20 Dicembre 2025

La veglia diocesana di Pentecoste nella basilica di San Giovanni in Laterano

Si terrà sabato 19 maggio alle ore 19, nella basilica di San Giovanni in Laterano, la veglia di Pentecoste dedicata in modo particolare alla vita consacrata. A presiederla sarà l’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma; tra i concelebranti, il vicario episcopale per la vita consacrata don Antonio Panfili e i superiori di numerose comunità religiose di Roma. Saranno presenti anche gruppi da diverse parrocchie della diocesi.

La vita consacrata sarà presente in tutte le sue forme; parteciperanno religiose e religiosi della diocesi di Roma, la Cism (Conferenza italiana superiori maggiori), l’Usmi (Unione superiore maggiori d’Italia), la Ciis (Conferenza italiana istituti secolari), l’Ordo Virginum, l’Ordo Viduarum, e le nuove forme di vita consacrata. Tutti saranno in egual modo protagonisti della veglia di sabato. La celebrazione si aprirà con un’ammonizione del vescovo, mentre dal cero pasquale verranno accese le candele che avranno in mano tutti i partecipanti; quindi si farà memoria del Battesimo con l’aspersione dell’acqua benedetta. Seguirà la Liturgia della Parola con quattro letture; la lettura dell’epistola e la proclamazione del Vangelo. Dopo l’omelia e la professione di fede, i religiosi presenti faranno il rinnovo dei voti. Sia il servizio liturgico che l’animazione musicale saranno affidati ai consacrati.

«Delle letture sarà incaricato un rappresentante per ogni forma di vita consacrata – anticipa don Antonio Panfili –, così come una persona per ogni ambito rinnoverà i voti davanti al vicario. Anche all’offertorio ci saranno sei offerenti, che porteranno all’altare il pane, il vino, e segni legati alla vita consacrata come le costituzioni e una composizione floreale, che indica l’armonia nella diversità dei doni che lo Spirito Santo fa alla Chiesa. Senza lo Spirito Santo – prosegue il vicario episcopale – la vita consacrata è un non senso, una mutilazione, un fallimento totale. Con lo Spirito Santo la vita consacrata è pienezza nella vita personale, fecondità adulta e felicità al colmo. Lo Spirito crea armonia e comunione autentica».

17 maggio 2018

La Veglia diocesana di Pentecoste

Si terrà sabato 8 giugno, alle ore 18, la Veglia di Pentecoste della diocesi di Roma: a presiederla sarà Papa Francesco, in piazza San Pietro. L’invito a partecipare è arrivato nei giorni scorsi dal cardinale vicario Angelo De Donatis, con una lettera spedita a parroci, diaconi, religiosi, religiose, responsabili di movimenti e aggregazioni laicali.

«Celebreremo l’Eucaristia della Veglia di Pentecoste col Papa in piazza San Pietro sabato 8 giugno – scrive il cardinale De Donatis –. Possiamo lodare il Signore per questa opportunità. La celebrazione avverrà in piazza e si prolungherà, al termine della Messa, riaccompagnando processionalmente l’icona della Madonna del Divino Amore a piazza di Porta Capena. Coloro che lo desiderano potranno, poi, vivere anche l’esperienza del pellegrinaggio notturno al Santuario del Divino Amore». Ancora, il vicario definisce la Veglia «un importante momento di comunione e di spiritualità», un’altra «tappa» nel cammino pastorale della diocesi, di fatto avviato dal Santo Padre lo scorso 9 maggio con l’assemblea diocesana nella basilica di San Giovanni in Laterano: «Dobbiamo tradurre l’orientamento datoci dal nostro vescovo – si legge nella lettera – in gesti concreti e in scelte pastorali che ci aiutino a percorrere un’altra tappa del nostro cammino, che inizia fin da ora e proseguirà lungo tutto il prossimo anno pastorale».

