeli del Santo Padre, tutte le campane di Roma suoneranno a festa. Il prelato segretario generale del Vicariato, monsignor Pierangelo Pedretti, ha scritto a tutti i parroci per comunicare l’iniziativa.

«Domenica prossima alle ore 12 in occasione della Santa Pasqua – scrive il prelato segretario –, ci uniremo in preghiera con il nostro Vescovo Papa Francesco per pregare insieme il Regina Coeli. Vi pregherei di ricordare questo appuntamento ai fedeli avvisandoli mediante i canali che state utilizzando in questi giorni e facendo suonare a festa tutte le campane».

9 aprile 2020

Il messaggio del cardinale vicario per la Pasqua: «Grazie per la preghiera incessante»

Il porporato, vicario del Papa per la diocesi di Roma, è ricoverato al Policlinico Universitario Fondazione Agostino Gemelli IRCCS da lunedì 30 marzo per coronavirus. Le sue condizioni sono in miglioramento; oggi ha scritto un messaggio di ringraziamento e auguri per la Pasqua a tutta la comunità diocesana. Di seguito il testo

Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua (Mt 26, 17-19).

Queste parole, proclamate nel racconto della Passione dell’evangelista Matteo, risuonano nel mio cuore accompagnate da un’immensa gratitudine. Fra poche ore, grazie alla Liturgia che ci rende contemporanei di Cristo, rivivremo nella fede il Mistero pasquale del Signore Gesù, con la nostra storia e portandovi il nostro presente.

A voi cari fratelli nel sacerdozio, diaconi, religiosi e religiose e a tutti voi, figlie e figli amati del Popolo Santo di Dio che vive in Roma, alla vigilia della Messa in Coena Domini, voglio farvi pervenire il mio grazie per la preghiera potente e incessante che ho sentito in questi giorni di sofferenza e di malattia. All’azione di grazie che dalle vostre celebrazioni salirà a Dio Padre, unite la mia orazione colma di gratitudine per la commovente esperienza di comunione spirituale che ho potuto vivere in questi giorni di ricovero, sentendomi sostenuto e consolato dalla preghiera di tutti voi che mi siete stati vicini.

Sono molto grato al nostro Vescovo Francesco per la sua preghiera, per la vicinanza e la paternità che mi ha dimostrato anche in questa occasione.

Grazie a Dio sto guarendo e tra non molto dovrei essere dimesso. Tutta la mia riconoscenza va ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario del Policlinico Agostino Gemelli cha si stanno prendendo cura di me e di tanti altri pazienti, con grande competenza e dimostrando una profonda umanità, animati dai sentimenti del buon samaritano.

«Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Meditando a partire da questa domanda, alla luce dell’esperienza della malattia, mi sembra di aver percepito con chiarezza come nessuno di noi possa realmente preparare la Pasqua, senza riconoscere che in primo luogo, è Gesù a desiderare ardentemente di “fare Pasqua” con noi. Dobbiamo solo accogliere la grazia e entrare con la nostra vita nel Mistero pasquale di Cristo, “morto per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione”. Permettiamo al Signore, mediante il suo amore misericordioso, di guarire le nostre infermità e di consolare le pene che portiamo nel cuore.

Contempliamo fiduciosi le ferite del Dio Crocifisso, nell’attesa della Sua Resurrezione!

Angelo Card. De Donatis

Leggi il testo integrale della lettera

8 aprile 2020

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