Per partecipare alla Veglia è necessario un biglietto, gratuito; per ottenerlo basta compilare l’apposita scheda di iscrizione, che verrà fornita su richiesta all’indirizzo segreteriaeventi@diocesidiroma.it. I biglietti potranno poi essere ritirati presso la Segreteria Generale del Vicariato, secondo piano stanza 40, fino al 6 giugno nei seguenti orari: lunedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 12.30; martedì e mercoledì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 16.30.

«Nella vigilia di Pentecoste una rinnovata effusione dello Spirito sarà l’esperienza culminante della diocesi di Roma – riflette padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio liturgico diocesano –, radunata in piazza San Pietro con Papa Francesco, avvolta dall’abbraccio simbolico del colonnato che esprime la vicinanza del Paraclito, illuminata dalle torce che simboleggiano i sette doni, convocata come comunità in festa, che canta e loda il Risorto, interrogata e rigenerata dalla Parola per mettersi sempre alla sequela del Cristo».

La Veglia sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook della diocesi di Roma.

INFORMAZIONE PER I PARROCI:
Si comunica che per consentire il parcheggio ai pullman dei fedeli provenienti dalle parrocchie della Diocesi in occasione della Veglia di Pentecoste dell’8 giugno p.v., sono state riservate dal Comune delle aree di parcheggio con posti a numero limitato nelle adiacenze di San Pietro (nota del Comune di Roma Capitale del 3 giugno prot. RA/35959). È importante, però, che le parrocchie comunichino il numero dei pullman alla Segreteria Generale del Vicariato (06.69886207 – venerdì 7 giugno, dalle ore 8.30 alle ore 13.30), per sapere l’ubicazione e la disponibilità dei posti nelle aree di parcheggio.

5 giugno 2019

La veglia di preghiera per la pace a San Lorenzo fuori le Mura

Facendo tesoro delle parole del nostro vescovo, Papa Leone XIV, proferite domenica dopo l’Angelus, la diocesi di Roma avverte l’urgenza di rinnovare il proprio impegno per la pace attraverso la preghiera. Come ha ricordato il Pontefice, «oggi più che mai, l’umanità grida e invoca la pace. È un grido che chiede responsabilità e ragione e non deve essere soffocato dal fragore delle armi e da parole retoriche che incitano al conflitto».

Il nostro vescovo ha poi spiegato «che la guerra non risolve i problemi anzi li amplifica e produce ferite profonde nella storia dei popoli, che impiegano generazioni per rimarginarsi. Nessuna vittoria armata potrà compensare il dolore delle madri, la paura dei bambini, il futuro rubato».

È stata pertanto organizzata una veglia di preghiera nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura per giovedì 26 giugno alle ore 20.30. Un’ora di adorazione presieduta dal cardinale vicario Baldo Reina. La scelta di questa basilica è un modo per rievocare nella fede le devastazioni perpetrate durante il secondo conflitto mondiale; va infatti ricordato che il quartiere di San Lorenzo venne bombardato il 19 luglio 1943 e in quella circostanza Papa Pio XII fece visita ai sopravvissuti.

Il popolo di Dio che risiede a Roma è invitato a partecipare.

Scarica il libretto

La veglia di preghiera per il mondo del lavoro

Inizia ufficialmente lunedì 18 marzo la seconda edizione del cantiere “Generiamo lavORO”, l’iniziativa promossa dall’Ufficio per la pastorale sociale della diocesi di Roma e dalle Acli di Roma, in collaborazione con Azione cattolica diocesana, Cisl di Roma e Rieti, Confcooperative Roma, Ucid Roma, Mlac, Mcl e Centro Elis, con il sostegno della Regione Lazio e del Ministero del lavoro. Lunedì prossimo alle ore 18 si terrà infatti la veglia di preghiera per il mondo del lavoro, al Centro servizi Acea (piazzale dei Partigiani, 40) presieduta dal vescovo ausiliare del settore Centro e segretario generale del Vicariato monsignor Gianrico Ruzza. La liturgia segnerà l’inizio del percorso pensato per i giovani dai 18 ai 30 anni, il cui primo incontro formativo è fissato all’8 aprile.

«La veglia di preghiera per il mondo del lavoro è una tradizione consolidata nella diocesi di Roma – sottolinea don Francesco Pesce, incaricato dell’Ufficio per la pastorale sociale del Vicariato –; da qualche anno cerchiamo di realizzarla in ambienti per così dire “laici”, nei luoghi di lavoro, per essere sempre più “Chiesa in uscita”, come ci invita a fare il nostro vescovo Papa Francesco. Come lo scorso anno, questa veglia segna il lancio di “Generiamo lavORO”, una iniziativa che sta funzionando bene, grazie alla quale davvero diversi ragazzi hanno trovato una occupazione».

Si tratta di dieci incontri – che si terranno nella Sala di via della Madonna dei Monti, 41, con orario dalle 16.30 alle 19.30 – più un evento finale, per «promuovere e rimettere al centro il lavoro dignitoso quale perno di cittadinanza e sviluppo integrale della persona e della comunità – sottolineano i promotori –, con un approccio valoriale, educativo e al tempo stesso concreto, in grado di fornire ai giovani un kit di strumenti per facilitarne l’ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro. Il pilastro del “cantiere” è l’itinerario “Giovani e lavORO”, che giunge alla sua seconda edizione. Il percorso formativo è articolato in un ciclo di laboratori che, valorizzando l’eccellenza ed il know how di ciascuna delle realtà aderenti, permettono l’acquisizione di importanti competenze con particolare attenzione alle soft skills».

Una «scuola permanente» lo definisce la presidente delle Acli di Roma Lidia Borzì, «una buona pratica replicabile che dona ai ragazzi protagonismo e li aiuta ad essere sempre di più attori consapevoli della comunità e costruttori di un futuro di speranza nel quale il lavoro venga emancipato dall’essere mero scambio prestazione/compenso e venga considerato una porta di accesso virtuosa al mondo degli adulti». Ancora, riflette Borzì, «in un contesto occupazionale difficile come quello che caratterizza non solo la nostra città, ma l’intero Paese, è fondamentale tornare a mettere il lavoro dignitoso in cima alle priorità delle agende di tutti gli attori sociali che hanno la responsabilità e la possibilità di fare qualcosa. Il lavoro, e non il reddito, per tutti, infatti, è il monito che ci viene dato anche da Papa Francesco, perché il lavoro è uno dei pilastri fondamentali per una cittadinanza piena e attiva».

14 marzo 2019

La veglia di preghiera per i missionari martiri

La basilica di San Bartolomeo all'Isola Tiberina (foto Diocesi di Roma / Gennari)

Il prossimo 24 marzo ricorre la trentaduesima Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri, promossa da Missio, organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana. Per l’occasione, martedì 26 marzo, alle ore 18.30, nella basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina, Santuario dei “Nuovi Martiri e Testimoni della fede” del XX e XXI secolo, avrà luogo una solenne “Veglia di preghiera in ricordo di coloro che in questi ultimi anni hanno dato la vita per la causa del Regno di Dio”. Il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita, presiederà e commenterà il Vangelo che la vita e la morte stesse di queste donne e questi uomini rappresentano i cristiani e per il mondo.

Saranno evocati i nomi e le vicende di religiose e religiosi, laici e pastori: i missionari censiti dall’agenzia Fides e, oltre a loro, anche ortodossi, anglicani ed evangelici in quell’ecumenismo del sangue più volte richiamato da Papa Francesco. «Ricordare questi testimoni della fede e pregare in questo luogo – furono le sue parole, in occasione della sua visita nell’aprile 2017 – è un grande dono. È un dono per la Comunità di Sant’Egidio, per la Chiesa in Roma, per tutte le Comunità cristiane di questa città, e per tanti pellegrini. L’eredità viva dei martiri dona oggi a noi pace e unità. Essi ci insegnano che, con la forza dell’amore, con la mitezza, si può lottare contro la prepotenza, la violenza, la guerra e si può realizzare con pazienza la pace».

«La presenza di rappresentanti delle Chiese e comunità cristiane insieme ai figli e figlie della Chiesa di Roma, renderà ragione della speranza di cui sono portatori, nei diversi continenti e contesti storici», osserva monsignor Marco Gnavi, responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti della diocesi di Roma. Negli ultimi mesi il Santuario si è arricchito delle memorie di suor Maria de Coppi, comboniana ottantaquattrenne uccisa nel Nord del Mozambico, e di suor Luisa Dell’Orto, piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, assassinata ad Haiti; come anche della visita dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, che qui ha pregato presso le reliquie dei martiri anglicani uccisi in nome della pace nelle Isole Salomone. «Nel contesto attuale di incertezza planetaria, di conflitti e di povertà crescenti – prosegue monsignor Gnavi –, questo appuntamento di preghiera offerto ai fedeli di Roma è espressione del desiderio di questa diocesi di camminare sulle vie della speranza, della fede e della carità così luminosamente indicate dai martiri contemporanei che, al male in tutte le sue forme, hanno resistito con il bene della loro umanità fecondata dal Vangelo».

«La Giornata dei missionari martiri si celebra il 24 marzo perché in quella data, nel 1980, venne ucciso l’arcivescovo salvadoregno san Óscar Arnulfo Romero, mentre celebrava l’Eucaristia – ricorda padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiesa della diocesi di Roma –. La memoria dei missionari/e martiri prende ispirazione da quel tragico evento, non solo per ricordare il sacrificio di quanti lungo i secoli hanno immolato la propria vita proclamando la Buona Notizia, ma anche per affermare la consapevolezza che la missione, in quanto donazione, è espressione dell’amore misericordioso di Dio. La martyria è testimonianza ed è estremamente importante ricordarla e commemorarla, soprattutto tenendo conto della grande crisi valoriale in atto. Questi uomini e queste donne di buona volontà sono davvero stati testimoni dei valori del Regno, che sono giustizia, pace, cura del creato, nel nome di Dio».

“Un cuore che arde” è il tema scelto per la Giornata. «Si tratta – spiega Giovanni Rocca, segretario nazionale di Missio Giovani – di un riferimento al brano dei discepoli di Emmaus che ha guidato il nostro cammino durante il mese missionario. Richiama la forza della testimonianza dei martiri che, come Gesù attraverso la condivisione della Parola e il pane spezzato, con il loro sacrificio accendono una luce e riscaldano i cuori di intere comunità cristiane, ispirando una nuova conversione, dedizione al prossimo e al bene comune».

20 marzo 2024

La veglia di Pentecoste: in preghiera per il cammino sinodale

Foto DiocesiDiRoma/Gennari

Uniti in preghiera per accompagnare il cammino sinodale. Con questa speciale intenzione si terrà la veglia di Pentecoste, sabato 27 maggio alle ore 19 nella basilica di San Giovanni in Laterano. A presiederla sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis, che invita tutti a partecipare con una lettera.

«In questi mesi il cammino sinodale della nostra amata diocesi di Roma si è concentrato sulla dimensione dell’ascolto delle persone – scrive il porporato – ed esso ha trovato la forma migliore nei Quattro Cantieri. Sono emerse tante situazioni, tante esperienze di vita vissuta: i battezzati si sono messi in un atteggiamento di accoglienza del dono degli altri e le parrocchie si sono confrontate sui temi della strada e del villaggio, dell’ospitalità e della casa, delle diaconie e della formazione spirituale. Ne è venuto fuori – e ancora prosegue – uno scambio preziosissimo, che ci ha mostrato e continuamente ci mette di fronte la ricchezza della Grazia, che agisce in mezzo a noi, trasforma ogni cosa e tutto conforma a Cristo».

Il momento di preghiera costituirà una «preziosa occasione per lodare insieme il Signore, vivendo nella comunione sacramentale quella comunione spirituale che sostiene il nostro camminare insieme», sottolinea ancora il cardinale De Donatis. «Tante esperienze di vita vissuta sono diventate narrazione delle meraviglie che Dio opera – ricorda ancora nella lettera –; tanto dolore è stato affidato alle nostre cure; tanta sofferenza ora non appartiene più solo a chi la prova, ma è vissuta insieme. Tanta gioia non rallegra più solo il cuore di chi la prova, ma anche il nostro. In questo itinerario siamo diventati sempre più una cosa sola in Cristo, veramente ci riscopriamo popolo che cammina in comunione, che con discernimento medita e apprezza le meraviglie di Dio».

La veglia di Pentecoste sarà trasmessa in diretta su Telepace e sui canali social della diocesi di Roma. Per i partecipanti, sarà possibile parcheggiare presso il parcheggio adiacente la Pontificia Università Lateranense (zona extraterritoriale, piazza San Giovanni in Laterano, 4) e presso l’area pedonale davanti al Palazzo Lateranense (piazza San Giovanni Paolo II – lato obelisco.

3 maggio 2023

La Veglia di Pentecoste in piazza San Pietro. Le indicazioni per i biglietti

Sabato 8 giugno alle ore 18 appuntamento per tutti i fedeli della diocesi di Roma in piazza San Pietro, per partecipare alla Veglia di Pentecoste presieduta da Papa Francesco. L’invito a partecipare è arrivato nei giorni scorsi dal cardinale vicario Angelo De Donatis, con una lettera spedita a parroci, diaconi, religiosi, religiose, responsabili di movimenti e aggregazioni laicali.

«Celebreremo l’Eucaristia della Veglia di Pentecoste col Papa in piazza San Pietro sabato 8 giugno – scrive il cardinale vicario –. Possiamo lodare il Signore per questa opportunità. La celebrazione avverrà in piazza e si prolungherà, al termine della Messa, riaccompagnando processionalmente l’icona della Madonna del Divino Amore a piazza di Porta Capena. Coloro che lo desiderano potranno, poi, vivere anche l’esperienza del pellegrinaggio notturno al Santuario del Divino Amore».

Per partecipare alla Veglia è necessario un biglietto, gratuito; per averlo è necessario compilare una apposita scheda di iscrizione, che verrà fornita su richiesta all’indirizzo segreteriaeventi@diocesidiroma.it. I biglietti potranno poi essere ritirati presso la Segreteria Generale del Vicariato, secondo piano stanza 40, dal 3 al 6 giugno nei seguenti orari: lunedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 12.30; martedì e mercoledì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 16.30. Al termine dei giorni indicati, non sarà possibile assicurare l’esaudimento completo delle domande.

INFORMAZIONE PER I PARROCI:
Si comunica che per consentire il parcheggio ai pullman dei fedeli provenienti dalle parrocchie della Diocesi in occasione della Veglia di Pentecoste dell’8 giugno p.v., sono state riservate dal Comune delle aree di parcheggio con posti a numero limitato nelle adiacenze di San Pietro (nota del Comune di Roma Capitale del 3 giugno prot. RA/35959). È importante, però, che le parrocchie comunichino il numero dei pullman alla Segreteria Generale del Vicariato (06.69886207 – venerdì 7 giugno, dalle ore 8.30 alle ore 13.30), per sapere l’ubicazione e la disponibilità dei posti nelle aree di parcheggio.

28 maggio 2019

La Veglia di Pentecoste e il cammino diocesano da intraprendere nel nuovo anno pastorale

Un momento dell'incontro del 9 maggio nella basilica di San Giovanni in Laterano (foto Gennari)

Con l’incontro con il Papa nella basilica di San Giovanni in Laterano dello scorso 9 maggio si è concluso idealmente il cammino diocesano dell’anno pastorale. Il percorso da intraprendere per il futuro nella diocesi di Roma prenderà il via ufficialmente l’8 giugno, sempre con il Santo Padre, come scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis in una lettera inviata a sacerdoti, diaconi, religiose, religiosi e aggregazioni laicali: «Celebreremo infatti l’Eucaristia della Veglia di Pentecoste col Papa in piazza S. Pietro sabato 8 giugno alle ore 18.30. Possiamo lodare il Signore per questa opportunità. La celebrazione avverrà in piazza e si prolungherà, al termine della Messa, riaccompagnando processionalmente l’icona della Madonna del Divino Amore a piazza di Porta Capena. Coloro che lo desiderano potranno, poi, vivere anche l’esperienza del pellegrinaggio notturno al Santuario del Divino Amore».

Nella stessa missiva, il porporato annuncia anche un altro appuntamento, per il 24 giugno. «Un secondo momento, molto importante, sarà il successivo 24 giugno, alle ore 19, nella Cattedrale di San Giovanni. In occasione della festa della basilica vi invito a ritrovarci – tutti i sacerdoti e alcuni collaboratori pastorali – nella celebrazione dei Vespri per la consegna degli obiettivi essenziali e delle linee pastorali da condividere per il prossimo anno pastorale. Questo ci darà modo di iniziare già ad assimilare meglio la traccia del cammino, innestandolo con creatività e fedeltà nel cammino ordinario delle nostre comunità».

Il vicario, intanto, dà alcune indicazioni, sulla scia delle parole pronunciate da Papa Francesco durante l’assemblea diocesana: «Occorrerà che in ogni parrocchia – è l’invito di De Donatis – si formi una équipe pastorale che avrà il compito di guidare e dare autentica concretezza all’ascolto della gente del proprio territorio: individuando situazioni, ambienti di vita, persone concrete delle quali farsi carico, per riconoscere che cosa il Signore ci stia chiedendo attraverso di loro. Occorrerà che questa équipe sia formata da persone non solo sensibili al tema, ma anche capaci di strutturare un lavoro pastorale del genere. Nei prossimi giorni con i Vescovi Ausiliari, i Prefetti e i Direttori degli Uffici della Diocesi metteremo a punto anche un testo che offra alcune linee pratiche, secondo le indicazioni e gli atteggiamenti che ci ha suggerito il Papa, a cominciare dall’ascolto umile dallo stile disinteressato».

Leggi la lettera integrale del cardinale vicario

17 maggio 2019

La veglia di Pentecoste al Divino Amore

1944, i tedeschi bombardano Roma. Papa Pio XII decide di far portare l’immagine della Madonna del Divino Amore dal santuario di Castel Divina fino al centro di Roma, per preservarla. Prima viene ospitata nell’omonima chiesetta di piazza Fontanella Borghese, e poi, a maggio, dato l’enorme afflusso di fedeli, viene spostata a San Lorenzo in Lucina e ancora a Sant’Ignazio di Loyola. Il 4 giugno i romani a migliaia si ritrovano nella chiesa, e fanno voto alla Madonna affinché la città venga risparmiata. E così accade: la città viene abbandonata dai tedeschi e le truppe alleate fanno il loro ingresso trionfale, senza colpo ferire.

In occasione dell’anniversario e alla vigilia della Pentecoste, sabato 4 giugno, alle ore 21, si terrà la solenne Messa vespertina della Vigilia di Pentecoste, presso la Torre del Primo Miracolo del Santuario del Divino Amore. A presiedere la celebrazione sarà il cardinale Enrico Feroci, parroco al Divino Amore e rettore del Seminario degli Oblati della Madonna del Divino Amore.

1 giugno 2022

La veglia dell’Ac a Santa Maria in Ara Coeli

Il mese di gennaio è da sempre dedicato alla pace, per l’Azione cattolica. E sono tante le iniziative che, in questi giorni, ruoteranno attorno a questo tema. Centrale sarà la veglia per la pace, il prossimo sabato 20 gennaio alle ore 20.15, nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli.

«Lo scorso anno – ricordano dall’associazione – insieme abbiamo pregato per la pace in Ucraina. Ci sentivamo persi davanti a tutto il dolore innocente dei nostri fratelli, e come giovani cristiani abbiamo sentito il bisogno di stringerci nell’unità per presentare al Dio dell’Impossibile il bisogno di pace. Quest’anno, senza dimenticare l’Ucraina e tutti i Paesi del mondo che stanno soffrendo per la violenza della guerra, vogliamo ritrovarci per affidare la Signore la Terra Santa. Vogliamo chiedere la fine del conflitto in Israele e Palestina, e la fine delle atroci sofferenze dei civili innocenti. Vogliamo pregare per il popolo palestinese e per il popolo israeliano, come ci ha chiesto Papa Francesco».

Per questo parteciperanno all’appuntamento del 20 gennaio due testimonianze dal Forum delle Famiglie Parents Circle, organizzazione congiunta israelo-palestinese che raccoglie circa 600 famiglie che hanno perso un familiare a causa del conflitto in corso. L’associazione, nata nel 1995 in Israele, lavora quotidianamente con le famiglie, nelle scuole, tra i giovani, per promuovere il processo di riconciliazione fra i popoli, requisito fondamentale per raggiungere una pace duratura. Saranno quindi presenti Robi Damelin, israeliana, madre di David, ucciso da un cecchino palestinese e Layla Alsheikh, palestinese, madre di Qussay, 6 mesi, morto perché soldati israeliani gli hanno impedito l’accesso a cure vitali.

10 gennaio 2023

La veglia a San Giovanni, nel segno dell’«umiltà»

Sabato sera, nella basilica di San Giovanni in Laterano, i fedeli ascoltavano attenti la voce di Papa Giovanni Paolo I: «Per me è legge di Dio che non si possa fare del bene a qualcuno, se prima non si vuole bene. Per questo, san Pio X, entrando patriarca a Venezia, in San Marco, aveva esclamato: “Cosa sarebbe di me, veneziani, se io non vi amassi?”. E ai romani io dico qualcosa di simile: posso assicurarvi che vi amo, che desidero solo entrare al vostro servizio e mettere a disposizione di tutti le mie povere forze, quel poco che ho e che sono». A diffonderla naturalmente erano gli altoparlanti, che hanno riproposto l’omelia pronunciata dal pontefice il 23 settembre 1978, in occasione della presa di possesso della Cathedra romana. Domenica è stato proclamato beato da Papa Francesco durante la Messa sul sagrato di San Pietro.

Sabato la veglia di preghiera nella basilica lateranense, guidata dal cardinale vicario Angelo De Donatis, ha voluto ricordare Papa Luciani e il suo pontificato, durato solo 34 giorni. Le letture scelte erano le stesse di quel 23 settembre di tanti anni fa; a ciascuna è seguito l’audio con il commento di Giovanni Paolo I stesso. Sugli schermi montanti nella basilica, intanto, scorrevano le immagini di quella celebrazione insieme a fotografie del Santo Padre, grazie alle clip realizzate dalla collaborazione tra la diocesi di Roma, la Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I e Telepace, che ha anche trasmesso in diretta il momento di preghiera.

Alle due letture e al Vangelo sono seguite tre toccanti testimonianze: quelle di Lina Petri, nipote di Albino Luciani; di suor Margherita Marin, delle Suore di Maria Bambina, che fu al servizio del Santo Padre nel suo breve pontificato; e di padre Juan José Dabusti, sacerdote dell’arcidiocesi di Buenos Aires che ha impetrato il miracolo per l’intercessione di Giovanni Paolo I a favore dell’allora undicenne Candela Giarda.

Alla fine ha preso la parola il cardinale De Donatis, presente anche alla Messa del 1978. «Anch’io partecipai all’Eucarestia in questa basilica gremitissima di fedeli e sacerdoti venuti per accogliere il nuovo vescovo – ha ricordato –. Ero un giovane seminarista prossimo all’ordinazione diaconale, ma ho un ricordo vivo della gioia dell’assemblea diocesana festante riunita in questa Cattedrale e del dolore che colpì tutti, solo pochi giorni dopo, in occasione della celebrazione del funerale di Papa Luciani, durante il quale ebbi l’onore di prestare servizio liturgico». Poi una breve meditazione su «una parola – ha proseguito il porporato –, che a mio avviso, racchiude meglio di altre, la testimonianza di santità di Albino Luciani, scelta non a caso nel suo motto episcopale: “Humilitas, Umiltà!” Egli nella sua vita ha saputo vivere autenticamente la virtù dell’umiltà, come dono dello Spirito, che gli ha permesso di fare spazio a Dio». L’invito è allora a «rivestirci tutti di umiltà», incoraggiati e guidati dalla testimonianza del beato Papa Giovanni Paolo I.

Il testo completo dell’omelia del cardinale De Donatis

5 settembre 2022

La traslazione delle spoglie della Serva di Dio Enrichetta Beltrame Quattrocchi nella basilica di Santa Prassede

Mercoledì 23 giugno 2021 si terrà la traslazione dei resti mortali della Serva di Dio Enrichetta Beltrame Quattrocchi dal cimitero del Verano alla basilica di Santa Prassede, da lei frequentata quotidianamente. Alle 10.30 ci sarà la benedizione del sarcofago e tumulazione nella Cappella di San Pio X; seguirà, alle ore 11, la solenne celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli.

Enrichetta – battezzata con il nome di Enrica – fu l’ultima figlia dei beati coniugi Luigi e Maria, prima coppia elevata agli onori degli altari nella Chiesa Cattolica (il 21 ottobre del 2001). «Amava definirsi un semplice “mestolino” nelle mani di Dio – ricorda il postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione padre Massimiliano Noviello –, fu un forte richiamo a vivere nel quotidiano i valori dello Spirito, con cuore dilatato nella continua ricerca di Dio e nella sollecita attenzione di carità verso tutti gli uomini, nostri fratelli. Rappresentò un mirabile e originale esempio di vocazione al servizio del bene familiare, con l’assistenza gioiosa e generosa ai genitori, ai fratelli e a quanti ebbero bisogno di aiuto materiale e spirituale, guidando anche giovani coppie di fidanzati. Nella sua casa, santuario domestico, sia a Roma che a Serravalle di Bibbiena, accolse e sostenne, con umile zelo, prelati, religiosi e vocazioni attraverso la preghiera, il consiglio e l’esempio».

Nata il 6 aprile 1914 e deceduta il 16 giugno 2012, all’età di 98 anni, Enrichetta è vissuta di preghiera e di carità verso gli ultimi. Laureata in Lettere moderne all’Università La Sapienza, si specializzò in Storia dell’arte, che insegnò in diversi istituiti liceali della Capitale e che, dal 1966, mise a frutto presso l’Istituto Nazionale della Grafica, dove fu Soprintendente, realizzando mostre e curando pubblicazioni. «Si dedicò a un’incessante attività di volontariato, cattolico e laicale – sottolinea il postulatore –. A partire dal 1936, accompagnò in numerosi viaggi i treni di ammalati dell’Unitalsi diretti a Lourdes e a Loreto. Dal 1938, entrò a far parte delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, presiedendo un gruppo di “damine” che prestava assistenza nelle zone di Trastevere e della Montagnola, allora molto degradate. Nel pieno del secondo conflitto mondiale, Enrichetta ed il suo gruppo contribuiscono alla rischiosa attività di soccorso ai fratelli ebrei, ai perseguitati politici, ai soldati, ai rifugiati, cui si prestava, in contatto con il monastero di Subiaco, l’intera famiglia Beltrame Quattrocchi. Seguendo l’esempio materno e insieme con lei, dal 1939 presta assistenza come volontaria presso la Croce Rossa, diplomandosi infermiera nel 1940».

Per un certo periodo manifestò il desiderio di farsi suora, ma un accurato discernimento le fece comprendere «che la sua vocazione era dedicarsi al servizio generoso dei suoi familiari», spiega padre Noviello. A partire dal 1994 si dedicò totalmente al processo di beatificazione dei genitori. «Enrichetta – prosegue il religioso – intensificò ulteriormente la sua attività di diffusione del messaggio di fede della coppia, maturando con consapevolezza e forza d’animo il suo ruolo di depositaria della loro memoria, di continuatrice delle loro opere e divulgatrice dei loro valori, che testimoniava negli incontri con le famiglie organizzati dalle diocesi di tutta Italia, nelle conferenze, negli spettacoli teatrali che li rappresentavano, come una staffetta portatrice della loro luce».

16 giugno 2021

Articoli recenti